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Dopo gli Usa, il Giappone stringe accordi spaziali con l’Ue

Nuovo accordo Copernicus firmato dal Giappone e dalla Commissione europea per promuovere lo scambio di dati di Osservazione della Terra. Così si offriranno vantaggi reciproci, con l’Ue che fornirà a Tokyo l’accesso ai dati e servizi di Copernicus, e il Giappone che fornirà all’Ue un accesso libero e gratuito ai dati provenienti dai suoi satelliti non commerciali

La volontà di Tokyo di rafforzare le proprie cooperazioni in ambito spaziale non si ferma a Washington. Il ministero giapponese dell’Economia del commercio e dell’industria (Meti) ha infatti concluso un accordo con la Commissione europea per facilitare la condivisione di dati di Osservazione della Terra seguendo un principio di reciprocità. Ad apporre la firma per il Vecchio continente è stato il direttore generale della DG Defis, Timo Pesonen, nella cornice del dialogo bilaterale tra Ue e Giappone a tema Spazio che si svolge in questi giorni a Bruxelles. L’accordo mira ad accelerare l’utilizzo dei dati satellitari, fra cui quelli di Copernicus, per diverse applicazioni, in una serie di settori di comune interesse. Tra questi vi è ad esempio la gestione a lungo termine delle risorse naturali, il monitoraggio delle zone costiere e marine, l’inquinamento, la biodiversità, il monitoraggio delle emissioni di anidride carbonica, la sicurezza alimentare e la riduzione del rischio di catastrofi. Si tratta di un’ennesima dimostrazione del cambio di strategia operato dal Paese del Sol Levante per diventare sempre più un player di primo piano anche in orbita.

L’accordo

Così l’accordo vuole promuovere la diffusione dei dati e dei servizi forniti da Copernicus in tutto il mondo, permettendo la condivisione reciproca di dati di Osservazione della Terra tra l’Ue e il Giappone. Accordi simili per lo scambio di dati sono già stati stretti con gli Stati Uniti, l’Australia, il Brasile, la Colombia, il Cile, l’India, l’Ucraina, la Serbia e l’Unione africana. Nel dettaglio, sarà il “Gruppo di coordinamento Copernicus Ue-Giappone”, formato dal Meti, dall’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa), dall’Agenzia spaziale europea (Esa), dalla Commissione europea e dall’Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteorologici (Eumetsat), a occuparsi di attuare l’accordo.

Mutui benefici di connettività

L’intesa è stata stretta da Tokyo e Bruxelles con il preciso intento di apportare vantaggi per entrambe le parti. L’Ue infatti fornirà da parte sua un accesso più facile ai dati di Copernicus per gli utenti giapponesi, grazie all’hub Tellus Data che ospiterà i dati Copernicus Sentinel e stabilirà un collegamento con il Copernicus data access system. D’altro canto, il Giappone fornirà alla Commissione un accesso libero e gratuito ai dati provenienti dai suoi satelliti non commerciali di Osservazione della Terra. In questo modo i servizi di Copernicus potranno essere ancora più precisi e migliorati grazie ai dati supplementari ottenuti dai satelliti nipponici. L’accordo dunque, secondo le parole di Pesonen,“è un passo atteso da tempo nella nostra cooperazione spaziale con il Giappone” che permetterà di unire “le forze per fornire dati satellitari in modo reciproco, libero e aperto”.

Cooperazione nello spazio

L’Ue e il Giappone in realtà vantano già alle loro spalle una cooperazione di lunga data nel settore spaziale e condividono diversi interessi strategici. L’accordo in questione non farà che rafforzare ulteriormente questo legame, ma Tokyo non si ferma qui. Il Paese nipponico sta perseguendo infatti una rinnovata strategia per quanto concerne lo Spazio e la Difesa, rafforzando le collaborazioni con altri Paesi, tra cui anche gli Usa e l’Italia. Ad esempio, durante un recente incontro a Washington, il segretario Blinken ha dichiarato di essere d’accordo “sul fatto che gli attacchi verso, da o all’interno dello Spazio rappresentano una chiara sfida”. Annuncio arrivato con tempismo per contrastare le mire cinesi, in un momento in cui Pechino sta aumentando significativamente la propria presenza satellitare, anche in riferimento alle attività militari nello Spazio. Prima ancora di Washington, il primo ministro giapponese Fumio Kishida aveva incontrato a Roma il presidente Giorgia Meloni, e durante il vertice le relazioni italo-nipponiche sono state elevate a “partenariato strategico”, prevedendo anche un meccanismo di consultazioni bilaterali Esteri-Difesa simile a quello attivo tra Giappone e Stati Uniti. Tokyo, del resto, è legata a Roma anche per il progetto del caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap), comunemente noto come Tempest.

Un anno spaziale per il Paese del Sol levante

Il 2023 si preannuncia essere un anno di svolta per il Giappone nello Spazio. Entro aprile, infatti, per la prima volta nella storia, un lander lunare privato – realizzato dalla società privata Ispace – proverà ad atterrare sul suolo lunare. L’obiettivo è raccogliere dei campioni di regolite dal satellite terrestre per poi venderli alla Nasa, come stabilisce un accordo tra i due. “Sarà il primo caso al mondo di transazioni commerciali di risorse spaziali sulla Luna da parte di un operatore privato”, aveva commentato lo scorso novembre il ministro giapponese della politica spaziale, Takaichi Sanae. Un precedente non indifferente che fungerebbe da apripista alla vendita di risorse spaziali estratte dai corpi celesti per trarne profitto. A differenza di altri giganti commerciali che operano nel settore spaziale, come SpaceX e Blue Origin, l’approccio giapponese alla Space economy risulta diverso, proiettato oltre gli ormai “canonici” lanci di satelliti verso lo sfruttamento delle risorse.

(Foto: Commissione europea)


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