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La sfida per il futuro dei Black Hawk si riapre con il ricorso di Sikorsky

Sikorsky (Lockheed Martin) e Boeing hanno presentato una protesta formale all’ufficio del Congresso Usa responsabile delle spese federali, in merito alla gara per il velivolo del futuro dell’Esercito Usa, assegnata inizialmente a Bell. La decisione è prevista per aprile

Prosegue la gara per decidere il futuro tecnologico della componente aerea dell’Esercito degli Stati Uniti. Sikorsky (Lockheed Martin), insieme a Boeing, ha infatti presentato formale protesta riguardo alla scelta fatta dall’Army nel contesto della gara per il Future long-range assault aircraft (Flraa), una delle due competizioni del programma Future vertical lift (Fvl) con il quale l’esercito a stelle e strisce intende rinnovare la sua flotta di velivoli. A inizio dicembre, infatti, l’Army ha selezionato il convertiplano V-280 di Bell, simile al V-22 Osprey, per la gara Flraa (prima di due commesse, la seconda in aggiudicazione nel 2023). Il consorzio Sikorsky-Boeing aveva invece presentato il Defiant X, un elicottero dotato di doppio rotore coassiale, con due rotori che girano in direzioni opposte, la cosiddetta tecnologia X2.

Il ricorso

La protesta formale è stata presentata al Government accountability office (Gao), l’ente del Congresso Usa responsabile di sorvegliare tutte le spese e le performance federali, riportando le proprie valutazioni direttamente ai legislatori del Campidoglio. Come dichiarato dal presidente di Sikorsky, Paul Lemmo, il team del Defiant ha condotto “un’approfondita valutazione delle informazioni e dei feedback presentati dallo Us Army” con l’esito che “i dati e le discussioni ci portano a credere che le proposte non siano state valutate in modo coerente per fornire il miglior valore nell’interesse dell’esercito, dei nostri soldati e dei contribuenti americani”. Adesso il Gao ha cento giorni per decidere sulla questione, con una definizione prevista per il 7 aprile 2023.

Il Flraa

Il programma Flraa vale circa 1,3 miliardi di dollari, con un impegno iniziale di 232 milioni per il prossimo anno e mezzo. A pieno regime, il programma dovrebbe valere, secondo le stime dell’Esercito, circa settanta miliardi di dollari. L’obiettivo è sostituire il leggendario elicottero UH-60 Black Hawk, per lungo tempo la spina dorsale dell’aviazione dell’Esercito Usa, impiegato per trasportare le truppe sul campo di battaglia. Tale transizione però avverrà su tempi molto lunghi perché l’US Army sta ancora acquisendo BlackHawk.

Defiant X

Il Defiant X proposto da Sikorsky-Boeing è dotato di tecnologia detta X2, basata su due rotori sovrapposti le cui pale ruotano in direzione opposta per il movimento verticale, mentre un propulsore di coda garantisce la spinta al velivolo, una  combinazione che permette all’apparecchio di raggiungere velocità prossime ai 500 chilometri orari, doppie rispetto ai velivoli ad ala rotante tradizionali, che hanno sempre avuto un limite tecnologico sulla velocità causato dalla cosiddetta “dissimmetria della portanza”, ovvero l’impossibilità degli elicotteri con rotore singolo di superare certe velocità che altrimenti causerebbe uno stallo. La velocità garantita dai doppi rotori della tecnologia X2 non si esprime soltanto in orizzontale ma anche verticalmente. Responsabile del programma Future vertical lift Internazionale di Sikorsky è, tra l’altro, un italiano, Luigi Piantadosi, nominato a luglio del 2021, già direttore Europa e Nato per la società americana.

Performance migliorate

Altro elemento cruciale della tecnologia proposta da Sikorsky-Boeing è il rotore di coda, che permette al Defiant di effettuare manovre impossibile agli elicotteri standard e non costituisce più un elemento flight-critical, ovvero se colpito non pregiudica il volo dell’elicottero. Il rotore posteriore può anche essere disingaggiato per consentire un volo più silenzioso. Inoltre, i velivoli X2 sono in grado di volare più in alto delle controparti tradizionali, sono estremamente manovrabili, con una capacità di virata molto più stretta e un’accelerazione più rapida.

Integrazione All domain

L’altra importante capacità posseduta dagli elicotteri con tecnologia X-2 è quella di essere progettati in partenza con una architettura modulare aperta (Mosa) capace di integrarsi con gli altri mezzi e velivoli attualmente in servizio nei diversi domini operativi militari. Questa integrazione permette al mezzo di comunicare con le truppe terrestri, i satelliti e gli altri sistemi per restituire ai centri di comando un quadro completo della situazione sul campo di battaglia.

Il Fara

Oltre al Flraa l’Esercito degli Stati Uniti sta perseguendo anche il programma parallelo del Future attack reconnaissance aircraft (Fara) per un elicottero da ricognizione e attacco, a cui Sikorsky partecipa con il proprio modello “Raider X”. Secondo quanto stabilito dall’Esercito Usa, i due sistemi del Fvl dovranno agire in combinazione e in connessione con un ecosistema di sistemi di quinta generazione, con il Fara che effettuerà la penetrazione dei sistemi di difesa avversari, anche grazie a droni lanciati direttamente dal velivolo, per consentire poi al Flraa di trasportare le truppe fino a destinazione in sicurezza.

L’interesse italiano

L’Italia ha più volte ribadito il suo interesse verso il programma Fvl, con lo stesso capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, che intervistato da Airpress, ha ricordato come “quella del Future vertical lift sia la tecnologia del futuro” aggiungendo che “per il settore dell’elicottero propulso, l’Aeronautica militare italiana debba puntare su questo investimento”. La tecnologia Fvl risponde, per Goretti, ai requisiti operativi delle Forze armate “ne sono fermamente convinto, così come sono convinti i miei colleghi dell’Esercito e del Segretariato generale della Difesa”.

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