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Viaggio nello spazio. Geopolitica del quarto dominio

Crescita del settore privato accanto ai grandi player governativi, aumento degli investimenti dei capitali di rischio, militarizzazione dello spazio, utilizzo dei dati satellitari per uso commerciale. Questi e molti altri argomenti sono stati oggetto della conferenza “Viaggio nello Spazio”, con Marcello Spagnulo e Raffaele Mauro

Cos’è la geopolitica dello spazio? Quali sono i principali trend dell’economia dello spazio? E quali sono le implicazioni politiche? Su questi temi si è concentrato l’incontro “Viaggio nello Spazio” con gli ospiti Raffaele Mauro, co-founder e general partner del venture capital Primo Space, e Marcello Spagnulo, autore di Capitalismo stellare. Come la nuova corsa allo spazio cambia la Terra, collaboratore di Airpress e Formiche. L’evento si è tenuto presso la Luiss Guido Carli ed è stato organizzato da Analytica for Intelligence and Security Studies e Associazione Alumni School of Government con il supporto di Mercurio Blog e MSOI Roma.

L’ambiente spaziale è oggi caratterizzato da quattro elementi strutturali, spiega Raffaele Mauro. In primo luogo si assiste da circa dieci anni alla crescente presenza del settore privato in affiancamento ai programmi governativi e ai contractor tradizionali. Questi rimangono comunque centrali per due motivi, ovvero che sono necessari grossi investimenti infrastrutturali abilitanti per i privati e una forte componente di ricerca di base, che non ha immediate ricadute commerciali.

La crescente presenza del privato è esemplificata, ad esempio, dal fatto che gli investimenti di venture capital sono raddoppiati ogni anno negli ultimi cinque anni. Oltre al fatto che tutte le principali aziende tecnologiche stanno acquistando società che operano nel settore.

Poi, cresce sempre di più la rilevanza delle applicazioni a terra delle infrastrutture spaziali. In parole povere: ciò che si fa nello spazio ha sempre più ricadute pratiche. Ad esempio, l’azienda italiana Eoliann utilizza il flusso di informazioni satellitari per monitorare i rischi climatici aggregando dati per creare modelli di rischio su fenomeni quali alluvioni, frane, incendi, eccetera. Ulteriore esempio può essere quello di Irreo, una realtà che sfrutta appunto i dati da satellite in ambito agricolo, per monitorare le colture. Lo spazio diventa sempre più un ambiente in cui diversi settori industriali operano, piuttosto che essere una industry di per sé.

In terzo luogo, si osserva il graduale abbattimento del costo tecnologico. Così come in altri settori, ad esempio l’informatica o la genomica, si sta lavorando con successo ai processi di semplificazione e miniaturizzazione. Per esempio si sta riducendo il costo di portare un chilo di materia in Low Earth Orbit (Leo).

Il quarto trend è di tipo geopolitico. La guerra in Ucraina è forse l’esempio più evidente di come l’ambiente spaziale si intrecci alle vicende militari a terra. Marcello Spagnulo porta un esempio significativo: due mesi prima dell’invasione in Ucraina, la Russia ha colpito un proprio satellite con il probabile obiettivo di creare una nuvola di detriti che rendesse difficoltoso il passaggio su quell’orbita dei satelliti statunitensi Starlink. Quest’ultimi infatti giocano un ruolo essenziale nell’assicurare alle forze ucraine la capacità di comunicare e, secondo quanto dichiarato dalla stessa SpaceX proprietaria dei satelliti, sono state effettuate in pochi mesi circa duemila manovre di evitamento correlate a quell’azione dei russi. Un chiaro esempio dell’intreccio tra geopolitica spaziale e geopolitica terrestre.

La proiezione astronautica ha sempre avuto una connotazione militare, sin dalla sua nascita. Basti solo pensare al fatto che le aziende legate ai governi che lanciavano missioni spaziali erano (e sono) le stesse che sviluppavano i missili balistici tanto famosi durante la Guerra Fredda. Ad oggi gli Stati che hanno ottenuto successi nella progettazione di armamenti in grado di abbattere oggetti in orbita sono Stati Uniti, Russia e Cina. Sono poi in fase di sviluppo armamenti a impulsi elettromagnetici o raggi laser accecanti. Probabilmente sarebbe buona cosa tendere a una moratoria internazionale di questi armamenti, come fecero Usa e Unione Sovietica sulle armi nucleari.

Ulteriori temi che si legano all’ambiente spaziale sono quelli dell’energia e della sicurezza cibernetica. Spagnulo ricorda che al di fuori dell’atmosfera terrestre arriva quasi il 50% in più dell’energia solare media rispetto a quella che colpisce la superficie terrestre. Dunque si sta lavorando sullo sviluppo di pannelli fotovoltaici e sulla trasmissione a terra dell’energia raccolta. Per dare un’idea, se si posizionasse un pannello solare di circa 15 chilometri per lato in orbita geostazionaria (circa 36mila chilometri dalla Terra) si potrebbe generare circa un quarto del fabbisogno energetico italiano. Ovviamente la semplicità di questi ragionamenti non deve nascondere la difficoltà tecnologica realizzativa, ma su questo americani, cinesi e giapponesi stanno lavorando per realizzare prototipi in scala ridotta da lanciare in orbita entro il 2030.

La cybersecurity si lega al tema spaziale perché ovviamente è importante tutelare l’intera catena di raccolta ed elaborazione dei dati satellitari da attacchi hacker. Non è un caso che il ministro Crosetto abbia recentemente dichiarato a Formiche.net che l’Italia debba integrare il dominio cyber e quello spaziale. Così come si vogliono proteggere le infrastrutture critiche, i porti, gli ospedali, le ferrovie, bisognerà tutelare anche gli asset che volano a centinaia di chilometri sopra le nostre teste.

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