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Intelligenza artificiale, patto Ue-Usa per lo sviluppo democratico

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Washington e Bruxelles stringono un accordo per far evolvere la tecnologia “sulla base di valori e interessi comuni” e garantire che i sistemi di intelligenza artificiale del futuro siano sicuri, affidabili e a prova di autocrazia. Nel mentre Baidu, il più importante motore di ricerca cinese, annuncia che fonderà il proprio chatbot (simile a ChatGPT) nei propri servizi

L’Intelligenza artificiale sarà uno dei grandi driver tecnologici del secolo, un moltiplicatore delle capacità tecnologiche e un terreno di competizione tra modelli – quello democratico e quello autocratico. E gli alleati transatlantici sono intenzionati a coordinare gli sforzi facendo convergere i rispettivi “set di istruzioni” per lo sviluppo di questa tecnologia. La collaborazione in questo ambito è una delle più promettenti nel Consiglio commercio e tecnologia (Ttc) tra Stati Uniti e Unione europea, e i risultati iniziano a vedersi.

Washington e Bruxelles hanno ufficialmente intensificato la cooperazione sulla ricerca in materia di IA, con la firma di un “Accordo amministrativo sull’intelligenza artificiale per il bene pubblico” in seno al Ttc. Da una parte c’è l’amministrazione di Joe Biden e un Paese che si sta affermando come la culla dell’IA generativa; dall’altra la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, origine della bozza di ciò che probabilmente diventerà la cornice regolatoria più importante del settore, l’AI Act.

Il principio dell’accordo con gli States è stato esplicitato dal commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, durante la cerimonia virtuale di venerdì. “Sulla base di valori e interessi comuni, i ricercatori dell’Ue e degli Stati Uniti uniranno le forze per sviluppare applicazioni sociali dell’IA e collaboreranno con altri partner internazionali per ottenere un impatto davvero globale”. Cinque le aree prioritarie: previsione di fenomeni meteorologici estremi e del clima, gestione della risposta alle emergenze, miglioramento della salute e della medicina, ottimizzazione della rete elettrica e potenziamento tecnologico sul versante dell’agricoltura.

I due partner costruiranno modelli comuni, ma non condivideranno i database su cui addestrare le IA, scrive Euractiv. “I grandi insiemi di dati contengono spesso dati personali che è difficile separare dal resto”, e c’è il problema della condivisione dei dati che si risolverà (forse) solo con il nuovo Privacy Shield. Per ora i dati statunitensi restano negli Usa e quelli europei rimangono nel Vecchio continente, ha detto a Reuters un funzionario statunitense, ma si può costruire un modello che consenta ai diversi sistemi di “parlarsi” perché più dati e più differenza equivale a un sistema migliore.

A ogni modo, le due potenze condivideranno risultati e risorse con altri partner internazionali “che condividono i loro valori ma non hanno la capacità di affrontare questi problemi”. Sullo sfondo c’è la rivalità sistemica con la Cina, che a sua volta sta spingendo sullo sviluppo IA. Nelle ultime ore è emerso che Baidu, il “Google cinese”, sta pianificando per marzo il lancio di un servizio di chatbot (Ernie) che integrerà nel proprio motore di ricerca, così come Microsoft si immagina di infondere la tecnologia di ChatGPT nei propri servizi.

Su queste colonne abbiamo già dimostrato come i chatbot possono rivelarsi strumenti tanto potenti quanto fuorvianti nella ricerca di informazioni. I sistemi come ChatGPT si sono rivelati eccellenti nel generare testo e immagini plausibili, ma lo fanno “a tentoni”, senza una reale consapevolezza di cosa significhi quello che producono e dell’impatto sociale delle informazioni che offrono. E la qualità dei dati su cui si addestra un chatbot – specie se sono falsati, o politicizzati – si rifletterà nell’output.

Il pericolo si annida nel potenziale della tecnologia: in un futuro in cui affideremo una ricerca a un chatbot e ci fideremo del risultato generato, saremo ancora più esposti a informazioni potenzialmente fuorvianti o addirittura manipolate. Se poi il sistema è stato creato in grembo a un sistema autocratico, il rischio che i risultati siano “manovrati” diventa ancora più evidente. Questo è uno dei temi che l’alleanza transatlantica sull’IA si promette di affrontare – e uno dei motivi per cui Ue e Usa devono assicurarsi che l’evoluzione e l’adozione di massa di queste tecnologie rimanga su binari intrinsecamente democratici.

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