La strada di un nuovo equilibrio in Ue, indicata dal sottosegretario Fazzolari, si somma alla prospettiva dell’accordo di cooperazione rafforzata con la Germania che potrebbe bilanciare il patto del Quirinale e quindi ancorare maggiormente Italia nel cuore politico dell’Europa inserendosi nella dinamica franco-tedesca che non è più affiatata come un tempo
Il disegno immaginato dal governo Meloni sugli equilibri europei non passa solo dalle ovvie contingenze legate a Pnrr, debito italiano, Covid e migranti (temi su cui la presidente del Consiglio ha dialogato in pochi giorni, nell’ordine, con Martin Weber, Olaf Scholz e Ursula von der Leyen). Ma si allarga progressivamente ad una prospettiva spiccatamente politica. Esiste la possibilità di allargare il tavolo non solo all’attualità ma alla consuetudine di rapporti e visioni. Potrebbe essere questa una contingenza utile al governo nella fase due: ovvero dopo il “trimestre di allenamento” (Bali, Nato, Ue, manovra) Palazzo Chigi prova ora ad imboccare la strada delle cose da fare con velocità di crociera stabile e non più dettata dalle emergenze/contingenze di inizio mandato.
Roma & Bruxelles
Oltre al meeting con la presidente della Commissione europea giunta a Roma per l’anniversario della scomparsa di David Sassoli, Giorgia Meloni sta tracciando una mappa di leve da azionare: sul tavolo la prospettiva dell’accordo di cooperazione rafforzata con la Germania che potrebbe bilanciare il patto del Quirinale e quindi ancorare maggiormente Italia nel cuore politico dell’Europa inserendosi nella dinamica franco-tedesca che non è più affiatata come un tempo. In questo Meloni ha l’opportunità di uno spariglio assai interessante.
Il sottosegretario all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, ha spiegato in una lunga intervista a Libero che esiste la precisa esigenza di un nuovo equilibrio europeo, con “l’Italia centrale nel ridisegnare i rapporti di forza all’interno dell’Ue”.
Nuovo equilibrio
Il riferimento è alla contingenza di un “quadro complesso”, dove non è consentito “banalizzare troppo”. Secondo Fazzolari i rapporti privilegiati tra alcuni stati dell’Unione rischiano di produrre danni ad altri stati membri. Per cui la chiave per una ridefinizione è da ritrovarsi nella constatazione che “una Ue eccessivamente incentrata sull’asse franco-tedesco ha mostrato grandi limiti”.
In questo pertugio può inserirsi l’Italia della Meloni “che non è fuori dall’Europa, ma lavora per spostare l’asse verso una maggioranza che nasca da un’intesa tra Partito Popolare e Conservatori”. E a chi solleva il dubbio di una possibile incrinatura dei rapporti con Francia e Germania, Fazzolari replica che i due paesi sono alleati fondamentali dell’Italia, ma “è tempo che l’Italia torni a relazionarsi senza complessi di inferiorità con i suoi partner europei, anche nell’interesse della stessa Unione”.
Scenari
È chiaro, dunque che il macro tema del Pnrr (Fitto sempre presente, così come con Meloni a Stoccolma da martedì) determinerà il tenore dei rapporti tarati sull’oggi, ma è altrettanto evidente che il 2024 è dietro l’angolo: la coalizione Ursula può spostarsi a destra tenendo Ursula come punto di equilibrio e garanzia? Questo il discrimine, che potrebbe tradursi per Giorgia Meloni in un successo, sia pre che post.
@FDepalo