Un CubeSat dell’Università di Nairobi raggiungerà l’orbita su un vettore Vega C. La missione fa parte dell’iniziativa Access to Space for All dell’ufficio Onu dello spazio, che insieme a Avio ha selezionato l’accademia kenyota, dedicata a costruire capacità nei Paesi in via di sviluppo
Una nuova missione per il Vega C dedicata ad aumentare le capacità spaziali del Kenya. Insieme all’Ufficio Onu per gli Affari spaziali (Unoosa), Avio ha selezionato un consorzio guidato dall’università di Nairobi insieme all’università dell’Arizona e all’organizzazione non profit Space Trust, come primo vincitore del programma Accessing space with Vega C, con il trasporto a costo zero di un CubeSat a bordo di un vettore Vega C. Come dichiarato dal vice presidente strategia e innovazione di Avio, Angelo Fontana, la società, insieme ad Arianespace, è entusiasta “di offrire ai nostri amici kenioti questa opportunità” e di supportare l’Unoosa “nella sua iniziativa per sviluppare attività legate allo spazio per i paesi che si affacciano nel settore.”
Spazio per tutti
Il programma fa parte dell’iniziativa Access to Space for All, nel suo settore satellitare, dedicato a costruire capacità per la progettazione, lo sviluppo, l’operatività e l’utilizzo dei satelliti con un focus sui Paesi in via di sviluppo. Come dichiarato dall’acting director dell’Unoosa, Niklas Hedman: “Siamo entusiasti che l’iniziativa continui a offrire programmi unici a vantaggio degli Stati membri dell’Onu” aggiungendo come il Kenya stia “utilizzando strategicamente le diverse opportunità pratiche per sviluppare il suo settore spaziale e speriamo che il lancio del suo CubeSat 3U con il Vega C possa migliorare ulteriormente le sue capacità”. Ha poi ringraziato Avio per il contributo offerto nella direzione di “colmare il gap di capacità spaziali” del Paese africano.
Il satellite kenyota
NaSPUoN-0GPM2030, questo il nome del CubeSat, è un piccolo satellite di classe 3U il cui obiettivo è quello di costruire le capacità kenyote grazie al sostegno di partner internazionali. “Questa è un’ottima opportunità per l’Università di Nairobi per continuare a costruire la sua capacità di costruzione di nano-satelliti” ha dichiarato Mwangi Mbuthia, mission principal investigator per il CubeSat, aggiungendo come il progetto sia “un enorme fattore positivo per il nascente settore spaziale del Kenya” importante per migliorare la capacità di ingegneria spaziale e operazioni satellitari del Paese. La tecnologia e le competenze acquisite attraverso questa missione aumenteranno le capacità nei settori di ingegneria dei veicoli spaziali navale e delle operazioni satellitari in Kenya.
Il Vega C
Il Vega C è un razzo a corpo unico alto circa 35 metri e con una massa al decollo di 210 tonnellate, progettato per essere in grado di posizionare oltre duemila chili di carico in un’orbita polare di riferimento di settecento chilometri. Vega C è in grado di ospitare carichi di diverse forme e dimensioni che vanno da più piccoli satelliti di un chilogrammo fino a un singolo grande carico utile. Come ricordato ancora da Fontana, il vettore “è particolarmente adatto per i piccoli satelliti che mirano a raggiungere l’orbita terrestre bassa insieme a un carico principale” come il CubeSat di Nairobi, aggiungendo come “altre missioni simili seguiranno nei prossimi anni”. Nella sua prima missione, avvenuta il 13 luglio, il vettore era rimasto in volo per ben due ore e un quarto, rilasciando in orbita il satellite scientifico dell’Agenzia spaziale italiana Lares-2 e i sei cubesat su orbite diverse grazie alle cinque accensioni rese possibili dal motore Avum+ e la capacità dell’ultimo stadio di effettuare fino a sette riaccensioni.