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Perché sostengo Bonaccini e l’unità contro l’eversione. Parla Amendola

L’ex sottosegretario agli Affari europei nel governo di Mario Draghi e deputato del Pd spiega a Formiche.net la “sgrammaticatura istituzionale” di FdI e la necessità di “favorire e praticare l’unità contro terrorismo ed eversione”. E su politica estera ed Europa suggerisce alla Meloni celerità

Il Pd ha scelto la linea dura. Nel “gabinetto di guerra” organizzato tra i vertici dem la posizione emersa non prevede compromessi: il sottosegretario Andrea Delmastro e il vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli si devono dimettere. La bagarre in aula, la visita al carcere di una delegazione Pd all’anarchico Alfredo Cospito e rigurgiti violenti per le strade di Milano e Roma sembrano aver ripiombato l’Italia in una stagione che si pensava fosse confinata nell’antro dei ricordi. “Di fronte a grandi questioni come l’eversione, le sgrammaticature istituzionali dimostrate dal Governo sono funzionali unicamente a creare divisioni”. Enzo Amendola, deputato dem e già ministro agli Affari Europei dice a formiche.net che il premier Giorgia Meloni è chiamata a una scelta. “O fa la leader dei moderati, oppure continua a toccare tasti cari alla destra nazionalista”.

Amendola, il premier ha però invitato ad abbassare i toni a partire proprio da FdI. Non le pare un tentativo di ricucitura?

Da parte di importanti esponenti di Fratelli d’Italia abbiamo assistito a un attacco a freddo al nostro partito, che è andato avanti per giorni. L’aspetto più grave è “l’equazione” che è stata fatta e veicolata: la visita in carcere a Cospito da parte di una delegazione del Pd è diventato un pretesto per dire che il nostro partito sostiene Cospito, gli anarchici e i mafiosi. Questo è per noi del tutto irricevibile.

Lei ha parlato di sgrammaticatura istituzionale. 

Certo. Quando ci sono sul piatto questioni così serie, come le aggressioni, il terrorismo e l’eversione gli attacchi di una parte politica, espressione della maggioranza, servono solo a creare divisione nel Paese. Proprio nel momento in cui bisognerebbe favorire e praticare l’unità.

Veniamo agli affari di casa Pd. Lei ha scelto di sostenere la mozione di Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria dem. Perché?

Il Pd è reduce da una sconfitta elettorale, che è prima di tutto politica. La vocazione maggioritaria è stata sconfitta il 25 settembre scorso. Stefano ha il merito di unire la vocazione progressista a una ricerca quotidiana di soluzioni popolari, che parlino ai cittadini. Con lui si possono gettare le basi per la costruzione di una proposta politica alternativa alla destra al Governo. Al governatore emiliano-romagnolo mi legano anni di comune esperienza nel partito. Ha una solidità e una capacità, anche organizzativa, che in questo momento storico sono essenziali. 

Nel caso in cui lui diventasse segretario quale sarebbe l’atteggiamento verso altri partner politici, penso ad esempio al Movimento 5 Stelle? 

Il Movimento 5 Stelle ha approfittato di un vuoto politico lasciato dal Pd, ma le sue radici non affondano nel progressismo di cui, al contrario, il Pd è interprete. Per cui Bonaccini avrebbe senz’altro un atteggiamento non esclusivista ma neanche remissivo. Sono convinto che prima di tutto occorra portare avanti le nostre battaglia in autonomia e senza rincorrere nessuno.

A Meloni va riconosciuto, se non altro, il merito di essersela cavata bene in politica estera. Ora quali sono i dossier sui quali si deve concentrare con più urgenza?

Trovare una via per sostenere le catene di valore nei paesi dell’Europa. Un po’ quello che stanno facendo gli States da una parte e la Cina dall’altra, investendo quantità cospicue di risorse per le proprie catene di valore mettendole al riparo da una spirale inflazionistica fuori controllo. Il tema del Fondo sovrano per l’Economia europea è complesso e richiede unità. Sulla politica europea – a partire dal Pnrr – così come sulle decisioni nel Mediterraneo (per gestire i flussi migratori, evitando l’ecatombe in mare, c’è già una strategia avviata che coinvolge diversi paesi promossa dal governo Draghi nel giugno del 2021), serve celerità.


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