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Lo show militare di Kim (con figlia al suo fianco)

Kim mostra la successione. L’eredità del leader forse passerà dalla figlia secondogenita che ormai lo accompagna sempre, ma certamente ruoterà attorno alle capacità militari. Nella parata militare di Pyongyang missili balistici a potenziale nucleare mai visti per numero e qualità

Il leader nordcoreano, Kim Jong Un, ha presentato al mondo il suo arsenale, rinnovato di nuovi (e probabilmente più potenti) missili nucleari. Ad accompagnarlo, nella grande parata militare organizzata mercoledì 8 febbraio, a Pyongyang, c’era sua figlia, come ormai da abitudine. Codice con cui il satrapo sta probabilmente indicando al mondo, ma soprattutto alla gerarchia interna, la sua successione.

La parata è stata la quinta apparizione pubblica nota della figlia di Kim, Kim Ju Ae, la sua secondogenita che si ritiene abbia circa 10 anni. Martedì scorso, Kim ha portato la figlia a visitare le truppe mentre lodava la “forza irresistibile” del suo esercito equipaggiato di armi nucleari. I media di Stato hanno sottolineato il ruolo della bambina: è stata definita “rispettata” e “amata” e una foto pubblicata martedì la mostrava seduta al posto d’onore di un banchetto, affiancata da generali e dai suoi genitori.

La successione è da tempo oggetto delle attenzione delle intelligence e degli analisti. Sebbene non sia possibile conoscere cosa penserà da grande la figlia del satrapo, il fatto che venga costantemente imbevuta nella ideologia e nella grammatica del regime fa pensare che sarà cresciuta per continuare il destino della sua stirpe. La decisione di Kim di portare la figlia a eventi pubblici legati alle sue forze armate potrebbe essere dunque una dichiarazione al mondo che lui non ha intenzione di rinunciare volontariamente alle sue armi nucleari, viste come la più forte garanzia della sopravvivenza del suo Paese e dell’estensione del dominio dinastico della sua famiglia.

Altra attenzione l’ha riscossa un nuovo missile balistico intercontinentale a capacità nucleare, che dovrebbe essere a combustibile solido e rappresentare un ulteriore passo in avanti delle capacità militari di Kim. È Stato trasportato con un autoarticolato a 9 assi, e non è chiaro se sia un mock-up o un pezzo già funzionante. Probabilmente dati su queste iniziali speculazioni saranno confermati dalle osservazioni di un possibile test, che potrebbe arrivare nel giro di poco tempo.

Quando la Corea del Nord testa i suoi armamenti infatti, non manda soltanto un messaggio di carattere politico; non sono soltanto show of force. Ogni test rappresenta un’evoluzione tecnica, perché certe tecnologie non basta progettarle e produrle, ma occorre anche verificare nei fatti il loro funzionamento. La ragione per cui i vari lanci missilistici (che nel 2022 sono tornati a essere continui, segnando un record per quantità totale) vengono denunciati dalle varie nazioni rivali è anche questa. A Washington, Seul, Tokyo, c’è consapevolezza dell’evoluzione tecnica che essi rappresentano.

Kim continua a espandere le sue capacità militari nonostante le risorse limitate, a fronte delle crescenti tensioni con i suoi vicini e con gli Stati Uniti. L’economia militarista nordcoreana si è organizzata per rispondere con resilienza alle sanzioni. Il regime intride di propaganda la vita quotidiana della sua collettività, e racconta le spese per la difesa (nucleare) come una necessità esistenziale davanti a cui ogni bravo cittadino deve accettare sacrifici per il bene comune. Il patto sociale è strettamente controllato.

Le foto nordcoreane diffuse mercoledì mostrano Kim, in cappotto nero e Borsalino, mentre partecipa alla parata con la moglie e la figlia. Sorride, saluta gli spettatori e le migliaia di truppe schierate nella piazza Kim Il Sung (il Grande Leader padre della patria e nonno di Kim). L’agenzia ufficiale coreana Korean Central News Agency (Kcna) ha dichiarato che tutti i soldati e gli spettatori presenti in piazza hanno sollevato “urla tempestose di “hurrah!”” e hanno cantato il nome del loro sovrano, un “grande comandante brillante” che sta “rafforzando la forza militare con le sue eccezionali idee strategiche militari”.

La Kcna descrive missili intercontinentali come armi cruciali a sostegno dell’attuale posizione della Corea del Nord di “nucleare per nucleare e un confronto totale per un confronto totale” contro i suoi nemici. La parata ha segnato il 75° anniversario della fondazione dell’esercito nordcoreano ed è avvenuta dopo settimane di preparativi che hanno coinvolto un gran numero di truppe e civili mobilitati per glorificare il governo di Kim e la sua incessante spinta a consolidare lo status di potenza nucleare del Nord.

Al di là della narrazione e dei ragionamenti su nuovi missili e successioni, quello che emerge dalla parata è che Pyongyang ha prodotto un numero senza precedenti di Hwasong-17. Si tratta di vettori che, durante un test effettuato lo scorso anno, hanno dimostrato di avere un raggio di volo tale da raggiungere la terraferma degli Stati Uniti. Dato che rende la misura di come la questione nordcoreana sia tornata a essere un dossier che a Washington non è più possibile marginalizzare.

Anche perché le nuove evoluzioni missilistiche di Pyongyang si abbinano alle informazioni diffuse dal Pentagono a proposito dei vettori balistici cinesi, che oramai supererebbero per numero quelli statunitensi. La Corea del Nord ha nella Cina la principale sponda di interlocuzione: il Nord è un Paese satellite cinese, anche se in più di un’occasione il leader Xi Jinping non ha apprezzato le intemperanze troppo fuori orbita di Kim.

Due giorni prima della parata, Kim ha incontrato i suoi vertici militari e ha ordinato un’espansione delle esercitazioni di combattimento, continuando a intensificare una già intensa corsa alle dimostrazioni di armi di fronte alle crescenti tensioni con i suoi vicini e con Washington. In passato una spinta eccessiva su questa tattica provocatoria ha indispettito Pechino, perché ha attirato troppe attenzioni sul dossier specifico (di cui Washington chiede conto è responsabilità alla Repubblica popolare) e acceso ulteriori riflettori su instabilità e insicurezza nell’Indo Pacifico.

Un elemento da monitorare sarà la qualità dei prossimi test. È del tutto probabile, come detto, che il Nord effettui un test su un missile balistico a combustibile solido. D’altronde, a dicembre Kim ha supervisionato le prove di un “motore a combustibile solido ad alta spinta” per una nuova arma strategica che, a suo dire, sarebbe stata sviluppata nel “più breve lasso di tempo”. E la narrazione deve essere sempre accompagnata. Ma è anche possibile che torni a testare un ordigno nucleare (se fosse, forse sarebbe una testata miniaturizzata, per dimostrare di aver raggiunto buone capacità di inserire il dispositivo nucleare in un missile). A quel punto, gli Stati Uniti saranno chiamati (dal contesto internazionale, dai propri alleati, dalla narrazione americana) a una reazione severa. Cosa farà Pechino?

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