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Abbiamo bisogno di Pensiero Solido! La versione di Palmieri

“La nostra missione è aumentare la consapevolezza, specie della classe dirigente. Vincere la paura del cambiamento e mobilitare le molte energie positive presenti nella società”. Conversazione con Antonio Palmieri, autore di “Tecnologia solidale. Donne e uomini che cambiano in meglio il presente”

La tecnologia che fa bene. Quella che produce impatto sociale, culturale e umano evitando nuove o antiche discriminazioni. È questo il filo conduttore dell’attività di Antonio Palmieri, ex deputato di Forza Italia, che dal 1988 si occupa di comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale.

Per proseguire il suo lavoro nel novembre 2022 Palmieri ha fondato la Fondazione Pensiero Solido: “Ho sempre avuto il desiderio, una volta terminata l’attività parlamentare, di continuare il mio impegno civico con una attività che fosse a beneficio non solo mio ma del maggior numero di persone possibile e che mi consentisse di restituire alla società le competenze accumulate in 21 anni e mezzo di Parlamento. Per questo ho voluto istituire la Fondazione Pensiero Solido”, racconta a Formiche.net. Una Fondazione nata formalmente poche settimane fa, ma antica per la solidità delle intenzioni e dell’esperienza di chi ne fa parte. Con al centro il buon uso della tecnologia per migliorare la vita di tutti. L’obiettivo? “La nostra missione è aumentare la consapevolezza, specie della classe dirigente. Vincere la paura del cambiamento e mobilitare le molte energie positive presenti nella società”.

La Fondazione

“La Fondazione intende dare gli strumenti per capire e agire in questo tempo che è un tempo di cambiamento, di trasformazione. Lo facciamo concentrando la nostra azione in quattro ambiti specifici: come la Grande Trasformazione modifica l’essere umano, il suo ‘funzionamento’; come cambia ciò che sta attorno all’essere umano; la ‘comunicazione costruttiva’, vale a dire la comunicazione che ha come l’obiettivo la relazione e la crescita della comunità e delle persone verso un futuro ‘solido’, vale a dire positivo e migliore. Infine ‘Tecnologia solidale’, cioè le modalità attraverso le quali il buon uso della tecnologia cambia in meglio la vita delle persone”, spiega Palmieri che nella sua attività si avvale del supporto di un team di esperti: “Abbiamo il supporto dell’esperienza delle competenze dei componenti del consiglio di amministrazione, che oltre a me comprende Elisabetta Biella, esperta di formazione d’impresa, di terzo settore e startup. Giovanni Iozzia, già direttore di Capital e oggi di economyup.it, che conosce a fondo il mondo dell’innovazione digitale. Marco Marturano, esperto uomo di comunicazione per le imprese, gli enti pubblici, le associazioni di categoria e anche di comunicazione politica”. A questi si aggiunge un Comitato scientifico che comprende personalità del mondo accademico e delle imprese, donne e uomini con esperienze diverse tra loro e quindi in grado di allargare il raggio d’azione della Fondazione.

Il libro

Il primo atto “consistente” della Fondazione Pensiero Solido si chiama per l’appunto, “Tecnologia solidale. Donne e uomini che cambiano in meglio il presente“, il libro di Palmieri che racchiude in 120 pagine, 28 storie di tecnologia solidale in atto e 16 dialoghi sull’innovazione digitale e sociale.

Ma cosa si intende per Tecnologia solidale? “La Tecnologia solidale è ciò che rende solido l’immateriale e che dà concretezza al desiderio di chi sceglie di mettersi in gioco a beneficio di tutti. Di queste persone ho scritto dal febbraio 2015, nel blog ospitato su economyup.it“, si legge nell’introduzione dove a parlare è lo stesso Palmieri: “In queste pagine ho raccolto ventotto brevi storie di donne e uomini che cambiano in meglio il presente e diciassette dialoghi con persone che operano o riflettono sul modo migliore di vivere la tecnologia, sempre a vantaggio del bene comune. Le persone e le realtà che incontrerai leggendo il libro saranno una conoscenza buona e i generatori di un moto di riconoscenza e magari di imitazione. Ogni paragrafo di questo libro è una storia a sé, quindi lo si può leggere senza seguire l’ordine delle pagine. Le storie sono volutamente brevi e schematiche, perché il loro scopo è di introdurci in una vicenda, non di esaurirla. I dialoghi sono più articolati e servono a esplorare riflessioni, proposte e punti di vista differenti ma complementari di quel caleidoscopio che è il mondo dell’innovazione digitale”.

I panel di Tecnologia Solidale

Il primo evento pubblico della Fondazione, in continuità con il suo ventennale impegno sul tema e con al centro la presentazione del libro, sarà l’undicesima edizione consecutiva di Tecnologia Solidale, l’evento che avrà luogo martedì 13 dicembre alla Sala del Cenacolo della Camera dei deputati (qui i dettagli). Tre i panel: Visioni di responsabilità; Donne e uomini che cambiano in meglio il presente; Digitale, carceri, lavoro e libertà.

Aziende grandi e piccole forniranno uno sguardo di insieme e di prospettiva su cosa vuol dire per le imprese agire responsabilmente, esercitando in concreto la propria responsabilità sociale.

Infine l’esperienza di tre grandi imprese – Cisco, Linkem/Tiscali, Digital360 – che insegnano ai carcerati i lavori del digitale e che in questo modo hanno fornito una seconda possibilità a centinaia di persone.

I panel saranno coordinati da Luigi Contu, direttore Ansa; Giorgio Rutelli, direttore Formiche.net; Giovanni Iozzia, direttore economyup.it. Presenti Anna Ascani, vicepresidente della Camera, Luca Squeri, segretario Commissione Attività produttive della Camera, Giusy Versace, vicepresidente Commissione cultura del Senato, Francesco Paolo Sisto, viceministro della giustizia.

 

 

 


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