L’obiettivo dell’edizione 2023 della conferenza è quello di avere il sunto sulla sicurezza, accanto alle considerazioni su cosa in concreto possono fare le democrazie contro il crescente revisionismo degli Stati autoritari. Presente il premier Meloni, che parteciperà anche a un panel con la giornalista della Cnn, Christiane Amanpour
Quaranta capi di Stato e più di 90 ministri attovagliati a Monaco di Baviera per fare il punto sulla guerra in Ucraina, a pochi giorni dal primo anniversario dell’invasione russa. La presenza del premier italiano, Giorgia Meloni (che parteciperà ad un panel con la giornalista della Cnn, Christiane Amanpour) al vertice tedesco è scontata da un lato, ma rafforza il ruolo dell’Italia dall’altro, perché arriva poche ore dopo le parole di Berlusconi su Zelenksy e la reazione del Ppe.
Il ricco parterre (senza la presenza di funzionari russi) prevede la presenza del vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, del presidente francese Emmanuel Macron, di quello polacco Andrzej Duda, del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Presenti anche esponenti politici dell’opposizione russa, come l’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky, l’ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov, il giornalista e premio Nobel per la pace Dmitri Muratov e Julia Navalnaja, moglie Alexei Navalny.
Non sfugge che, pochi giorni dopo la tanto discussa cena ad excludendum organizzata da Macron per il presidente ucraino (con annessa polemica), questo vertice assume un peso specifico significativo, perché rappresenta il palcoscenico ideale per discutere nel merito di tutte le azioni che andranno messe in campo in questa seconda grande fase del conflitto, come l’invio di nuove armi, di munizioni o addirittura di caccia, così come il presidente Zelensky chiedeva.
L’obiettivo dell’edizione 2023 della conferenza è quello di avere il sunto sulla sicurezza, accanto alle considerazioni su cosa in concreto possono fare le democrazie contro il crescente revisionismo degli stati autoritari. Pochi giorni prima della conferenza è stato pubblicato il Rapporto sulla sicurezza di Monaco (Msr) in cui ampio spazio è dato alla guerra di aggressione della Russia che, di fatto, segna una svolta sia nella sicurezza europea che nell’ordine internazionale. Il paper intende contribuire al dibattito su come i difensori dell’ordine internazionale liberale e basato su regole possano ripensarlo per renderlo più resistente e attraente per un gruppo più ampio di Stati.
Inoltre il sondaggio Spotlight Ukraine, condotto appositamente per questo Indice, mostra che mentre gli ucraini sono consapevoli dei particolari pericoli che devono affrontare, gli altri si sentono straordinariamente ben armati per affrontarli.
Non solo Russia, anche guardando all’Iran gli inviti sono partiti solo in direzione di esponenti dell’opposizione e non funzionari, perché nessuno vuole fare un assist a un regime che viola in modo così radicale i diritti umani fondamentali. Di fatto la Conferenza sulla sicurezza di Monaco vuole essere un’organizzazione che rappresenta una politica basata sulle regole all’interno del meccanismo internazionale, che poi andrà tramutata singolarmente dai singoli stati in terreno comune. Per cui dopo le polemiche sulla cena ad excludendum Macron-Zelensky, al meeting tedesco ci sarà la possibilità di distendere la strategia europea per Kiev, con l’Italia protagonista.