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Il Qatar non perdonerà la Russia. Messaggio all’Occidente da Davos

Doha vuole mandare a Washington e Bruxelles un messaggio: niente aperture politiche eccessive a Mosca. Il Qatar preserva i suoi interessi anche internazionali

Il ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, martedì è sembrato correggere una dichiarazione controversa fatta dal suo collega all’Energia riguardo alla guerra della Russia in Ucraina. Le dichiarazioni del capo della diplomazia qatarino, membro della famiglia regnante (nota non secondaria), sono state fornite durante un’intervista con Hadley Gamble della CNBC a Davos, a latere del World Economic Forum (altro aspetto non secondario: il contesto). Parole che sono sembrate un messaggio di rassicurazione rivolto a Washington e a Bruxelles, partner strategici di Doha e componenti della Nato (in cui il Qatar è inglobata con il rango di “non-Nato Major Ally” acquisito nel 2022).

L’episodio a cui al Thani ha fatto riferimento è avvenuto lo scorso fine settimana, quando Saad Sherida al-Kaabi, ministro dell’Energia del Qatar e capo dell’azienda statale del gas, si è detto sicuro che il gas russo alla fine tornerà a fluire verso l’Europa, poiché il continente “perdonerà e dimenticherà” Mosca per la sua invasione dell’Ucraina.

“Siamo tutti fortunati a poter dimenticare e perdonare. E penso che le cose si aggiustino con il tempo […] impareranno da quella situazione e probabilmente avranno una diversità molto più grande [nell’approvvigionamento energetico]”, ha detto sabato al-Kaabi, durante un forum sull’energia ad Abu Dhabi.

Il commento ha scatenato reazioni critiche, anche perché è arrivato proprio quando un attacco missilistico russo ha ucciso almeno 40 civili in un quartiere residenziale di Dnipro, a centinaia di distanza dal fronte — con i soccorritori che stanno ancora cercando decine di dispersi. Alla domanda di Gamble se il commento di al-Kaabi fosse la posizione ufficiale del Qatar, Al Thani ha risposto: “Beh, in realtà non lo è. Prima di tutto, dal punto di vista politico, quando parliamo della situazione e della guerra, il Qatar ha una posizione politica molto chiara al riguardo: non accettiamo l’invasione di un altro Paese. Non accettiamo la minaccia con la forza o l’uso della forza, non accettiamo che vengano feriti dei civili. E lo abbiamo dimostrato con i nostri voti all’interno delle Nazioni Unite”.

Il ministro ha poi aggiunto: “Il nostro messaggio ai russi e agli ucraini è sempre stato […] questo tipo di differenze e disaccordi non dovrebbero essere risolti sul campo di battaglia, ma attraverso il dialogo”.

Al Thani ha poi parlato della futura sicurezza energetica europea, che passa anche dal Qatar. Paesi come la Germania (ma in parte anche l’Italia) hanno deciso di aumentare le importazioni di Gnl da Doha per sopperire alla necessità di sganciarsi dalla dipendenza energetica da Mosca. A fine novembre, QatarEnergy e ConocoPhillips hanno firmato accordi per l’esportazione di 2 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto all’anno in Germania per almeno 15 anni, a partire dal 2026.

“È una decisione europea”, ha detto: “In fin dei conti, dal nostro punto di vista e [secondo] la nostra politica, come Stato del Qatar, non politicizziamo mai l’energia. Riteniamo che il cibo, le medicine, l’energia, siano elementi che devono essere protetti, perché sono per la gente, non per il governo o per ragioni politiche”. Ancora: “Per molto tempo le politiche [europee] non sono state realistiche”, sottolineando una transizione energetica troppo zelante che ha sminuito l’importanza dei combustibili fossili e si è affidata troppo alle energie rinnovabili.

Le posizioni del ministro rispecchiano gli interessi strategici del Qatar. E d’altronde anche quelle di al-Kaabi per certi versi (finalizzate forse anche a sottolineare il valore del Paese nell’ambito delle differenziazioni necessarie per l’Europa).

Va comunque tenuto conto che Doha, come altri Paesi del Golfo, punta a mantenere buone relazioni con la Russia. Il suo fondo sovrano, Qatar Investment Authority (che ha una dotazione da oltre 300 miliardi di dollari), possiede circa il 19% del gigante petrolifero russo Rosneft e nonostante la guerra sia contraria ai principi di sovranità sottolineati dal ministro al Thani, i qatarini non sembrano intenzionati a ritirare gli investimenti russi. Però vogliono evitare esposizioni politiche.

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