Secondo il parlamentare di FdI, membro del Comitato Interparlamentare per un Iran Libero, “il regime di Teheran già si era manifestato come autocratico”. I ragazzi che manifestano per più diritti sono stati torturati per estorcere loro la confessione di delitti che non hanno commesso. “Tutto ciò è aberrante”. La richiesta italiana? “Designare le Guardie Rivoluzionarie come entità terroristica”
La comunità internazionale ha sottovalutato il dossier iraniano, dice a Formiche.net Elisabetta Gardini (FdI), membro del Comitato Interparlamentare per un Iran Libero, gruppo che intende promuovere iniziative parlamentari per l’affermazione della democrazia e della libertà in Iran a sostegno degli iraniani (assieme ai colleghi Bazoli, Maiorino, Malan, Parrini, Scurria, Speranzon, Terzi, Girelli, Gribaudo, Manzi, Polidori, Pozzolo).
La richiesta italiana è di designare le Guardie Rivoluzionarie come entità terroristica. “Credo che la comunità internazionale deve a questo punto dare delle risposte un po’ più concrete, perché noi stiamo assistendo ad un eroismo che però equivale ad immolare questi ragazzi”.
Se lo aspettava l’attacco all’Italia da parte del neo ambasciatore iraniano Reza Sabouri?
No, io non me lo aspettavo: fuori da ogni regola della diplomazia. Arriva poco dopo l’appello rivolto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Secondo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il dialogo con Teheran è compromesso e la linea rossa superata: quali gli scenari anche alla luce della sua audizione di giovedì in Aula?
L’audizione è stata molto molto precisa, ribadendo quella che è la nostra posizione. Devo dire che in questa situazione, ancora prima che da parlamentare, mi sento coinvolta come persona e come madre quando vedo ragazzi di vent’anni impiccati. È una cosa che mi sconvolge veramente e mi stringe lo stomaco: faccio fatica ad andare oltre questo sentimento così devastante perché è una cosa totalmente aberrante. Non è possibile che avvengano ancora episodi del genere. Penso che ci sia stata, fino a poco tempo fa, una sottovalutazione da parte della comunità internazionale rispetto ad un regime che già dimostrava di essere un regime autocratico.
Su questa traccia si muoverà il Comitato Interparlamentare per un Iran Libero di cui fa parte?
Sì. Qualche settimana fa in Senato ci siamo collegati con la leader dell’opposizione e presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), la signora Maryam Rajavi, con cui abbiamo discusso dei possibili passi per sostenere la rivolta popolare guidata dalle donne in Iran. L’avevo già conosciuta a Roma alcuni anni fa, quando il sindaco era Gianni Alemanno ed era stata invitata ad un evento in Comune. Da europarlamentare, in seguito, a Bruxelles sono rimasta in contatto con loro e devo dire che avevano sempre sollecitato da parte della comunità internazionale una maggiore attenzione. Siamo dovuti arrivare a questo punto, purtroppo, e mi auguro davvero che ci sia una una maggiore attenzione sul punto sottolineato dal ministro Tajani.
Ovvero?
Designare le Guardie Rivoluzionarie come entità terroristica. Il Senato può impegnare il governo a perseguire questo obiettivo adottando una risoluzione vincolante. Inoltre l’Italia aveva già dato un primo chiaro segnale, non rinnovando l’invito rivolto al Ministro degli Esteri dell’Iran ad incontrare il capo della diplomazia del nostro paese in occasione dei “Med Dialogues 2022”. Inoltre l’impegno è quello di bloccare l’esecuzione delle sentenze di condanna a morte emesse nei confronti dei manifestanti arrestati e sollecitare il rilascio immediato, ritirando ogni accusa nei loro confronti, di tutti i detenuti che sono stati arrestati unicamente per aver esercitato pacificamente i propri diritti alla libertà di espressione. Credo che la comunità internazionale deve a questo punto dare delle risposte un po’ più concrete, perché noi stiamo assistendo ad un eroismo che però equivale ad immolare questi ragazzi.
L’Italia continua a chiedere la moratoria sulla pena di morte: può bastare?
Sono stata appena nominata nella delegazione italiana nel Consiglio d’Europa per partecipare al Consiglio. L’Iran è un Paese che ha ancora la pena di morte e deve sospenderla come la Turchia che ha dovuto aderire alla moratoria per far parte del Consiglio d’Europa. Noi siamo contrari alla pena di morte anche verso il peggiore criminale. Ma in questo caso non ci sono pericolosi criminali, bensì ragazzi che sono stati torturati per estorcere loro la confessione di delitti che non hanno commesso. Siamo in presenza di un contesto che è fuori da qualunque regola.