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Cosa (non) c’è di scandaloso nelle parole di Bonaccini su Meloni. Il corsivo di Cangini

Bonaccini ha detto grossomodo quel che ha detto, senza che alcuno si sia scandalizzato, Walter Veltroni. Ovvio che le loro parole intendessero avere il valore del monito. Naturalmente, non è così che l’uscita è stata accolta…

Ma in fondo, cosa ha detto di tanto scandaloso Stefano Bonaccini? Ha detto grossomodo quel che ha detto, senza che alcuno si sia scandalizzato, Walter Veltroni. “Giorgia Meloni è persona capace, si sta dimostrando meglio di quanto ci aspettassimo”, ha sostenuto l’aspirante segretario del Partito democratico. “La destra ha trovato, con Giorgia Meloni, una leader determinata”, ha sostenuto l’ex segretario del Partito democratico.

Ovvio che entrambi abbiano parlato al netto delle differenze radicali tra loro e la leader di Fratelli d’Italia. Ovvio che le loro parole intendessero avere il valore del monito: non sottovalutiamo l’avversario, se vogliamo rappresentare un’alternativa credibile di governo dobbiamo passare dalla demagogia delle demonizzazioni alla concretezza della proposta politica.

Naturalmente, non è così che l’uscita di Bonaccini è stata accolta. Dai capicorrente del Pd che sostengono la candidatura a segretario di Elly Schlein si è infatti levata un’ondata di indignazione. Orrore, Stefano Bonaccini legittima il “nemico”, di cui per giunta nega la matrice “fascista”. Che poi è quel che fece Enrico Letta, quando, carico di amorosi sensi, partecipò ad Atreju, la manifestazione dei giovani di Fratelli d’Italia, assieme alla Meloni. Un idillio, un reciproco riconoscimento politico. Salvo poi tornare alla retorica demonizzatrice di sempre, inastando la consueta bandiera dell’antifascismo militante.

Giova, a questo punto, ricordare le parole di un grande emiliano. Non Stefano Bonacini né Elly Schlein, ma lo storico dell’economia Carlo Maria Cipolla: “Delle specie animali, quella umana e l’unica a non imparare mai nulla dai propri errori”.



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