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L’asse Salvini-Ronzulli e il futuro del governo Meloni

Nei due partiti la tensione è enorme. La forza dell’asse tra Matteo Salvini e Licia Ronzulli non è né potrebbe essere più quella di prima. Grande, di conseguenza, è la curiosità degli osservatori

Durante la scorsa legislatura il cosiddetto centrodestra di governo si resse sull’asse Salvini-Ronzulli. Vecchie sintonie e nuovi interessi indussero l’allora indiscusso leader della Lega e la leader di fatto di Forza Italia a concordare le strategie dei rispettivi gruppi parlamentari fino ad ipotizzare la nascita di una “federazione” che alle orecchie di molti suonò come un annuncio di scioglimento del partito fondato da Silvio Berlusconi nel partito che fu di Umberto Bossi. Tra calcoli politici e calcoli personali, ad unire i due era anche la comune ostilità nei confronti di Giorgia Meloni. Da allora, però, tutto è cambiato.

Aver messo in crisi il governo Draghi per anticipare il più possibile le elezioni non è servito ad impedire che Fratelli d’Italia ottenesse quasi il doppio dei voti di Lega e FI messi insieme. La Meloni è dunque diventata premier, Forza Italia ha per la prima volta reso pubblico un conflitto interno che ancora oggi la sconvolge, governatori leghisti e giorgettiani hanno iniziato a svuotare la leadership di Salvini partendo dalle rappresentanze territoriali del Nord.

Nei due partiti la tensione è enorme. La forza dell’asse tra Matteo Salvini e Licia Ronzulli non è né potrebbe essere più quella di prima. Grande, di conseguenza, è la curiosità degli osservatori. Ci si chiede se e in che misura la crisi del salvinismo e la crisi di Forza Italia incideranno sulla stabilità del governo guidato da Giorgia Meloni e sul futuro del centrodestra.

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