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Mps, la Francia dice adieu a Siena. Axa vende il suo 8%

La compagnia assicurativa transalpina, socio forte di Rocca Salimbeni e perno dell’ultimo aumento di capitale, mette sul mercato la sua quota. Ora l’assemblea per il nuovo board e poi, forse, l’arrivo di uno o più cavalieri bianchi

La Francia dice adieu al Monte dei Paschi di Siena. Axa, gruppo assicurativo transalpino, tra i maggiori in Europa e nel mondo, ha deciso di mettere in vendita la sua quota in Mps, pari a circa l’8%. L’operazione, ha assicurato la compagnia francese, non incide in alcun modo sulla partnership con l’istituto senese o sull’impegno della compagnia nel mercato italiano.

Nel dettaglio Axa, che detiene una partecipazione del 7,94% del capitale sociale di Rocca Salimbeni, ha avviato la cessione un collocamento privato mediante accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali. A seguito del completamento dell’offerta, manterrà lo 0,0007% del Monte dei Paschi. E pensare che proprio il socio francese, il secondo dopo l’azionista Tesoro (64%) era stato tra i perni del delicato aumento di capitale da 2,5 miliardi, concluso oltre un mese fa, con un ruolo di anchor investor.

Non è chiaro cosa abbia spinto il gruppo francese all’uscita, se per esempio il possibile arrivo futuro di una o più banche pronte a prendere il controllo di Siena, favorendo il disimpegno del Tesoro. Ufficialmente, Axa ha spiegato che poiché la compagnia non desidera essere rappresentata nel board in occasione della prossima assemblea degli azionisti di Mps né influenzare la più ampia strategia a lungo termine della banca, ha ritenuto opportuno vendere la partecipazione acquistata nell’aumento di capitale.

Ad oggi la certezza è che Mps ha chiuso il 2022 con una perdita di 205 milioni di euro, a fronte di profitti per 310 milioni del 2021. La banca sarebbe però stata in utile se non ci fossero stati i 925 milioni di euro investiti nel piano di incentivi all’esodo che ha coinvolto 4 mila dipendenti e caposaldo del piano industriale che porta la firma del ceo Luigi Lovaglio. Nel solo quarto trimestre dell’anno la banca toscana ha registrato profitti per 156 milioni di euro, il doppio rispetto alle attese degli analisti.

Lovaglio in ogni caso ha inteso guardare al bicchiere mezzo pieno. “Mps non è più un problema sistemico ma un vero asset di valore per il Paese. Oggi è esattamente un anno da quando ho avuto l’onore di assumere questo incarico. Mai mi sarei aspettato dopo solo 7 mesi dall’avvio del nuovo piano di trovarmi qui oggi a presentare i conti di un trimestre dove abbiamo registrato un Cost/income al 60%, già in linea con il target di piano al 2024, e un indice di solidità patrimoniale al 15,6%”.

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