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Facciamo l’Eastmed, il gasotto delle democrazie. L’appello di Formentini

Parla il vicepresidente della Commissione Esteri della Camera: “Sarebbe interesse di tutti i players mediterranei stabilizzare l’intera area con una nuova e grande infrastruttura. Mi auguro che le diffidenze turche possano essere smussate. E nei Balcani l’Italia può portare know how, tecnologia, sicurezza”

Il gasdotto delle democrazie, l’Eastmed, sarebbe molto utile sia per tutti i player mediterranei coinvolti per stabilizzare l’intera area con una nuova e grande infrastruttura, sia in particolare per l’Italia che potrebbe diventare il principale hub del gas. Così a Formiche.net il vicepresidente della Commissione Esteri della Camera Paolo Formentini (Lega). “Assicura una fornitura costante nel tempo e soprattutto a un prezzo costante”.

Dopo le nuove scoperte di gas a Cipro e in attesa delle indagini a Creta, quanto servirebbe dopo il TAP una nuova infrastruttura da Israele all’Italia?

Sul punto ho presentato una risoluzione in Commissione nella scorsa legislatura ed una due giorni fa, proprio per capire quale fosse la posizione del Governo italiano sul gasdotto EastMed. Ritengo che questo gasdotto, definito delle democrazie, possa avere un’importanza strategica e sia di interesse nazionale.

I costi elevati sono un problema?

Vi sono dei costi elevati sì, ci sono delle difficoltà tecniche ma è anche vero che la stessa opera è sempre disponibile anche per il trasporto di idrogeno e, quindi, anche in vista della tanto decantata transizione energetica. È un’opera di fondamentale importanza.

Perché?

Perché, a differenza del gas liquefatto, assicura una fornitura costante nel tempo e soprattutto a un prezzo costante. E, come ben sappiamo, ogni prodotto ha una durata negli anni: questo servirebbe a diversificare, non solo le fonti di approvvigionamento, ma anche le rotte.

Chi non lo vuole e perché?

Una speranza in questo senso è data dal fatto che, nello scambio degli ambasciatori tra Israele e Turchia, recentemente avvenuto dopo anni di gelo, c’è stata una certa ma almeno apparente distensione tra i due Paesi: sarebbe molto importante continuare così. Ricordiamo tutti le problematiche che ci sono state dopo il memorandum turco-libico e la questione delle acque territoriali europee.

L’Italia già ha già un vantaggio geologistico con il TAP. Qualora, in prospettiva, si realizzasse anche l’Eastmed cosa accadrebbe?

L’Italia diventerebbe il principale hub europeo nel Mediterraneo, tant’è che l’Europa è favorevole all’operazione come si evince dai contributi allo studio di fattibilità. C’è un’opera che non possiamo lasciarci sfuggire: per cui l’Italia con questo Governo deve prendere posizione e, a mio avviso, realizzare l’opera nel tempo più breve possibile.

Il Ministro degli esteri Antonio Tajani lo ha detto dal primo giorno del suo insediamento che l’Italia può avere un ruolo nel Mediterraneo orientale e nei Balcani. Come attuare queste intenzioni?

Tutto ciò che accade nel Mediterraneo e nei Balcani riguarda anche l’Italia, molto da vicino: sono tutte ricadute che poi si vedono direttamente sul nostro territorio, quindi è un dovere per l’Italia occuparsi di queste aree geografiche nell’interesse del popolo italiano, ma anche nell’interesse di questi Stati. L’Italia può portare know how, tecnologia, sicurezza.

Dovremmo tornare ad occuparci di Libia…

Questa è un’evidenza. Sui Balcani c’è stato un ottimo inizio del Governo con le missioni di diversi ministri, appunto, anche per cercare di ridurre le tensioni presenti in Kosovo tra etnia serba e etnia kosovara albanese. Auspico che sia garantita la sicurezza nel Mediterraneo centrale ed orientale coinvolgendo anche la NATO. L’errore che non dobbiamo fare è disinteressarci di Paesi instabili come Libia e Tunisia, ma dobbiamo usare tutte le nostre migliori energie per stare accanto a questi popoli. Non dimentichiamo che soffrono, che vivono nell’insicurezza e nell’incertezza economica e a loro possiamo fornire sicurezza anche nell’interesse nazionale italiano, visto il traffico di armi, di stupefacenti e di esseri umani e che poi ovviamente arrivano sulle nostre coste.

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