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Buon compleanno Kim Novak. L’attrice di Vertigo compie 90 anni

La grande attrice americana di origine ceche, Marilyn Pauline Novak (Chicago, 13 febbraio 1933), sul set assunse il nome di Kim Novak e divenne famosa grazie a “Vertigo” (“La donna che visse due volte”, 1958) di Alfred Hitchcock. Eccellente nel film psicologico come nella commedia, recitava con lo sguardo. “Hitchcock mi lasciò una certa autonomia sul set, anche se aveva le idee chiare su tutto”. Oggi è pittrice a tempo pieno. Gli auguri di Formiche.net

«Non volevo fare l’attrice. Al college scopersi la pittura e quello fu il mio primo amore. Sono stata sempre timida. Sono finita casualmente nel cinema. Sono tornata alla pittura a tempo pieno dopo aver smesso con il cinema. Attraverso la pittura dai il meglio di te» (2016). I dipinti di Kim Novak, in piena attività all’età di 90 anni, sono davvero belli e molto apprezzati. Ma il largo pubblico è ancora innamorato, come lo era Scottie (James Stewart) in Vertigo (La donna che visse due volte, 1958), del suo incantato sguardo senza passato, del suo sorriso lento e delicato, della sua flessuosa camminata per le vie di San Francisco, della sua calda voce (in italiano, quella avvolgente di Rosetta Calavetta). Che sia Madaleine o Judy, in tailleur grigio chiaro o in un abito verde, con i capelli biondo platino raccolti a chignon, o castani sulle spalle, pagata per far innamorare un ignaro testimone (appunto Scottie) di uno uxoricidio, o una anonima segretaria, in fondo rimane una pura di cuore. Madeleine/Judy è quella donna che ogni uomo vorrebbe incontrare, di cui vorrebbe innamorarsi. Madeleine/Judy, nonostante gli errori, le finzioni, gli sbagli, le morti, è pronta a far rinascere l’amore su un terreno devastato. Ma talvolta, ci diceva Alfred Hitchcock, il grande amore è negato a chi bara con la vita.

Come ogni spettatore vorrebbe innamorarsi di «Sally la bomba» (Baciami stupido!, 1964, Billy Wilder), la cameriera che arrotonda ‘servendo’ gli avventori. Se in Vertigo Kim Novak camminava facendo immaginare l’oscillazione dei fianchi, qui, tra i tavoli, ancheggia lievemente, come una foglia a primavera su un ramo: tutti i clienti la desiderano. Quando sarà, per uno scambio di persona, la “moglie” per finta dell’organista Orville, resiste alla corte sgangherata della star Dino (Dean Martin: strepitoso) e mostra il suo sguardo da povera Maddalena innamorata per lo sposato Orville (Ray Waltson: un irresistibile imbranato). Sally sogna un marito, una semplice e accogliente casa, che non sia una roulotte in cui vive con un pappagallo e una mini-tv sempre accesa: desidera sentirsi chiamata Mrs…

Quale uomo (ancora James Stewart nei panni del serio editore Sheperd Henderson), non cederebbe al fascino di una giovane bionda signora, Gil, «sono laureata in antropologia», proprietaria d’un antiquariato d’arte afro-orientale, dedita alla magia bianca, insomma, una strega di città, che è disposta ad innamorarsi e a sposarsi pur sapendo che perderà, misteriosamente, immediatamente, i suoi poteri “magici”: Bell, Book and Candle (Una strega in paradiso, 1958, Richard Quine)? Avete presente quando nel suo negozietto (tra gli oggetti vende un’inquietante maschera primitiva, di legno, proveniente «dal Congo belga», che a Sheperd ricorda una sua «istitutrice tedesca») posa gli occhi, da seducente maliarda, sull’ignaro editore, seduta rannicchiata sul divano, a piedi scalzi, come un felino, e, con un drink tra le mani, lo fissa, gareggiando con quello del suo gatto siamese, Cagliostro, usato per le fatture a distanza? Qui la Novak, unica, sfodera un appuntito e trafiggente sguardo.

Nonostante Carla Hardwicke sia accusata ingiustamente di uxoricidio (The Notorius LandladyL’affittacamere, 1962, Richard Quine), come può un giovane diplomatico americano (siamo a Londra), un tantino svampito (Jack Lemmon), essere insensibile ai suoi occhi «color nocciola» (come li definisce il suo capo, l’ambasciatore Ambruster – uno snodabile Fred Astaire -, anch’egli innamoratosene) di cerbiatta? Kim Novak, fa indossare al suo personaggio lo sguardo da innocente che ha rinunciato ad avere giustizia e che non crede più all’amore, ma…

È curioso come negli anni Sessanta, quando la famiglia entrava in crisi e aumentavano i divorzi, a Kim Novak capitarono quattro copioni-capolavori in cui i suoi personaggi erano assetati di amore, di famiglia, di sicurezza. L’ingannatrice Madelein/l’anonima segretaria Judy; la cameriera tuttofare, «Sally la bomba»; Carla, la triste affittacamere; Gil, la strega solitaria: donne sole in cerca di amore, di stabilità, di calore famigliare.

Kim Novak, passata attraverso l’esperienza di un frettoloso matrimonio conclusosi dopo un solo anno (1965-66), con l’attore Richard Johnson (conosciuto sul set di Le avventure e gli amori di Moll Flanders, 1965, Terence Young, dal romanzo di Daniel Defoe), convolerà in seconde nozze nel 1976 con il medico veterinario Robert Malloy, dal quale imparerà ad amare molto gli animali. Anche lei, come i suoi personaggi, aveva sofferto l’assenza di un grande amore, l’esigenza di formarsi una famiglia, e a 43 anni, realizzava il suo sogno.

In una intervista del 2018 concessa a un giornalista boemo, durante una sua visita a Praga, la città dei suoi genitori, alla domanda come mai il successo non l’abbia «schiacciata come era accaduto con Marilyn Monroe» Kim Novak rispondeva: «Le radici. Marilyn era cresciuta sola, non aveva una famiglia. Io sono stata fortunata, avevo una famiglia. Le radici sono importanti».


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