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Una Grand strategy italiana? Camporini legge il vertice Tajani-Crosetto

L’incontro tra i ministri di Esteri e Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto, è un momento per assicurare un’azione univoca del Paese sullo scenario internazionale, con l’obiettivo di creare una visione strategica di lungo periodo. Come spiega ad Airpress il generale Camporini “Esteri e Difesa sono facce della stessa medaglia” e incontri di questo tipo garantiscono direttive precise per lavorare con efficacia e sinergia

fUna visione univoca, sinergica e continuativa nel tempo per assicurare un’azione coerente del Paese nel lungo periodo per affrontare le tante sfide strategiche internazionali. È l’obiettivo prefissato al tavolo Esteri-Difesa, il primo dell’era Giorgia Meloni, che ha visto il confronto tra i ministri responsabili, Antonio Tajani e Guido Crosetto. Una iniziativa che si è posta lo scopo di approfondire insieme le tematiche di comune interesse per cui è necessaria un coordinamento tra Difesa e diplomazia. L’incontro nasce in parte sulla scia dei risultati positivi raccolti dai due ministri nel corso delle visite natalizie nei Balcani. Una dimostrazione dell’unità del governo sullo scenario internazionale. Nell’occasione si era consolidata la volontà di stringere i legami e il coordinamento tra dicasteri per favorire il raggiungimento di risultati positivi, assicurando una continuità d’azione nel tempo.

Le sfide

Tanti i temi sul tavolo, a partire dal prossimo vertice Nato di Vilnius e le problematiche legate al fianco est e sud dell’Alleanza. L’invasione russa dell’Ucraina ha infatti spostato, come necessario, l’attenzione a oriente, ma tra gli obiettivi che il governo si è posto c’è anche quello di non far dimenticare a Bruxelles le problematiche legate al meridione, strettamente legate anche alle instabilità causate dal conflitto. Per questo al tavolo si è parlato di Mediterraneo allargato e della strategia italiana per l’Africa, oltre che naturalmente l’impegno a sostegno di Kiev. Importante anche il confronto sulla prossima delibera missioni del 2023.

Una strategia per l’Italia

Per il ministro Tajani “nell’attuale contesto di crisi in Europa e alla luce dei riflessi in altre aree strategiche è essenziale uno stretto coordinamento e scambio d’informazioni tra Esteri e Difesa”. Parole a cui ha fatto eco Crosetto: “Difesa e Esteri devono muoversi all’estero insieme e nell’interesse dell’Italia”. Per il responsabile di Palazzo Baracchini “l’attuale situazione all’orizzonte è colma di sfide. Ciò impone scelte immediate, pragmatiche e, soprattutto, condivise”. Per il capo della diplomazia, dunque, il Paese deve “rafforzare la capacità di influenzare i processi decisionali politico-militari nei consessi internazionali”. “Una strada che il governo e il presidente Meloni stanno percorrendo in maniera corale”, ha aggiunto Crosetto, che ha registrato come per raggiungere l’obiettivo “occorra una visione strategica a venti trent’anni”.

La cooperazione è indispensabile

“Esteri e Difesa sono facce della stessa medaglia”, ha commentato ad Airpress il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica. “o ha naturalmente il suo compito e la sua libertà d’azione, ma è inconcepibile che la Difesa prenda decisioni senza una visione condivisa con gli Esteri”. Per il generale, troppo spesso in passato ci sono stati “rapporti molto stretti e proficui tra Palazzo Baracchini e la Farnesina a livello tecnico ma mancava un rapporto diretto tra i due ministri”. Si concordavano cose a livello operativo, “ma mancava la benedizione finale del vertice, con momenti con ministri che non si parlavano proprio, creando diverse difficoltà”.

Una consuetudine necessaria

C’è invece bisogno di una collegialità del governo, registra ancora Camporini in modo che quando ci sono tematiche precise sono tutti coinvolti e tutti remano dalla stessa parte. “L’importante di questi incontri è farli” precisa il generale, perché “una volta che si stabilisce una consuetudine, che sia formalizzata o meno è secondario”. Una previsione che non dovrebbe nemmeno essere limitata a Esteri e Difesa, ma coinvolgere il Mimit “per le parti di propria competenza” e gli altri dicasteri per le aree di loro responsabilità. “L’incontro Esteri-Difesa deve essere una cosa assolutamente di routine – conclude Camporini – in modo che da questi incontri scaturiscano direttive precise per gli organismi tecnici in modo da permettere agli operatori di lavorare con serenità ed efficacia”.


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