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Operativo il Battlegroup Bulgaria. Così l’Italia rafforza il fianco est

Il battlegroup multinazionale schierato in Bulgaria, costituito su base dell’82° reggimento di fanteria Torino dell’Esercito, ha raggiunto la piena capacità operativa, ed è adesso pronta al combattimento. Per il ministro Crosetto, la dimostrazione dell’importante contributo delle Forze armate italiane alla deterrenza della Nato

Un importante contributo per il rafforzamento della postura difensiva di presenza e deterrenza lungo il fianco sud est dell’Alleanza. È la definizione data dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, commentando il raggiungimento della piena capacità operativa del battlegroup multinazionale della Nato in Bulgaria, a guida italiana. “Ancora una volta – ha commentato il ministro – le Forze armate italiane, in piena sinergia con alleati e partner, si sono dimostrate prezioso strumento a garanzia della stabilità internazionale evidenziando comprovate capacità e apprezzata leadership”.

Battlegroup Bulgaria

L’unità multinazionale, basata principalmente sul 42simo battaglione meccanizzato bulgaro e sull’82simo reggimento di fanteria “Torino” italiano ha raggiunto il traguardo al termine dell’esercitazione “Strike Back”, che ha visto lo svolgimento di un’attività tattica difensiva volta a testare le procedure operative e a incrementare l’interoperabilità tra le forze militari alleati, alla presenza del capo di Stato maggiore della Difesa bulgaro, ammiraglio Emil Eftimov, e del comandante del Comando operativo di vertice interforze, generale Francesco Paolo Figliuolo.

Deterrenza alleata

L’Italia ha assunto il ruolo di nazione framework il 17 ottobre scorso, nell’ambito dell’iniziativa Enhanced Vigilance Activity volta ad incrementare la capacità di deterrenza dell’Alleanza lungo il fianco est europeo. Roma contribuisce con circa 740 militari al comando del colonnello Francesco Alaimo, che formano il nucleo centrale di una forza complessiva di più di mille soldati, messi a disposizione oltre che da Bulgaria e Italia, anche da Albania, Gracia, Macedonia del Nord e dagli Stati Uniti.

La vigilanza rafforzata Nato

La Enhanced Vigilance Activity è stata attivata dalla Nato immediatamente dopo l’invasione russa dell’Ucraina, attraverso la creazione di otto gruppi tattici multinazionali schierati dal Mar Baltico al Mar Nero, uno ciascuno in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. Questi battlegroup sono unità operative pronte al combattimento, un modo per garantire la presenza e la deterrenza dell’Alleanza Atlantica nei confronti di Mosca, e uno strumento per rassicurare gli alleati più esposti della volontà transatlantica di assicurare la loro protezione.

Gli altri impegni italiani

Oltre alle unità in Bulgaria, sempre nel contesto di rafforzamento del fianco orientale della Nato, l’Italia è presenta anche nel battlegroup in Ungheria, al quale contribuisce con 250 militari del Comando truppe alpine dell’Esercito basato sulla brigata alpina Taurinense, con il personale proveniente dal 3° reggimento Alpini, dal 1° reggimento Artiglieria terrestre, dal reggimento Nizza Cavalleria (1°) e del 32° reggimento Genio guastatori. Gli altri impegni vedono il nostro Paese partecipare alla missione di Enhanced forward presence in Lettonia, con un dispositivo terrestre nell’ambito del battlegroup a guida canadese, oltre ad aver da poco concluso la missione di air policing in Polonia, con gli aerei italiani già pronti a riprendere le attività di sorveglianza dei cieli romeni basati sugli Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica militare. Nel complesso, l’impegno per il rafforzamento della postura di deterrenza della Nato supera le duemila unità con cinquecento mezzi, a cui si sommano le oltre 1.300 unità dei reparti posti in stato di massima prontezza presso le rispettive basi in Italia nell’ambito dell’attivazione della Very high readiness joint task force (Vjtf) della Nato.

Foto: Nato



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