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Kim spara un altro missile per festeggiare il Capodanno

Il leader nordcoreano rilancia sul nucleare: incremento esponenziale dell’arsenale, nuovi missili e un satellite militare da mettere in orbita nel 2023. Non è chiaro quanto questo obiettivi siano raggiungibili, ma il Nord alza il livello della minaccia e testa nuove armi

Il leader nordcoreano Kim Jong Un è entrato nel 2023 come usciva dal 2022: un altro test missilistico che rientra nel set che lo scorso anno ha raggiunto un numero record. Kim ha anche ordinato l’espansione “esponenziale” dell’arsenale nucleare del suo Paese e lo sviluppo di un missile balistico intercontinentale ancora più potente, secondo quanto propagandato dai media statali.

Le mosse di Kim sono in linea con la direzione generale della sua leadership e dunque del suo programma nucleare (che della leadership è il vettore). Il satrapo nordcoreano ha ripetutamente giurato di aumentare sia la qualità che la quantità del suo arsenale per far fronte a quella che definisce l’ostilità degli Stati Uniti. Pyongyang mira a ottenere lo status di potenza atomica: la deterrenza correlata le permetterebbe di avere maggiori leve si tavoli di confronto con gli altri attori internazionali.

“Sono desiderosi di isolare e soffocare (la Corea del Nord), senza precedenti nella storia dell’umanità”, ha detto Kim durante una riunione del partito di governo recentemente conclusa, secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale Korean Central News Agency. Per questo, “la situazione attuale richiede un raddoppio degli sforzi per rafforzare in modo massiccio la forza militare”.

Durante l’incontro di sei giorni, volto a determinare l’evoluzione degli obiettivi strategici dello Stato, Kim ha proposto (ossia ordinato) quell’aumento esponenziale dell’arsenale atomico per produrre in massa armi nucleari tattiche pensante per un campo di battaglia ben determinato: la Corea del Sud. Pyongyang ha anche presentato un progetto per lo sviluppo di un nuovo missile balistico intercontinentale con capacità di “contrattacco nucleare rapido”, un’arma che invece potrebbe essere pensata per colpire gli Stati Uniti continentali. Di più: il primo satellite di ricognizione militare prodotto dal Nord sarà lanciato “il prima possibile”, ha detto la KCNA.

Non è chiaro (visto l’imperscrutabilità del regno) quanto questi obiettivi siano attuabili nel corso del 2023. Il mese scorso, la Corea del Nord ha affermato di aver effettuato test chiave necessari per lo sviluppo di una nuova arma strategica, un probabile riferimento a un missile intercontinentale a combustibile solido, e di un satellite spia.

È chiaro invece che le dichiarazioni di Kim siano intrise di propaganda. Il leader ha la necessità di continuare a spingere sul confronto ideologico con sfogo militare anche per cercare di manipolare la mente dei suoi cittadini e obliterare le disastrose condizioni di vita che devono subire a causa delle sanzioni internazionali (collegate proprio alle ambizioni atomiche di Kim).

L’identificazione da parte di Kim della Corea del Sud come nemico e la menzione delle politiche ostili degli Stati Uniti e della Corea del Sud sono un pretesto affidabile per il regime per produrre più missili e armi per consolidare la posizione di Kim e provare a concretizzare lo status della Corea del Nord come potenza dotata di armi nucleari.

“Il nuovo anno è iniziato, ma la situazione della nostra sicurezza è ancora molto grave”, ha detto il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol agli alti ufficiali militari durante una videoconferenza. “Le nostre forze armate devono punire risolutamente qualsiasi provocazione da parte del nemico con una ferma determinazione che osiamo rischiare di combattere una battaglia”.

Secondo le informazioni dell’Associated Press, alti diplomatici della Corea del Sud, degli Stati Uniti e del Giappone hanno avuto un confronto telefonico e concordato sul fatto che le provocazioni della Corea del Nord non fanno che aggravare il suo isolamento internazionale e sollecitare la cooperazione trilaterale in materia di sicurezza. Secondo il Ministero degli Esteri sudcoreano, hanno comunque ribadito che la porta del dialogo con la Corea del Nord rimane aperta.

Da quando si è interrotto lo sforzo negoziale che lo aveva visto protagonista di cinematografiche strette di mano con l’allora presidente Donald Trump, Kim Jong Un si è rifiutato di tornare a parlare con Washington e ha intrapreso iniziative per ampliare il suo arsenale. A questo si legano i test: ogni missile lanciato permette ai nordcoreani di aumentare le proprie capacità e raffinare i propri mezzi.

“È stato durante il suo discorso di Capodanno 2018 che (Kim) ha ordinato per la prima volta la produzione di massa di testate e missili balistici, e nel prossimo anno raddoppierà l’obiettivo di espansione quantitativa”, ha commentato Ankit Panda, esperto del Carnegie Endowment for International Peace. L’analista, tra i più esperti sul dossier coreano, ha spiegato che il riferimento a un nuovo ICBM sembra riguardare un sistema a propellente solido, che potrebbe essere testato a breve; il lancio del satellite potrebbe invece avvenire ad aprile, mese in cui cade il Giorno del Sole (festa nazionale in occasione del compleanno del fondatore ed ex presidente Kim Il-sung).

Le preoccupazioni per il programma nucleare della Corea del Nord sono cresciute da quando, l’anno scorso, il Paese ha approvato una nuova legge che autorizza l’uso preventivo di armi nucleari in un’ampia gamma di situazioni e ha apertamente minacciato di usare per primo le sue armi nucleari. Durante la riunione del partito della scorsa settimana, Kim ha ribadito questa minaccia.

Il Comando degli Stati Uniti per l’Indo-Pacifico ha dichiarato che l’impegno degli Stati Uniti a difendere la Corea del Sud e il Giappone “rimane ferreo”. L’aumento della retorica abbinato al crescente numero di test e alle pressioni conseguenti che arrivano dagli alleati, chiama il presidente Joe Biden a un nuovo coinvolgimento su un dossier che finora ha cercato di mantenere marginalizzato.

Pyongyang ha potuto continuare i suoi test missilistici vietati anche perché la Cina e la Russia hanno bloccato gli Stati Uniti e altri paesi dall’inasprire le sanzioni dell’ONU al Consiglio di Sicurezza. Questa è un’altra complicazione per gli Stati Uniti. Inoltre, l’ondata di lanci vista nel 2023 indica che il Paese è incoraggiato dall’avanzamento del suo programma militare e potrebbe prepararsi a un test nucleare.

“I suoi recenti lanci missilistici non sono stati tecnicamente impressionanti. Invece, l’elevato volume di test in orari insoliti e da varie località dimostra che la Corea del Nord potrebbe lanciare diversi tipi di attacco, in qualsiasi momento e da molte direzioni”, ha detto ad AP Leif-Eric Easley, professore dell’Università Ewha di Seul.

Le animosità tra le Coree rivali si sono ulteriormente aggravate dall’inizio della scorsa settimana, quando la Corea del Sud ha accusato la Corea del Nord di aver fatto volare dei droni attraverso il confine fortificato per la prima volta in cinque anni e ha risposto inviando i propri droni verso il Nord.

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