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Roma, Berlino, Parigi. I tre passi di Meloni con lo sguardo all’Ue

La strada di un nuovo equilibrio in Ue, indicata dal sottosegretario Fazzolari, si somma alla prospettiva dell’accordo di cooperazione rafforzata con la Germania che potrebbe bilanciare il patto del Quirinale e quindi ancorare maggiormente Italia nel cuore politico dell’Europa inserendosi nella dinamica franco-tedesca che non è più affiatata come un tempo

Il disegno immaginato dal governo Meloni sugli equilibri europei non passa solo dalle ovvie contingenze legate a Pnrr, debito italiano, Covid e migranti (temi su cui la presidente del Consiglio ha dialogato in pochi giorni, nell’ordine, con Martin Weber, Olaf Scholz e Ursula von der Leyen). Ma si allarga progressivamente ad una prospettiva spiccatamente politica. Esiste la possibilità di allargare il tavolo non solo all’attualità ma alla consuetudine di rapporti e visioni. Potrebbe essere questa una contingenza utile al governo nella fase due: ovvero dopo il “trimestre di allenamento” (Bali, Nato, Ue, manovra) Palazzo Chigi prova ora ad imboccare la strada delle cose da fare con velocità di crociera stabile e non più dettata dalle emergenze/contingenze di inizio mandato.

Roma & Bruxelles

Oltre al meeting con la presidente della Commissione europea giunta a Roma per l’anniversario della scomparsa di David Sassoli, Giorgia Meloni sta tracciando una mappa di leve da azionare: sul tavolo la prospettiva dell’accordo di cooperazione rafforzata con la Germania che potrebbe bilanciare il patto del Quirinale e quindi ancorare maggiormente Italia nel cuore politico dell’Europa inserendosi nella dinamica franco-tedesca che non è più affiatata come un tempo. In questo Meloni ha l’opportunità di uno spariglio assai interessante.

Il sottosegretario all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, ha spiegato in una lunga intervista a Libero che esiste la precisa esigenza di un nuovo equilibrio europeo, con “l’Italia centrale nel ridisegnare i rapporti di forza all’interno dell’Ue”.

Nuovo equilibrio

Il riferimento è alla contingenza di un “quadro complesso”, dove non è consentito “banalizzare troppo”. Secondo Fazzolari i rapporti privilegiati tra alcuni stati dell’Unione rischiano di produrre danni ad altri stati membri. Per cui la chiave per una ridefinizione è da ritrovarsi nella constatazione che “una Ue eccessivamente incentrata sull’asse franco-tedesco ha mostrato grandi limiti”.

In questo pertugio può inserirsi l’Italia della Meloni “che non è fuori dall’Europa, ma lavora per spostare l’asse verso una maggioranza che nasca da un’intesa tra Partito Popolare e Conservatori”. E a chi solleva il dubbio di una possibile incrinatura dei rapporti con Francia e Germania, Fazzolari replica che i due paesi sono alleati fondamentali dell’Italia, ma “è tempo che l’Italia torni a relazionarsi senza complessi di inferiorità con i suoi partner europei, anche nell’interesse della stessa Unione”.

Scenari

È chiaro, dunque che il macro tema del Pnrr (Fitto sempre presente, così come con Meloni a Stoccolma da martedì) determinerà il tenore dei rapporti tarati sull’oggi, ma è altrettanto evidente che il 2024 è dietro l’angolo: la coalizione Ursula può spostarsi a destra tenendo Ursula come punto di equilibrio e garanzia? Questo il discrimine, che potrebbe tradursi per Giorgia Meloni in un successo, sia pre che post.

@FDepalo

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