Skip to main content

Come cambia l’agenda energetica dei Paesi sul Mediterraneo

Da un lato il raddoppio del Tap permetterà di aumentare flussi e consistenza, dall’altro l’isola-hub di Revithoussa e i nuovi poli in Grecia e Cipro fanno il paio con le iniziative targate Eni e Total in Libano. Temi al centro del SE Europe & East Med Forum in programma a Washington e del forum gas di Baku

Cavi sottomarini (vecchi e nuovi), gasdotti che si allacciano idealmente alla geopolitica (prima che ai giacimenti) e alleanze che mutano il loro peso specifico. C’è tutto questo (e anche altro) nell’agenda energetica dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, consapevoli che da un lato la contingenza della guerra in Ucraina ha cambiato scenari e parametri e dall’altro non è consentito ritardare nuove consapevolezze e, di conseguenza, azioni politiche a supporto dei singoli interessi. Ecco un punto sulle relazioni energetiche in atto (Tap + Algeria) e quelle in divenire (EastMed).

Eni in Libano

Il Qatar entra nell’accordo sul gas del Libano sulla scia dell’accordo Gerusalemme-Beirut e si candida a svolgere un ruolo primario nello sviluppo di infrastrutture cruciali. La compagnia energetica statale del Qatar è entrata in un consorzio per esplorare il gas al largo del Libano, con il mediatore statunitense e inviato per l’energia, Amos Hochstein, che ha rivolto le sue congratulazioni al Libano per l’operazione che vede insieme i qatarini con Eni e TotalEnergies: “Accogliamo con favore ulteriori nuovi investimenti nel settore energetico del Libano e un altro esempio di progresso dall’accordo marittimo”.

Secondo l’accordo, QatarEnergy avrà una quota di minoranza del 30% in due blocchi della zona economica esclusiva del Libano, mentre Eni e TotalEnergies manterranno entrambe il 35% delle quote, dopo che la russa Novatek ha ceduto la sua quota di minoranza nel 2022.

Lo scorso novembre Israele aveva autorizzato una società del Qatar ad essere coinvolta nella perforazione di gas naturale nel bacino idrico di Kana-Sidon, che si trova principalmente nelle acque libanesi, ma attraversa la zona economica di Israele. Si tratta di un’area al centro di una controversia con il Libano, risolta tramite un accorso siglato nell’ottobre scorso. Nella bozza è previsto che Israele possa usare il potere di veto sul coinvolgimento di qualsiasi compagnia nell’estrazione di gas dal giacimento.

Grecia & Italia

Un sistema di cavi ionici di IslaLink è arrivato in Grecia e Italia e dovrebbe essere lanciato entro la fine dell’anno. Si tratta di 320 km di fibre che collegheranno Crotone, sulla costa orientale dell’Italia, con Preveza, sulla costa occidentale della Grecia.

Quanto al gas, Atene ha quadruplicato le esportazioni di gas naturale nel 2022 rispetto all’anno precedente, poiché il sistema greco attraverso la stazione di Revythoussa ha colmato il vuoto creato dalla riduzione delle esportazioni di gas naturale russo. L’isola-hub è gestita da Desfa, partecipata dall’italiana Snam, e verrà replicata sia nel porto greco di Alexandroupolis, sia prossimamente a Cipro in un’altra area a forte concentrazione di giacimenti di gas.

Inoltre procede spedita la pratica per il raddoppio del gasdotto Tap: si è conclusa con successo la fase vincolante del processo di capacità incrementale, lanciato lo scorso novembre. Le offerte vincolanti ricevute durante la la prima fase del market test, conclusasi il 25 gennaio, hanno passato le valutazioni di fattibilità economica. Lo stesso ministro dell’energia, Gilberto Pichetto Fratin, lo ha ribadito a margine della presentazione dell’edizione 2024 del Big Science Business Forum: “Per noi il Tap è importantissimo”. E venerdì prossimo a Baku si terrà un forum ad hoc.

Scenari

Infine si registrano una serie di interlocuzioni, sia in riferimento alle concessioni offshore a Creta e del Mar Ionio, sia riguardo ai progetti in piedi che coinvolgono Libia e Turchia. Sembra che i vertici della Libyan State Oil Company (NOC) potrebbero proporre a Grecia ed Egitto lo sviluppo congiunto delle infrastrutture. Era stato lo stesso Farhat Bengdara alcuni mesi fa a spiegare di voler programmare la realizzazione di oleodotti per trasportare il gas naturale in Egitto e in Grecia. Ha anche rivendicato l’ingresso della Libia nell’EastMed Gas Forum, a cui partecipano i due Paesi assieme a Italia, Francia, Israele, Giordania e Palestina. Si tratta di uno strumento politico/diplomatico nato per facilitare lo sviluppo delle infrastrutture del gas naturale nel Mediterraneo orientale.

Del gasdotto EastMed si discuterà a Washington il 6 e il 7 febbraio in occasione della quarta edizione del SE Europe & East Med Forum, organizzato dal Delphi Economic Forum e dall’Hellenic-American Leadership Council: al centro della due giorni una serie di analisi sull’architettura di sicurezza dell’intera regione, sul ruolo svolto dal Mediterraneo orientale nell’autonomia energetica dell’Europa, sull’importanza dell’East Med Gas Forum e sull’allargamento dell’Unione Europea ai Balcani occidentali.

@FDepalo


×

Iscriviti alla newsletter