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Dal Tempest alla sfida cinese. Tokyo avvicina Atlantico e Pacifico (anche via Roma)

Con la sua visita in Giappone, il segretario generale della Nato Stoltenberg ha evidenziato il legame sempre più stretto tra il Paese del Sol levante e lo spazio Atlantico. Dal Gcap alle nuove ambizioni di sicurezza di Tokyo, la partnership con l’Occidente cresce, con un ruolo importante anche del nostro Paese

Nessun partner Nato è altrettanto vicino o capace del Giappone. A dirlo è stato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, in visita a Tokyo per un incontro con il primo ministro nipponico, Fumio Kishida. Un incontro per parlare delle sfide alla sicurezza globale che legano il Paese del Sol levante all’Alleanza e, soprattutto, la prova della rinnovata centralità del Giappone negli affari internazionali. In particolare, la visita rappresenta la dimostrazione di quanto Atlantico e Pacifico siano ormai vicini, e di come la tendenza Nato sia di osservare sempre più da vicino il quadrante orientale, come fonte della principale minaccia strategica globale del prossimo futuro. I due leader, infatti, hanno concordato una dichiarazione congiunta che definisce l’ambizione condivisa di rafforzare ulteriormente la cooperazione Nato-Giappone.

Le minacce per Atlantico e Pacifico

Al centro del colloquio Stoltenberg e Kishida hanno discusso delle sfide crescenti che arrivano dalla regione, a partire dall’assertività globale della Cina, fino alle provocazioni militari della Corea del Nord. Anche il Giappone ha riconosciuto come la crisi aperta dall’invasione russa dell’Ucraina sta avendo delle ripercussioni che non si limitano all’Europa, definita da parte nipponica una sfida all’ordine internazionale. A preoccupare, in particolare, sono i legami tra Mosca e Pechino, con Stoltenberg che avverte come la Cina “sta osservando da vicino e sta imparando lezioni che potrebbero influenzare le sue decisioni future”. Di fronte a questo scenario è necessario che la Nato e il Giappone rimangano uniti e fermi per proteggere la libertà e la democrazia dalle spinte dei regimi autoritari contro l’ordine internazionale basato sulle regole.

Il rinnovato protagonismo di Tokyo

Il segretario generale ha inoltre elogiato il Giappone per la sua nuova Strategia di sicurezza nazionale e la Strategia di difesa nazionale, che definiscono un livello di ambizione più elevato, tra cui nuove capacità e un aumento della spesa per la difesa. I documenti erano già stati apprezzati anche da parte americana, nel corso della visita del primo ministro Kishida alla Casa bianca a metà gennaio. Nei tre testi, infatti, Tokyo ha concretizzato la volontà del Giappone di acquisire nuove capacità e di aumentare i fondi per la Difesa, raggiungendo quota 2% del Pil entro il 2027. Un ulteriore dimostrazione della volontà del Giappone di abbandonare il suo tradizionale pacifismo dopo l’invasione russa dell’Ucraina e il livello sempre più elevato di assertività cinese.

Il programma Gcap

La visita di Stoltenberg è iniziata alla base aerea di Iruma, dove ha incontrato il ministro della Difesa, Toshiro Ino, e il capo di Stato maggiore della Forza di auto-difesa aerea giapponese (Jasdf) generale Shunji Izutsu. Tra gli assetti mostrati al segretario generale, anche gli aerei cargo schierati proprio nella base che Tokyo ha impiegato per rifornire sostegno all’Ucraina. Proprio nel settore aereo, tra l’altro, Tokyo è impegnata con Londra e Roma sul progetto del caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap), comunemente noto come Tempest. Per Kishida, il programma Gcap in particolare potrà gettare “le fondamenta di una cooperazione bilaterale di medio e lungo periodo nell’ambito della sicurezza”.

Un avvicinamento che passa per Roma

Legami che vedono Tokyo sempre più vicina anche al nostro Paese, con il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che dovrebbe recarsi nell’arcipelago a breve. Durante il tour europeo di Kishida di inizio anno, il premier giapponese ha del resto incontrato a Roma il presidente Giorgia Meloni. Un vertice che era servito a elevare le relazioni italo-nipponiche a “partenariato strategico”, prevedendo anche un meccanismo di consultazioni bilaterali Esteri-Difesa simile a quello attivo tra Tokyo e Washington nel contesto dei colloqui “2+2”, la riunione periodica e sistemica tra i ministri relativi dei due Paesi.


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