Più si alza il livello della violenza politica più le opposizioni saranno obbligate ad accantonare le polemiche e a fare corpo con la maggioranza in difesa della democrazia e delle istituzioni repubblicane. Il corsivo di Andrea Cangini
Ammetteva due giorni fa un ministro tra i più autorevoli che fino alla scorsa settimana la situazione in Parlamento era “quasi imbarazzante”. A mo’ d’esempio racconta la sua ultima esperienza nell’aula di Montecitorio: “Ho preso la parola su una questione piuttosto controversa e terminato il mio intervento mi sono calato nei panni di san Sebastiano, rassegnato al martirio da parte delle opposizioni…”. E invece? “Invece è intervenuto uno del Terzo Polo che ha attaccato selvaggiamente il Pd, poi uno del Pd che ha attaccato selvaggiamente il Terzo Polo e infine uno del Movimento 5stelle che selvaggiamente ha attaccato entrambi i partiti. Non ci potevo credere, è stato uno spettacolo meraviglioso e me lo sono goduto fino in fondo come fossi al cinema”.
Ecco, quel film è finito. I titoli di coda li ha scritti la coppia Donzelli-Delmastro. Da tre che erano, le opposizioni si sono ridotte ad una: hanno smesso di beccarsi tra loro, si sono compattate, hanno preso di mira il governo.
Un caso di eterogenesi dei fini apparentemente destinato ad inaugurare una fase politica nuova a svantaggio del governo. Ma, inaspettatamente, le circostanze potrebbero giocare a favore della Meloni. Il clamore mediatico della vicenda Cospito, infatti, ha rianimato anche le frange più riottose dell’area anarco insurrezionalista. Un fenomeno eversivo ramificato e tutt’altro che trascurabile. Ma anche un potenziale ed inaspettato aiuto al governo, perché è chiaro che più si alza il livello della violenza politica più le opposizioni saranno obbligate ad accantonare le polemiche e a fare corpo con la maggioranza in difesa della democrazia e delle istituzioni repubblicane. Non c’è da augurarselo, naturalmente, ma in questa sciagurata vicenda i casi di eterogenesi dei fini potrebbero rivelarsi ben due.