Blinken ha ammonito Wang: il sostegno della Cina alla Russia non sarà tollerato. Per Washington la questione conta più del pallone, perché se Pechino fornisce materiale militare a Mosca rischia di incrinare il fronte anti-russo che aiuta la resistenza di Kiev (e dell’Occidente)
Poco prima che il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, incontrasse il capo della diplomazia del Partito/Stato cinese, Wang Yi, i media di mezzo mondo avevano una notizia. Secondo quattro funzionari statunitensi che hanno informato NBC News, gli Stati Uniti ritengono che la Cina possa fornire “assistenza militare non letale” alla Russia da utilizzare in Ucraina e l’amministrazione Biden “teme che stia considerando l’invio di aiuti letali” — ossia armi.
“Ho appena incontrato il massimo diplomatico della Repubblica Popolare Cinese, Wang Yi. Ho condannato l’incursione del pallone di sorveglianza cinese e ho sottolineato che non deve ripetersi mai più. Ho messo in guardia la Cina dal fornire supporto materiale alla Russia. Ho anche sottolineato l’importanza di mantenere linee di comunicazione aperte”, ha dichiarato Blinken dopo aver parlato con Wang al latere della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera. La questione aiuti all Russia è stata dunque tra quelle affrontate nell’incontro sino-americano.
Pechino aiuta Mosca contro Kiev
I funzionari hanno rifiutato di fornire dettagli sul cosa consista questa assistenza militare non letale, ma hanno detto che potrebbe includere equipaggiamenti per l’offensiva di primavera, come uniformi o persino giubbotti antiproiettile. È da un po’ che circolano informazioni di questo genere, ma quello che esce in questo momento è l’accusa più concreta contro Pechino di essere un alleato di fatto di Mosca nella sanguinosa campagna in Ucraina.
Bloomberg e CNN hanno riferito a gennaio che l’amministrazione Biden aveva affrontato i funzionari del governo cinese con prove che suggeriscono che alcune aziende cinesi stavano fornendo supporto non letale alla Russia nella guerra. Ora le fonti statunitensi di NBC News affermano che l’assistenza proviene dallo stesso governo cinese.
Non è chiaro se il supporto violi le sanzioni, hanno detto i funzionari, o se gli Stati Uniti impongano nuove sanzioni o costi alla Cina per questo supporto non letale. Ma è evidente che, se vi fosse la necessità, l’amministrazione Biden non esiterà a colpire coloro che violano le misure presenti.
Gli Stati Uniti si stanno consultando con gli alleati e i partner e stanno condividendo le informazioni che hanno sull’assistenza Cinese ai russi e stanno valutando le azioni di prendere. Monaco, dove (come ogni anno) tutti i principali leader europei hanno partecipato ai panel della Conferenza, è stata un’occasione di confronto.
D’altronde, sin dalle settimane successive all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alti funzionari statunitensi, tra cui lo stesso presidente Joe Biden e il Consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, hanno avvertito Pechino di non fornire supporto materiale alla Russia per la guerra, pena conseguenze. La Cina sembra essersi adeguata e non ha venduto sistemi di armi letali alla Russia. Finora.
E la reazione di Pechino alle accuse?
La vicepresidente statunitense, Kamala Harris, ha sostenuto che la Cina si è avvicinata alla Russia dall’inizio della guerra. Parlando sempre dal palco bavarese, mentre accusava Mosca di commettere crimini contro l’umanità, ha detto: “Siamo preoccupati dal fatto che Pechino abbia approfondito le sue relazioni con Mosca dall’inizio della guerra” e “in prospettiva, qualsiasi passo della Cina per fornire un sostegno letale alla Russia non farebbe altro che premiare l’aggressione, continuare a uccidere e minare ulteriormente un ordine basato sulle regole”.
La Cina per ora non commenta. L’individuazione del pallone, che secondo Pechino era un dirigibile civile che aveva perso la rotta, ha costretto Blinken a rinviare il suo viaggio previsto in Cina all’inizio del mese, sostenendo che si trattava di una “chiara violazione della sovranità degli Stati Uniti e del diritto internazionale”. Da allora, la Cina ha accusato gli Stati Uniti di aver inviato almeno 10 volte palloni aerostatici ad alta quota sopra il suo territorio — un’accusa che i funzionari statunitensi hanno prontamente respinto sostenendo che a differenza dei cinesi, gli americani non hanno programma di spionaggio di quel genere.
Ieri, in preparazione del faccia a faccia Blinken-Wang, il ministero degli Esteri cinese ha sarcasticamente polemizzato contro Washington che “mentre è in grado di individuare un pallone aerostatico a 18mila metri di altezza non riesce a vedere la nuvola tossica di vinilcloruro sopra all’Ohio”. Ci si riferisce all’incidente ferroviario avvenuto nei pressi di East Palestine, dove un paio di settimane fa è deraiato un treno con a bordo sostanze chimiche: mentre il governo statunitense ha effettuato controlli e cercato di evitare il panico sostenendo che le soglie di tossicità sono sotto i limiti, attorno alla vicenda si è costruita molta disinformazione usata anche contro Washington e alimentata anche dai propagandisti pro-Cina.
Blinken ha annunciato di aver accusato la Cina di violazione della sovranità statunitense durante il colloquio con l’omologo cinese, parlando della vicenda del pallone, ma Wang ha risposto di aver chiarito che si trattava di un veicolo civile senza equipaggio con capacità di navigazione limitate andato fuori rotta. “Abbiamo chiesto agli Stati Uniti di gestire la questione in modo calmo e professionale, ma purtroppo gli Stati Uniti hanno ignorato i fatti e hanno usato i caccia per intercettare il pallone. È stato assurdo e isterico”, ha aggiunto, accusando gli Stati Uniti di aver violato i trattati internazionali usando la forza contro il pallone. Wang ha dichiarato che la Cina ha presentato una protesta diplomatica ufficiale.
Comunicazioni aperte ma posizioni ferme
Le posizioni restano ferme, nonostante Washington sottolinei la propria volontà di mantenere aperti comunque i canali di comunicazione. Ma se la questione del pallone è una vicenda più bilaterale, l’accusa sull’appoggio alla Russia ha valore internazionale. Tocca la dimensione del pensiero strategico americano che ha compattato, contro la Russia, il fronte euro-atlantico. Riguarda quello stupro subito del sistema di regole e governance su cui si basa l’ordine globale a trazione occidentale — questo, in ampio, l’invasione ucraina rappresenta. Un livello successivo delle tensioni, che lega i due più grandi Autoritarismi — mentre l’amministrazione Biden ha costruito le proprie azioni di politica estera attorno alla compattazione ideologica del fronte delle Democrazie.
Mentre finora Pechino ha comunque cercato di raccontare la propria posizione imparziale sul conflitto ucraino come un non-appoggio a Mosca, adesso, se le forniture militari denunciate da Washington dovessero essere vere, diventerebbe tutto diverso. La Cina entrerebbe nei fatti — come l’Iran, la Bielorussia e la Corea del Nord — tra i paria fornitori di guerra russi. Una questione che la posizionerebbe automaticamente sul fronte opposto alla Nato e ai Paesi alleati come Giappone e Corea del Sud. Ma perché?
Cosa lega Russia e Cina: l’analisi dell’Ispi
Una risposta può essere ritrovata in un’analisi che Giulia Sciorati dell’Università di Trento e Flavia Lucenti di Roma Tre hanno preparato per l’Ispi sui rapporti Pechino-Mosca. “Nonostante l’emergere di nuovi e più alti ostacoli, Cina e Russia condividono interessi, valori e una visione affine dell’ordine internazionale”, scrivono. “Entrambi rinsaldano il loro partenariato sia a livello retorico, come ribadito da Vladimir Putin e Xi Jinping all’incontro del 30 dicembre 2022, l’ultimo in ordine di tempo, sia sul piano commerciale. Dall’inizio del conflitto [ucraino] la bilancia delle importazioni ed esportazioni tra i due, incluso il settore energetico, è cresciuta di quasi un terzo, raggiungendo i 172 miliardi di dollari”.
“In conclusione — spiegano le sue accademiche — la Cina e la Russia si confermano essere, citando la studiosa Elizabeth Wishnick dei “partner di conseguenza”, legato, più che da una sincera amicizia, dalla necessità di rivendicare uno status globale e dall’intolleranza verso un Occidente che, secondo la loro versione dei fatti, ostacola le loro ambizioni di grandezza”. Diventa complicato dunque pensare che la Cina possa effettivamente fare qualcosa per fermare la Russia. Nei prossimi giorni, Wang lascerà Monaco per andare a Mosca — che forse più avanti potrebbe ospitare anche Xi Jinping, sebbene il leader cinese voglia evitare di essere troppo coinvolto personalmente perché non ama l’essere associato a Putin e alla guerra russa.