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Perché i prezzi del gas potrebbero restare bassi

Cinquecento milioni di dollari per la manutenzione del Nord Stream e le rassicurazioni sullo sblocco di Yamal contribuiscono a disinnescare la mina del caso metano (almeno per ora)

Nord Stream in manutenzione, sblocco di Yamal e nuove scoperte nel Mar Nero e nel Mediterraneo orientale: un quadro che si inserisce di diritto nel dossier energetico post guerra in Ucraina e che potrebbe concorrere a che i prezzi del gas restino bassi.

Nord Stream

Gli investigatori nel Mar Baltico stanno approfondendo i rilievi sul gasdotto danneggiato: cinquecento milioni di dollari è la prima stima dei costi per la riparazione del tubo e il ripristino del flusso del gas. Per questa ragione i consulenti russi stanno valutando per quanto tempo i tubi danneggiati possono resistere all’esposizione all’acqua salata. È evidente che gli attacchi alla pipeline rendono tortuosa la ripresa delle relazioni russo-tedesche.

Yamal

Mosca ha detto ok a riprendere le forniture di gas naturale all’Europa attraverso il gasdotto Yamal-Europe, che generalmente scorre verso ovest, ma è stato invertito dopo che la Polonia ha rifiutato di acquistare dalla Russia. Secondo il vice primo ministro russo Alexander Novak il mercato europeo rimane rilevante, “poiché la carenza di gas persiste e abbiamo tutte le opportunità per riprendere le forniture, ad esempio, il gasdotto Yamal-Europe, che è stato interrotto per motivi politici, rimane inutilizzato”.

Energia uguale Pil: il Fondo monetario internazionale (Fmi) ipotizza che in Russia la produzione economica diminuirà del 2,3% mentre la Banca centrale russa presume che il Prodotto interno lordo diminuirà dall’uno al quattro percento.

Qui Mar Nero

La nuova scoperta di gas nel Mar Nero, secondo quanto annunciato dal governo di Ankara, ammonterebbe a 1 trilione di dollari. È stata la nave di perforazione Fatih a individuare altri 58 miliardi di metri cubi (bcm) di riserve di gas naturale a una profondità di 3.023 metri a Çaycuma 1, notizia che ha fatto gongolare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo cui verrà data una svolta all’indipendenza energetica del Paese, visto che le riserve di gas naturale nel Mar Nero ammontano a 710 miliardi di metri cubi. Ankara mira a iniziare a pompare il gas nella rete nazionale nel 2023 , centenario della fondazione della moderna Türkiye, con una produzione sostenuta a partire dal 2027-2028. In questo anno il governo ha perforato 94 pozzi esplorativi e 56 pozzi produttivi. Secondo il ministro dell’Energia il prossimo anno ci saranno 207 pozzi con 134 centri di esplorazione e 73 di produzione.

“L’obiettivo finale – ha commentato Erdogan – è dichiarare l’indipendenza energetica dal petrolio e dal gas naturale stranieri il prima possibile. Siamo determinati a garantire che Türkiye diventi il ​​centro dell’energia nelle regioni del Mar Caspio e del Mediterraneo e del Medio Oriente”.

Scenari

I numeri dell’anno che sta terminando sono utili per comprendere contingenza e scenari futuri. Il mercato delle perforazioni offshore è di nuovo in piena espansione, con la crescita dell’attività di perforazione negli Stati Uniti che si sta stabilizzando. Inoltre le tariffe giornaliere per gli impianti di perforazione offshore sono in forte aumento a causa di una domanda più forte. Alla voce gas naturale è aumentata la domanda di unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione di Gnl (GNL-FSRU) proprio mentre l’Europa è nel pieno della contrazione dell’approvvigionamento energetico.


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