La moneta nazionale russa ha ricominciato ad apprezzarsi, creando non pochi problemi alle entrate commerciali e alle imprese della Federazione che esportano commodities in cambio di dollari. Per questo, nell’attesa di una saldatura con lo yuan, il Cremlino pensa a una stablecoin con l’Iran
Una moneta virtuale, agganciata all’oro, per bypassare un problema non da poco: un rublo che ha ricominciato ad apprezzarsi. Sono settimane, ormai, che la moneta nazionale russa sta recuperando sul dollaro, la valuta alla base di tutti, o quasi, i flussi commerciali. Il che, non è sempre un bene per le finanze dell’ex Urss. I controlli auto-imposti da Mosca all’inizio della guerra sui movimenti di capitale in uscita, le restrizioni occidentali alle operazioni in dollari ed euro da parte di privati e Banca centrale, la contrazione delle importazioni e il boom delle esportazioni per via della corsa dei prezzi energetici hanno portato a un notevole rafforzamento del rublo.
Il tasso di cambio effettivo reale si è così apprezzato del 47%. Tuttavia, a lungo andare ciò ha gradualmente effetti negativi sul saldo delle partite correnti e a cascata su quello delle finanze pubbliche: il rublo forte, infatti, si traduce in minori entrate federali dato che le aziende esportatrici di commodities fatturano in valuta straniera e pagano le tasse in valuta locale. A Mosca vedere la propria valuta a un livello più debole è dunque scenario auspicabile.
Per questo, nell’attesa di una auspicata (da Putin) saldatura monetaria con lo yuan, così da creare un blocco contro il dollaro, l’opzione del Cremlino si chiama Iran. La Banca centrale iraniana, infatti, starebbe collaborando con il governo russo per emettere insieme una nuova criptovaluta garantita da riserve d’oro. Secondo l’agenzia di stampa russa Vedomosti, l’Iran starebbe collaborando con la Russia per creare un token della regione del Golfo Persico che servirebbe come metodo di pagamento nel commercio estero.
E, queste le parole di Alexander Brazhnikov, direttore esecutivo dell’Associazione russa della crypto industria, il token dovrebbe essere emesso sotto forma di stablecoin sostenuta da riserve auree. Un tale asset mirerebbe a consentire transazioni transfrontaliere al posto di valute quali il dollaro statunitense, il rublo russo o il rial iraniano. E, nemmeno a farlo apposta, la potenziale criptovaluta opererebbe in una zona economica speciale ad Astrakhan, dove la Russia ha iniziato ad accettare le spedizioni di merci iraniane.