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Italia, Somalia. I perché di una relazione speciale

Ospiti di Minniti alla Fondazione Med-Or, i ministri Crosetto, Piantedosi e Tajani hanno scambiato visioni comuni sull’Africa con il presidente della Somalia, Hassan Sheikh Mahmud. Un incontro che accompagna le varie attività con cui in questa fase  l’Italia sta approfondendo le sue attività di proiezione nel Mediterraneo allargato

“Spesso si abusa delle parole ‘relazione’ e ‘speciale’: nel caso di Italia e Somalia non c’è niente di più funzionale di quello che abbiamo scelto come titolo al nostro incontro, ‘relazione speciale’, per descrivere i rapporti tra Roma e Mogadiscio”. Il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, ha inaugurato cosi l’evento organizzato alla Luiss con il presidente somalo Hassan Sheikh Mahmud, seduto insieme ai ministri italiani Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Antonio Tajani.

Un incontro che, come quello ospitato poche settimane fa con il presidente del Niger, accompagna le varie attività con cui in questa fase corrente l’Italia sta approfondendo le sue attività di proiezione nel Mediterraneo allargato. Ambito geopolitico di cui la Somalia è parte, essendo uno dei Paesi del Corno d’Africa, porta di collegamento tra Oriente e Occidente.

Approccio multidisciplinare

La presenza delle tre figure del governo italiano racconta l’approccio multidisciplinare con cui Roma guarda alla Somalia, e in generale all’Africa. Un continente in cui si gioca il futuro dell’Europa su cui l’attuale governo è particolarmente concentrato sin dai primi giorni di attività.

Mahmud ha parlato in questi giorni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. È accompagnato da una serie di membri del governo e funzionari di alto livello che a loro volta hanno avuto incontri operativi con varie figure del governo e delle agenzie italiane.

“La Somalia è una gateway verso l’Africa, ma anche verso il Medio Oriente. Un centro strategico pieno di opportunità, sebbene problemi di sicurezza come quello terroristico legato ad al Shabaab ne complichi e intralci lo sviluppo”, ha detto Mohmud ospite di Med-Or. L’Africa “non è terra dell’individualità'”,  ha spiegato, invitando il settore privato italiano a contribuire allo sviluppo di nuove opportunità collettive.

Le opportunità economiche

All’invito del leader somalo — che ha speso parole amichevoli per il nostro Paese, definito “caloroso” e “generoso” — ha risposto il ministro degli Esteri italiano, annunciando l’organizzazione di due business forum, uno a Mogadiscio e un altro a Roma.

“L’Italia vuole essere protagonista in Africa. Stiamo incontrando tanti amici di quel continente e stiamo avendo solo riscontri positivi. Gli africani hanno fiducia in noi, sarebbe un errore grave non esserci”, ha detto Tajani. “Abbiamo un ruolo da svolgere, abbiamo preso un impegno per lavorare di più e rafforzare le nostre relazioni”.

La sfera securitaria

“Se l’Africa non crescerà economicamente, se non sarà in grado di assicurare condizioni di vita dignitose ai suoi abitanti, due miliardi e mezzo di persone dovranno rivolgersi all’Europa che non sarà in grado di accoglierle tutte”, ha aggiunto il ministro della Difesa Crosetto. “La sfida dell’Europa che l’Italia deve guidare è quella di far crescere la ricchezza e le condizioni di vita in Africa e la Somalia è uno dei partner con cui partire immediatamente con questa nuova linea che si rivolge all’Africa come a un continente non da depredare, ma a cui dare qualcosa”, ha proseguito.

Accanto alla necessità di difendere militarmente il continente africano dalle attività dei gruppi terroristici come al Shabaab, la necessità percepita dall’Italia è di costruire forme, vie, occasioni di sviluppo. L’Italia sta assistendo la Somalia con la formazione delle forze dell’ordine e delle forze armate e con un contingente europeo e italiano, “ma il passaggio fondamentale per la sicurezza è creare le condizioni perché le persone non finiscano nelle mani dei gruppi terroristici o della pirateria che offrono alternative economiche non legali dove c’è la possibilità di vivere legalmente, ha concluso Crosetto.

Il riscatto contro le migrazioni

La Somalia vive un momento di “riscatto”, apertura internazionale e sviluppo locale legato al suo impegno per la sicurezza, ha continuato Piantedosi. “I fenomeni migratori vanno governati” e con la sua lotta ad al Shabaab la Somalia contribuisce a frenare esodi poi “sfruttati in modo criminale dai trafficanti”, aggiunto il ministro, che ha messo in relazione il contrasto al terrorismo con il rafforzamento delle relazioni internazionali. “Tutto questo si fa solo dialogando con i partner globali”, ha spiegato, invitando a lavorare con una dinamica regionale ed europea per un reciproco beneficio, e verso una stabilizzazione che sarebbe cruciale anche per sconfiggere l’immigrazione clandestina.

Gli scambi culturali

Le relazioni tra Italia e Somalia sono state tradizionalmente strette e basate su una lunga storia di cooperazione e scambi culturali. Un rapporto “gravido di storia, ma anche molto vivace dal punto di vista dell’attualità geopolitica”, come lo ha definito il rettore della Luiss, Andrea Principe. L’ateneo e Med-Or collaborano da anni in progetti che guardano al Mediterraneo allargato.

Lo scambio culturale e l’attività che ruota attorno alla formazione è uno degli snodi dei rapporti italo-somali, come racconta l’incontro di questa mattina che Mohamud ha avuto con una serie di studenti somali. La costruzione di nuove classi dirigenti per poi portare nuove e più sofisticate competenze in Africa è uno dei segmenti lungo cui scorre la proiezione italiana per l’Africa. Una via per spingere lo sviluppo locale che rientra nella visione del cosiddetto “Piano Mattei”.

L’Italia ha lasciato una forte impronta culturale e linguistica in Somalia, che ancora oggi è percepita e valorizzata dalla popolazione somala. Negli ultimi decenni, la situazione in Somalia è diventata sempre più instabile a causa di conflitti interni e delle attività dei gruppi terroristici, influendo sulle condizioni di vita e rallentando lo sviluppo del Paese.

L’Italia continua a sostenere la Somalia attraverso una serie di iniziative volte a promuovere la pace, lo sviluppo e la stabilizzazione del paese. Roma supporta la formazione militare per l’antiterrorismo e contro la pirateria, e ha svolto un ruolo fondamentale nel supportare il processo di riconciliazione e pacificazione in Somalia, attraverso la partecipazione alle attività con le autorità somale e la comunità internazionale.


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