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Spazzacorrotti, il vorrei ma non posso del Pd

Se il Pd si dovesse astenere significherà che i garantisti hanno ancora una minima voce in capitolo. Se dovesse votare contro sarà il segno di un’inarrestabile deriva giacobina che li poterà dritti nelle fauci di Conte. Il commento di Andrea Cangini

Dal Pd al Pda: Partito dell’astensione. Il Partito democratico va sempre più configurandosi come il partito dell’astensione o del non-voto, e non è detto che sia il peggiore dei mali. Ne abbiamo avuta prova in occasione del voto alla Camera sull’ordine de giorno presentato da Giuseppe Conte sull’Ucraina.

Un testo strumentale e sostanzialmente ipocrita. Votare contro avrebbe significato rompere col mondo grillino, votare a favore avrebbe significato rompere col principio di realtà (oltre che con la Nato e con l’Europa), astenersi avrebbe significato lavarsene le mani. Risultato: i deputati dem hanno sfilato le schede elettroniche dai propri scranni e non hanno partecipato al voto.

C’è chi si aspetta che qualcosa del genere accadrà anche sulla riforma della prescrizione contenuta nel decreto rave del governo. L’iniziativa l’ha presa il Terzo polo, che con Enrico Costa ha presentato un Ordine del giorno per andare oltre il timido approccio della riforma Cartabia e archiviare una volta per tutte il principio del “fine processo mai” caro all’allora Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede e a Marco Travaglio.

Nel novembre del 2019 il Pd espresse posizioni nette. “Riteniamo inaccettabile l’entrata in vigore delle norme sulla prescrizione senza garanzie sulle durate dei processi. Non si può rimanere sotto processo per un tempo indefinito, per lunghissimi anni”, disse l’allora segretario Nicola Zingaretti.

Ebbene, la scorsa notte, il governo ha dato parere favorevole all’ordine del giorno Costa e il Pd, diviso com’è tra giustizialisti e garantisti, filo grillini e autonomisti, è andato in tilt. “Vorrei, ma non posso”, hanno detto a Costa diversi deputati dem. Il Fatto quotidiano denuncia il “colpo di spugna” sulla Spazzacorrotti, la Repubblica non è da meno: “Blitz del Terzo polo contro la Spazzacorrotti, c’è intesa con la destra”, è il titolo della cronaca odierna firmata da Liana Milella. Presto sapremo. Se il Pd si dovesse astenere significherà che i garantisti hanno ancora una minima voce in capitolo. Se dovesse votare contro sarà il segno di un’inarrestabile deriva giacobina che li poterà dritti nelle fauci di Conte.


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