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Motovedette italiane alla Libia. Ecco il progetto europeo

Ad Adria il ministro Antonio Tajani ha consegnato alla collega libica Najla Mohammed Mangoush una motovedetta classe 300, modello impiegato anche dalla Fiamme gialle, per pattugliare le coste e contrastare i trafficanti di esseri umani

Consegnata alle autorità libiche una motovedetta di nuova fabbricazione “classe 300”, il modello impiegato anche dalla Guardia di Finanza per il pattugliamento delle coste. La cerimonia, svoltasi presso il cantiere navale Vittoria di Adria, ha visto il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, consegnare le chiavi dell’imbarcazioni all’omologa libica Najla Mohammed Mangoush. Il natante verrà impiegato per il contrasto al traffico illegale di migranti, parte delle dotazioni finanziate dall’Ue per i Paesi del Nord Africa.

Il progetto Sibmill

La motovedetta, infatti, fa parte del progetto europeo Sibmill, e come ricordato dal commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, Oliver Varhelyi, presente alla cerimonia, il natante è solo il primo di una serie di quattro che nei prossimi mesi verranno consegnate alla Libia, due nuove e due di seconda mano. Come dichiarato da Varhelyi, il progetto Ue contribuirà a “smantellare il traffico delle reti criminali, ci aiuterà a salvare vite umane e a soccorrere migranti in pericolo, nel pieno rispetto dei diritti umani”.

Finanziamento europeo

Il progetto è stato finanziato dall’Unione europea con circa 57 milioni di euro, e oltre alla consegna delle motovedette prevede, tra le altre cose, il finanziamento dei costi di mantenimento e rimessaggio delle stesse, il supporto per la formazione della guardia costiera libica, l’equipaggiamento, l’implementazione del Maritime rescue coordination centre. I 57 milioni di euro di finanziamento sono il risultato della somma dei contributi Ue, il finanziamento diretto dello Stato italiano e il contributo dei Paesi del cosiddetto Gruppo di Visegrad: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, e Slovacchia.

Il traffico di esseri umani

Secondo i dati del 2022 la grossa parte delle partenze illegali avviene dalle coste libiche, motivo per cui nei discorsi dei ministri e del commissario europeo ad Adria è emersa la volontà di reprimere con decisione i contrabbandieri, fermare le loro attività di sfruttamento degli esseri umani, diminuire le tragiche morti nel Mar Mediterraneo e intensificare la lotta contro i gruppi criminali organizzati.

Foto: Guardia Costiera

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