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Cospito, la minaccia anarchica e il governo Meloni. Silenzio, parla Beppe Pisanu

“Lo Stato è sotto attacco”. L’ex ministro dell’Interno Pisanu a Formiche.net: “Sul caso Cospito tutti hanno un po’ perso il senso della misura. Ora lasciamoci alle spalle queste polemiche di basso cabotaggio”. E sul governo: “Se è vero che la politica estera è la politica, Meloni se l’è cavata più che brillantemente in questo primo squarcio di legislatura”. Sull’autonomia invece…

Sotto scacco degli anarchici. Il premier Giorgia Meloni ha una linea chiara: “L’Italia è sotto attacco”. Un concetto rilanciato anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani che rincara la dose sul caso Cospito: “Il 41 bis non si può toccare”. Dopo la bagarre scatenata in aula dall’intervento del vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli le opposizioni sono ancora in subbuglio, nonostante l’invito della stessa premier ad abbassare i toni. Chi fornisce, a Formiche.net, un’analisi ponderata e approfondita della situazione è l’ex ministro dell’Interno – punta di diamante della Democrazia Cristiana, Beppe Pisanu.

Facciamo un po’ di chiarezza: lo Stato è davvero sotto attacco?

Ma certo che lo è. Su questa vicenda mi sento di condividere l’atteggiamento assunto dal governo. Evidentemente Cospito sta conducendo una battaglia politica per la soppressione del 41 bis avvalendosi dell’appoggio esterno di un’organizzazione  anarchica (con propaggini anche internazionali) che già da tempo ha stabilito rapporti con settori della sinistra eversiva di stampo marxista. Stiamo parlando di organizzazioni che teorizzano e praticano la lotta armata. Questi non sono più i cavalieri erranti di “Addio Lugano bella”, ma terroristi pronti a gambizzare e a uccidere.

Che idea si è fatto del caso Donzelli-Delmastro e del relativo fuoco di fila proveniente dalle opposizioni?

Mi sembra che tutti, in quel frangente, abbiano perso un po’ il senso della misura. Ma è tempo di uscire e lasciarsi alle spalle queste polemichette di basso cabotaggio. Anche perché serve solo a fare il gioco di Cospito e compagni.

Abbassare i toni, insomma, come ha indicato il premier.

Esattamente. La maggioranza deve riuscire a ristabilire una dialettica corretta con l’opposizione che, a sua volta, deve esercitare le sue prerogative ma nella consapevolezza dei ruoli differenti.

Qual è il suo giudizio sull’operato di Meloni dopo i primi cento giorni di governo?

Se è vero che la politica estera è la politica, Meloni se l’è cavata più che brillantemente in questo primo squarcio di legislatura. Non solo: è riuscita a sbriciolare la montagna di pregiudizi che pendevano su di lei da Bruxelles a Washington. Sulle problematiche legate alla politica interna, mi pare abbia avuto più difficoltà, perché molti in Italia non hanno ancora superato l’atteggiamento pregiudiziale verso di lei e la sua squadra. Tant’è che, a mio parere, lei si sta dimostrando capace di intrattenere rapporti seri e rispettosi con l’opposizione. Alcuni dei suoi no.

Un flash sull’Autonomia?

Prima di avviare questa riforma occorrerebbe un’analisi storica, approfondita, su quello che il regionalismo ha rappresentato per il nostro Paese. E per capire se e come ha appesantito il sistema burocratico, accrescere il debito pubblico e moltiplicare i centri di decisione rendendo più difficili i rapporti fra pubblico e privato a danno delle imprese. Infine, mi chiederei se, oltre ad accrescere giustamente quote di sovranità verso l’alto a favore dell’Europa, lo Stato nazionale possa cederne anche verso il basso a favore delle Regioni correndo il duplice rischio di indebolire se stesso e compromettere le basi della sua unità morale e politica.

 

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