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Droni cinesi a Mosca? Cosa cerca Pechino in Ucraina secondo Ohlberg

Per Ohlberg (GMF), la Cina è sua una posizione di “massima neutralità filorussa”, una linea legata alla visione del mondo di Pechino. Anche per questo la reazione alla presentazione dei dodici punti con cui la Repubblica popolare guarda alla crisi è piena di “luci e ombre, come dice il ministro Tajani. E intanto escono informazioni su una possibile fornitura di droni cinesi alla Russia

Secondo le informazioni ottenute dallo Spiegel, la Russia starebbe negoziando con la Cina l’acquisto di 100 droni. Potrebbero essere consegnati già ad aprile, ossia l’assistenza cinese all’invasione russa potrebbe sincronizzarsi con l’offensiva di primavera — quando anche i Paesi Nato con ogni probabilità  invieranno nuove forze a Kiev.

Gli ZT-180, i droni che la Cina potrebbe fornitore alla Russia tramite la produzione della Xi’an Bingo Intelligent Aviation Technology, sono in grado di trasportare una testata da 35 a 50 chilogrammi. Ma si porterebbero in carico molto di più: il senso della fornitura sta nell’assistenza che i cinesi andrebbero a offrire all’avanzata russa in un momento significativo. Mossa che gli Stati Uniti temono, e denunciano come possibile, da qualche tempo.

Armi cinesi per Mosca?

“Per quanto riguarda l’intelligence sull’Ucraina, gli Stati Uniti hanno un bilancio abbastanza buono, ma ancora non abbiamo sufficiente conoscenza per commentare la sostanza delle affermazioni specifiche”, spiega Mareike Ohlberg, analista dell’Asia Program del German Marshall Fund.

“Siamo al corrente del numero crescente di informazioni e dello spiacevole aumento delle forniture di materiale che può essere usato in guerra” dalla Russia, ma “allo stato attuale non abbiamo alcuna chiara evidenza che la Cina stia fornendo sistemi d’arma letali alla Russia”, ha commentato la portavoce della Commissione Europea per gli Affari Esteri, aggiungendo: “Chiediamo alla Cina di evitare qualsiasi forma di assistenza militare all’aggressore”, perché che in caso contrario ci saranno “forti reazioni”.

Nelle stesse ore in cui usciva il documento dello Spiegel, Pechino faceva circolare pubblicamente  il documento di posizionamento sull’Ucraina. Qualcosa che dovrebbe assomigliare a un piano di pace, ma non ha tempi e definizioni determinate. L’aspetto più interessante è che la Cina abbia scelto questo momento – l’anniversario – per iniziare a parlare più esplicitamente della situazione in Ucraina. E lo stia facendo anche con la Russia. Ma qual è l’obiettivo?

Per Ohlberg, in generale, la posizione della Repubblica Popolare Cinese sull’invasione dell’Ucraina, fin dall’inizio, può essere caratterizzata al meglio come una forma di “massima neutralità filorussa”. “In altre parole – commenta con Formiche.net – si presenta come parte neutrale rispetto all’Occidente, fornendo al contempo la massima assistenza possibile alla Russia (soprattutto diplomatica e retorica) senza danneggiare i propri interessi”.

Perché Pechino è su questa posizione? “Il motivo principale è la sua visione dell’ordine mondiale, che le impedisce di prendere le parti degli Stati Uniti e della Nato”, mentre sente maggiore contatto con Mosca, risponde Ohlberg.

La linea dell’Ue davanti al documento cinese

La Commissione Europea ha “preso atto” del documento cinese, che Bruxelles definisca “un’iniziativa politica che sottolinea alcuni principi dello statuto delle Nazioni Unite, ma è selettiva e insufficiente”. La posizione della Commissione sull’iniziativa di Pechino è disuse dettata stamani a Tallinn da Ursula von der Leyen, e trasmessa tramite un briefing alla stampa.

Per l’esecutivo Ue, la posizione della Cina si basa su una “mal riposta attenzione ai cosiddetti legittimi interessi e preoccupazioni delle parti, implicando così una giustificazione dell’invasione illegale della Russia e confondendo i ruoli di aggredito e aggressore”. Per la Commissione europea “il documento non tiene conto di chi è l’aggressore e di chi è la vittima di una guerra illegale e ingiustificata. Siamo chiari: questa guerra potrebbe finire oggi, se la Russia rispettasse il diritto internazionale, se cessasse incondizionatamente gli attacchi e se ritirasse le sue forze all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti”.

Posizione sostanzialmente sostenuta dal segretario della Nato, Jens Stoltenberg, anch’egli oggi a Tallin: “La Cina non ha credibilità perché non ha mai condannato l’invasione della Russia e ha firmato qualche tempo prima dell’invasione russa un accordo per una partnership senza limiti con Mosca”. Sulla possibilità che la Cina fornisca armi alla Russia, Stoltenberg ha spiegato: “Non vediamo alcuna evidenza di aiuti militari anche minimi consegnati, ma cosa vediamo è che ci sono indicazioni che la Cina potrebbe farlo”.

La Cina cerca spazi

Secondo il New York Times, presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sarebbe aperto a colloqui con la Cina, ma ha chiesto di essere incluso nei contatti diplomatici di Pechino (che non ha effettivamente mostrato forme di solidarietà a Kiev). La Cina ha cercato di convincere Mosca e Kiev ad avviare colloqui di pace, pur mantenendo le sue relazioni con la Russia. Anche per questo, il posizionamento cinese è stato definito dal ministro degli Esteri Antonio Tajani un piano con “chiari e scuri”.

“Ci sono posizioni che non coincidono con le nostre perché si parla di un cessate il fuoco che dovrebbe iniziare con la situazione attuale” e ”non si parla di ritiro delle truppe russe” ha spiegato Tajani a Sky Tg 24. ”I russi hanno violato il diritto internazionale, invaso una parte dell’Ucraina, e i cinesi non prendono atto di questo”.

La pubblicazione del documento tattico sulla “crisi” – che non viene chiamata mai guerra – potrebbe essere un modo per dimostrare che Pechino si è impegnata a prendersi carico di parte delle responsabilità che una potenza deve avere. La Cina accusa gli Stati Uniti di gettare benzina sul fuoco perché hanno preso una posizione a favore di Kiev, e si mette in contrasto su questo. E denuncia Washington di fornire informazioni false sulla possibile assistenza militare cinese a Mosca.

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