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Lo spettro di Mélenchon sul Pd in via di rottamazione

È questo il destino che sembra attendere l’eventuale Pd della Schlein, la sua presumibile riscoperta della Cgil, il suo inesorabile abbraccio col Movimento 5 Stelle guidato dal camaleontico Giuseppe Conte. Il commento di Andrea Cangini

Gira che ti rigira, è sempre lì che il Pd fatalmente ritorna: alla retorica della rottamazione. Prova ne è il longevo Dario Franceschini, che al grido di “tutto deve cambiare” a suo tempo sostenne la scalata di Matteo Renzi alla segreteria del partito e al medesimo grido oggi sostiene quella di Elly Schlein.

Emblematica l’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Titolo: “Schlein è la sinistra moderna. Nel Pd deve cambiare tutto, è l’ora di un’altra generazione”. Anche stavolta Dario Franceschini promette di cedere il passo a chi più di lui e della sua generazione politica incarna i tempi nuovi; anche stavolta invoca “un punto di frattura” tra passato e futuro. “Serve un Pd più radicale nella proposta politica, più netto e coraggioso”, dice. Lo disse anche ai tempi di Renzi, col dettaglio che il Pd teorizzato oggi dalla Schlein rappresenta l’antitesi del Pd teorizzato ieri dal Rottamatore. Ma si tratta, appunto, di dettagli. Quel che conta è cavalcare l’onda, assecondare il vento. E mentre il vento allora tirava da sinistra a destra oggi tira da destra a sinistra.

Niente di nuovo sotto il sole. È già successo in Francia con Jean-Luc Mélenchon, il quale, lanciando richiami anticapitalisti e identitari, diede vita alla Nouvelle union populaire écologique et social, una coalizione di estrema sinistra e perciò estremamente settaria. “Un caso che tra qualche decennio verrà studiato a Science Po”, scrive oggi Liberation. Ma verrà studiato come caso negativo, come esperienza da non ripetere in quanto fallimentare.

È questo, dunque, il destino che sembra attendere l’eventuale Pd della Schlein, la sua presumibile riscoperta della Cgil, il suo inesorabile abbraccio col Movimento 5 Stelle guidato dal camaleontico Giuseppe Conte. Camaleontico come Dario Franceschini. Stavolta, però, ben più della propria classe dirigente a finire rottamato sarà il Pd in quanto tale.

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