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Guerra, frodi fiscali e pirati della finanza. I rischi per l’economia secondo l’intelligence

Nella relazione sull’attività svolta nel 2022, l’intelligence italiana, guidata da Elisabetta Belloni, ribadisce la massima allerta sui gruppi ostili pronti a calare sull’industria e su chi elude il fisco. E occhio al costo del denaro e alla mina delle sofferenze bancarie

Se cambia la società, cambia anche l’economia. E dunque la finanza. Il comparto dell’intelligence italiano, coordinato dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza guidato da Elisabetta Belloni, lo evidenzia in un capitolo della Relazione sull’attività svolta nel 2022, presentata stamattina. Il punto di caduta è che prima la pandemia, poi lo scoppio del conflitto in Ucraina in seguito all’invasione russa e l’innesco della bomba dell’inflazione, hanno avuto un impatto significativo sull’economia reale italiana, ma non solo.

DOPO LA PANDEMIA, PRIMA DELLA GUERRA

Una premessa. “A seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19, gli Stati dell’Ue hanno adottato misure di bilancio pubblico volte a contrastare gli effetti critici sulle rispettive economie”, si legge nella relazione. “Tali interventi hanno, nel contempo, beneficiato di un sincronizzato piano d’azione delle autorità europee a livello di politica monetaria e il combinato effetto delle citate misure ha finito per contenere gli effetti recessivi. In tale quadro, lo scoppio della crisi ucraina ha determinato ulteriori impatti sugli equilibri di finanza pubblica dei Paesi dell’Ue, chiamati a far fronte anche alle conseguenze sul piano della crescita dell’inflazione trainata dall’aumento dei corsi di energia e materie prime”.

Secondo il Dis, “gli effetti della guerra in Ucraina hanno interessato anche la crescita economica, tanto che, a livello Ue, la stessa si è attestata su tassi inferiori rispetto alle previsioni per il 2022, dal +4% al +3,3%, mentre per l’Italia da una stima del +4,1% al +3,8%. Il complesso dei citati sforzi messi in campo dagli Stati europei sul piano della politica di bilancio pubblico si sono riflessi, ad eccezione di alcuni casi specifici, sui rispettivi livelli di indebitamento (rapporto debito sul Pil), che hanno subìto, nel complesso, un incremento rispetto al 2019”.

SE DI TASSI SI MUORE

L’intelligence italiana stringe poi il campo e segnala l’inasprimento dei tassi voluto dalla Banca centrale europea, da diversi mesi a questa parte (qui l’intervista all’ex ministro Vincenzo Visco). “Il possibile avvio di una fase recessiva a livello globale, connessa agli effetti dell’aumento dei tassi di interesse, potrebbe impattare negativamente sulla capacità di imprese e famiglie di onorare i debiti contratti nei confronti degli istituti di credito nazionali, con un conseguente aumento del tasso di deterioramento dei portafogli creditizi delle banche italiane”.

Non è tutto, attenzione alla mina delle sofferenze. “In aggiunta, la riduzione dei programmi di finanziamento delle autorità europee nei confronti degli istituti di credito potrebbe comportare un taglio dei finanziamenti erogati dal sistema bancario al tessuto economico nazionale, stante la scarsa ricettività dei mercati obbligazionari a livello europeo. Nel settore bancario è emerso un inedito interesse di taluni primari istituti nazionali verso operatori esteri al fine di perseguire piani di espansione in mercati internazionali, in particolare quelli europei. Ciò risulta essere connesso, in parte, ai prolungati processi, da tempo avviati dagli istituti di credito nazionali, di rafforzamento patrimoniale e riduzione dei crediti deteriorati (Non performing loan), che hanno permesso ad alcuni operatori di interessarsi a nuove opportunità di business e strategie di espansione.

OCCHIO AI CORSARI DELLA FINANZA

E che dire di potenziali scorribande straniere sull’industria e la finanza italiana? “Parallelamente”, scrivono gli 007, “è stato rilevato un accentuato dinamismo nell’evoluzione delle progettualità aggregative e acquisitive in atto all’interno del settore finanziario del nostro Paese che, in continuità con il 2021, riguardano, a un tempo, istituti italiani impegnati nel perseguimento di piani di espansione e operatori in difficoltà che necessitano di essere inseriti in realtà di maggiore dimensione. In tale quadro, hanno continuato a registrarsi proiezioni e tentativi di ingerenza nei confronti di operatori nazionali a beneficio di soggetti esteri”.

“Al riguardo, sono emerse strategie di gruppi stranieri finalizzate a conquistare quote di mercato nel settore finanziario del nostro Paese facendo leva su accordi di business e/o inserendosi nella governance di istituti nazionali. Con specifico riferimento al segmento assicurativo, si continua a riscontrare un forte dinamismo di quei contesti, già in atto nel 2021, volti a modificare gli equilibri di governance di primarie compagnie italiane. Sul piano info-analitico, l’attenzione intelligence è stata volta a monitorare, anche in considerazione dei rilevanti cambiamenti sul piano della politica monetaria nell’area Euro, la regolare e ordinata operatività delle infrastrutture finanziarie strategiche, nonché i possibili fenomeni, di natura economica o extra-economica, suscettibili di profilare rischi per gli equilibri del mercato dei titoli di debito sovrano”.

Ovviamente, il grande sorvegliato speciale è il Pnrr. “Non viene, infine, trascurato il monitoraggio di eventuali partecipazioni, da parte di capitali e attori stranieri, a società coinvolte a vario titolo in forniture connesse al Pnrr, che potrebbero essere in grado di influenzare processi strategici per l’innovazione e lo sviluppo, ad esempio nel settore della trasformazione digitale”.

IL FRONTE FISCALE

Ultimo ma non ultimo terreno su cui l’intelligence rimane allerta, è il fisco. Ovvero le frodi legate a chi non paga le tasse o elude le norme legate, per esempio, alla concessione dei bonus. “Alla luce delle declinate condotte controindicate realizzate da variegati attori criminali ai danni del tessuto socio-economico, appare evidente come le fattispecie illecite in materia fiscale rientrino a pieno titolo nel perimetro delle minacce alla sicurezza nazionale”, viene messo in chiaro.

“In tal senso, l’attività di intelligence continua a essere rivolta in direzione di un ampio ventaglio di criticità, acuite dalla sempre più evidente connotazione transnazionale delle più raffinate strategie affaristico-criminali, che nel periodo in esame si riconnettono soprattutto: ai crediti di imposta, con particolare riferimento alla gestione fraudolenta dei bonus edilizi, con la finalità non solo di contribuire al recupero delle indebite riscossioni, comprese quelle trasferite all’estero, ma anche di rilevare l’operatività di professionisti e imprenditori dediti alla creazione di fittizi crediti fiscali, successivamente ceduti a intermediari finanziari, nonché di evidenziare specifiche vulnerabilità del presidio nazionale di prevenzione e controllo. E al rilascio di garanzie da parte di società di servizi finanziari, non abilitate a operare in Italia, a favore di società aggiudicatarie di importanti appalti pubblici. Fenomeno, questo, suscettibile di prospettare non trascurabili profili di rischio per il buon esito degli affidamenti pubblici, oltre che un potenziale pregiudizio all’integrità del mercato e alla libera concorrenza”.

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