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Ue-Nato, avanti così. Putin ha unito i “consumatori di sicurezza”. Parla Pontecorvo

Conversazione con l’ambasciatore italiano: “Se si legge un comunicato Nato o dell’Ue sull’Iran o sull’Ucraina o sulla Bielorussia, non si avverte la differenza e deve essere così perché c’è una sintonia globale, ma il dissidio greco-turco impedisce di andare avanti. In Ucraina l’Occidente sta facendo veramente il massimo”

Vladimir Putin ha ottenuto un risultato preciso: ha fatto diventare consapevole l’Occidente, l’Europa, l’America, il Canada e Giappone di essere tutti consumatori di sicurezza, invece di restare esportatori.

Lo dice a Formiche.net, commentando la nuova cooperazione Ue-Nato, l‘Ambasciatore Stefano Pontecorvo, con una corposa esperienza alle spalle: tra i suoi precedenti incarichi figura quello di vice capo missione presso le ambasciate d’Italia a Londra e Mosca, già ambasciatore italiano in Pakistan oltre che Senior Civilian Representative della Nato in Afghanistan.

Il presidente Putin voleva dividerci ma ha fallito”, ha detto Jens Stoltenberg dopo l’intesa siglata oggi sulla nuova cooperazione Ue-Nato. Un passo verso la difesa comune?

Grandi passi verso la difesa comune si fanno da dieci anni: è un problema di volontà politica e non di firma di carte, oltre che evidentemente di finanziamenti. Detto questo, l’Unione europea e la Nato possono lavorare insieme vista anche la pratica coincidenza degli Stati membri tra le due organizzazioni. Per rafforzare la difesa comune senz’altro occorre quello spirito di concorrenzialità che un tempo c’era e che va ritrovato.

Questo accordo cosa porta in dote?

Il segnale forte è il simbolismo, importante stante la situazione attuale con il dissidio greco-turco ancora aperto: questo rischia di essere, come gli altri, una montagna che partorisce un topolino. Ovvero leggendo il testo esso è largamente procedurale, perché appunto il dissidio greco-turco impedisce di andare avanti. Apre invece scenari abbastanza promettenti nel caso in cui quel contenzioso si ricomponga: non è un caso che siano stati i vertici delle amministrazioni a vedersi e non i due Consigli, perché nei due consigli c’è una sorta di tacita delega ai vertici a portare avanti quanto possibile il rapporto, mentre nel frattempo si appiana o quantomeno si diminuisce il dissidio che impedisce di andare avanti. Lo scenario è sempre promettente ma c’è il grande tema dei rapporti tra Turchia e Consiglio della Ue.

L’autonomia strategica oltre alla difesa coinvolge anche le mosse politiche, ha ricordato von der Leyen: come approcciarsi dunque a Paesi come Bielorussia e Iran?

Quello che ha detto la von der Leyen è assolutamente corretto ma sono passaggi che servono a non approfondire i distinguo che già ci sono: se si legge un comunicato Nato o dell’Ue sull’Iran piuttosto che sull’Ucraina o sulla Bielorussia, non si avverte la differenza e deve essere così perché c’è una sintonia globale.

In questo senso che peso hanno i negoziati avviati dalla Svezia con gli Usa per un accordo di cooperazione per la difesa?

Sono segnali molto importanti: di fatto poi la Svezia non è da sottovalutare, né sul piano militare né sul piano dell’industria. Conferma inoltre gli scenari di collaborazione a tutto campo “dell’Occidente” che oramai è diventato tutto un consumatore di sicurezza.

Ovvero?

Questo è il grande risultato che ha ottenuto Putin, cioè ha fatto diventare consapevoli l’Occidente, l’Europa, l’America, il Canada e Giappone di essere tutti consumatori di sicurezza invece di restare esportatori.

Come rendere più forte il supporto all’Ucraina? Armi e poi?

Armi e informazioni: devono intervenire tutti gli attori che possano avere un ruolo. I cinesi non hanno nessun interesse, né intenzione di intervenire; gli indiani sono sempre stati piuttosto dietro le quinte. Credo che l’Occidente stia facendo veramente il massimo. Osservo che bisogna fare con più rapidità, nel senso che sul piano militare le conquiste o le difese vanno puntellate e la situazione militare va consolidata. Questi passaggi andrebbero accelerati.

@FDepalo



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