Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Superare dilettantismo, presentismo e mal di merito. L’esordio dell’Academy Spadolini

Una start-up culturale in fase avanzata l’Academy Spadolini che vuole ripartire dalla memoria del nostro Paese per rispondere in maniera sana a “malattie” della società odierna

Ho scritto più volte e sotto vari aspetti e dimensioni da queste colonne che due fra i mali più gravi della classe politica italiana e purtroppo anche di altri spezzoni delle classi dirigenti sono il “presentismo” e il “dilettantismo”.

Ho scritto e motivato anche più volte che non meno gravi sono gli effetti del “mal di merito”, di cui soffrono la classe politica, larghissima parte del settore pubblico, non poca parte delle nostre classi dirigenti, ecc…

Ebbene, l’Academy Spadolini che ho fondato e presiedo si propone soprattutto di offrire in qualche modo un contributo per tentare di aggredire e man mano sconfiggere questi mali.

Domani 2 febbraio alle 17:30 all’aula dei gruppi parlamentari ci sarà il primo esordio pubblico dell’Academy. L’esordio, non a caso, avverrà in combinazione con la presentazione del libro di Andrea Monorchio e mio, “Memorie di un ragioniere generale dello stato, tra scena e retroscena”(Rubbettino). Si tratta, infatti, di un testo che più che essere un libro di memorialistica, ricostruisce oltre un quarantennio di vita, istituzionale, politica, economica del Paese. Un libro che serve a ravvivare quel senso della memoria storica in larga parte smarrito specialmente da parte della classe politica, così come si riscontra anche nel fisiologico gioco di sponda che avviene tra politica e giornalismo.

È questo quindi un messaggio preciso sull’esigenza di sconfiggere la malattia del “presentismo”. Spadolini è stato un grande professore di storia contemporanea e autore di libri di storia molto importanti. Chi meglio del simbolo del grande statista, storico e uomo di cultura per tentare man mano di frenare, in vista di una possibile estirpazione, quella vera e propria metastasi che è il presentismo, quell’essere abbarbicati quasi esclusivamente al presente senza avere né il senso della memoria storica né quello di progettare il futuro (che può estrinsecarsi solo se c’è un precedente senso della memoria).

Non parliamo poi della gravissima malattia del dilettantismo. Già da molti anni assistiamo ad un grave divorzio della politica dalla cultura, ma tanto più nell’ultimo decennio, specie con l’affermazione dei Cinque Stelle, nutrita dall’ideologia, lanciata dal grande ideologo Grillo, “dell’uno vale uno”, con cui si è passati, appunto, dal divorzio tra politica e cultura alla peggior forma di dilettantismo possibile.

Una malattia che ha aggredito non solo i 5 Stelle, ma purtroppo anche parte significativa delle classi dirigenti delle altre formazioni politiche e che man mano si è diffusa nelle altre porzioni della società. Specie nell’ultimo decennio tanti medici di base si sono trovati di fronte a pazienti convinti di potersi curare da soli, perché erano andati su internet. Tanti veri professionisti di vario livello, compresi magari quelli nominati in ruoli chiave del settore pubblico, sono stati scavalcati da non pochi dilettanti. Eppure l’Italia è ancora piena di veri professionisti, parte dei quali sono però costretti a stare nelle terze, quarte o quinte file perché scavalcati dai dilettanti.

Spadolini è un simbolo chiarissimo per un impegno serio per il progressivo superamento della malattia del dilettantismo, che è lo sbocco finale del divorzio che dura da troppo tempo della politica, ed anche di qualche altro ambiente, dalla cultura. Egli ha infatti incarnato il più felice matrimonio tra cultura e politica della storia della Repubblica, estrinsecato da direttore di grandi giornali, come il Corriere della sera, dal modo in cui ha esercitato le funzioni di primo presidente del Consiglio laico e non democristiano della storia della Repubblica e da presidente del Senato.

L’Italia è, poi, non poco afflitta da quell’altra malattia che amo definire “mal di merito”. Per fortuna qualche piccolo seme sembra si stia gettando, perché ad esempio la presidente del Consiglio Meloni ha voluto che il ministero della Pubblica istruzione assumesse anche la denominazione del merito. Bisognerà però vedere quanto l’azione del governo e delle forze politiche sarà conseguente rispetto a questo. Perché senza una sana meritocrazia si blocca l’ascensore sociale (come da tempo è sostanzialmente bloccato), non c’è quella sana uguaglianza dei punti di partenza prevista dalla Costituzione.

E poi come ho scritto più volte da queste colonne la meritocrazia e la concorrenza sono sorelle gemelle. In questo Paese c’è infatti anche un grave “mal di concorrenza”. Non può infatti esistere una sana meritocrazia senza una vera concorrenza e viceversa. Basti ricordare che la gran parte delle forze politiche, a cominciare da quelle che stanno al governo, sembra che ogni volta che si deve varare una sempre troppo rara (rispetto a quanto previsto dalla normativa) legge sulla concorrenza, l’unico aspetto che interessa è come proteggere i tassisti, come proteggere i bagnanti o qualche altra corporazione. Lo abbiamo visto anche dalle cronache dei giorni scorsi. Ebbene, Spadolini è stato un simbolo del valore del merito e di una sana meritocrazia, in quanto solo grazie alle sue risorse intellettuali e culturali, è potuto salire sull’ascensore sociale, esclusivamente per ragioni meritocratiche, si è sviluppata la sua carriera nei tanti rilevanti ruoli che ha assunto.

Ebbene, l’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini si guarda bene dall’essere qualcosa di affine ad un partito, ma è nata dalla consapevolezza che senza contribuire a nutrire la vita politica di sana cultura politica non si va da nessuna parte e alla classe politica, alle classi dirigenti e al paese viene a mancare un ossigeno fondamentale. Così si corre il rischio di incorrere in quello che Giuseppe De Rita (non a caso presidente del comitato dei garanti dell’Academy) recentemente ha definito, in una intervista a Massimo Franco sul Corriere della sera, la “mediocrità”, ben motivandone i vari aspetti e il grado di diffusione nel corpo politico e in una parte significativa del corpo delle altre classi dirigenti.

Il 6 febbraio ci sarà il debutto dell’Academy Spadolini anche a Milano, dove è stato anche un grande direttore del Corriere della sera e poi un senatore indipendente eletto nelle liste del Partito Repubblicano di cui divenne successivamente anche segretario. A soli due anni dalla sua elezione nel 1972, fondò il ministero dei Beni culturali. Egli fu anche un grande innovatore nelle sue diverse funzioni, perché ad esempio nel 1981, da presidente del Consiglio non solo riuscì a dare una risposta alla grave questione morale con lo scandalo della P2, ma varò anche un Decalogo istituzionale per certi versi ancora molto attuale. Tutte capacità di proposta e di innovazione derivanti dal senso forte di necessaria simbiosi tra cultura e politica, dal senso forte della memoria storica, da una rigorosa professionalità. Ripartire anche dalla memoria di questi aspetti per promuovere una risposta sana a malattie come quella del presentismo, del dilettantismo o come il “mal di merito” e “il mal di concorrenza” è il piccolo progetto di questa sorta di start-up culturale in fase avanzata che è l’Academy Spadolini.

Il problema più grosso che abbiamo per ora è che per l’esordio del 2 febbraio, un po’ per fortuna, un po’ peccato, sono iscritti e confermati 620 cittadini rispetto ad un totale di 290 posti a sedere. È un piccolo problema cui vedremo di fare fronte.

×

Iscriviti alla newsletter