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C’è un pallone spia cinese nelle nostre tasche. Si chiama TikTok

La vicenda del pallone spia, e quella nuova dell’oggetto non identificato (cinese?), insegnano che è in corso un’attività di spionaggio visibile. Tuttavia il problema enorme sta nelle attività invisibili, soprattutto quelle che possono essere mascherate nel mondo digitale. Su tutto, la questione TikTok, potentissimo (e non regolamentato) strumento di raccolta dati e di propaganda

Con quasi novanta milioni di utenti mensili negli Stati Uniti, un tesoro di informazioni di massa scorre oltreoceano e torna a Pechino tramite il network di TikTok. Non c’è nessuna garanzia che la quantità di dati personali di cittadini statunitensi – ma anche europei e di ogni angolo del mondo – che passa dall’app cinese non sia utilizzata per interessi strategici dal Partito. Un flusso che non è minimamente paragonabile per valore e quantità con le informazioni che per esempio potrebbero essere state raccolte dal famoso pallone spia abbattuto la scorsa settimana sui cieli degli Usa. Eppure fa molto meno rumore. È un’attività invisibile, molti cittadini non ne sono a conoscenza, molti altri la sminuiscono, altri ancora accettano il rischio pur di non perdere l’ultimo video. Una serie di circostanze iper-articolate e sovrapposte che rende molto complicati gli sforzi di contenimento in atto.

I cinesi spiano (gli americani)

Il Pentagono ha comunicato ieri sera (ora italiana) che un caccia F-22 ha abbattuto un oggetto misterioso che si aggirava ad alta quota sopra l’Alaska nord-orientale. L’operazione è stata autorizzata direttamente dal presidente Joe Biden, il commander in chief, dopo aver stabilito che l’High Altitude Object (così viene classificato) rappresentava una potenziale minaccia per l’aviazione commerciale.

Funzionari del Pentagono e della Casa Bianca hanno dichiarato che gli aerei statunitensi si sono avvicinati all’oggetto, che avrebbe le dimensioni di una piccola autovettura, e hanno stabilito che non c’era nessun essere umano al suo interno prima che uno dei due caccia F-22 inviati in rotta di intercettazione lo sparasse dal cielo con un missile AIM-9x Sidewinder.

L’oggetto…

Sono stati forniti pochi dettagli sull’abbattimento, e chi si è occupato dei briefing l’ha sempre chiamato “oggetto”. “Si trattava di un oggetto […] non era un aereo di per sé”, ha detto generale di brigata dell’aeronautica Patrick Ryder, informando i giornalisti. “Al momento non abbiamo ulteriori dettagli sull’oggetto, compresa una descrizione delle sue capacità, del suo scopo o della sua origine”. “Lo chiamiamo oggetto perché è la migliore descrizione che abbiamo al momento”, ha aggiunto il responsabile della comunicazione strategica del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby. “Non sappiamo chi lo possiede. Non abbiamo informazioni che confermino uno scopo dichiarato per questo oggetto”.

Il recupero dei detriti è un corso, anche Perché dovrebbe essere caduto nelle vicinanze di Deadhorse, in Alaska, in acque teoricamente ghiacciate. L’area è anche vicina a Prudhoe Bay, il più grande giacimento di petrolio del Nord America e il 18° più grande del mondo. Gli Stati Uniti hanno anche utilizzato Deadhorse e il versante nord di Prudhoe Bay per l’addestramento di piloti di elicotteri e di altro personale in un ambiente artico. Anche i sottomarini della Marina statunitense si addestrano nell’area.

… e il pallone

L’incursione dell’oggetto nello spazio aereo statunitense – in un’area di non secondario interesse – è avvenuta meno di una settimana dopo l’abbattimento di un pallone aerostatico di sorveglianza cinese al largo della costa dello Stato americano della Carolina del Sud. La vicenda ha alzato il livello delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e ha bloccato il viaggio del segretario di Stato, Antony Blinken, che si sarebbe dovuto recare a Pechino in quegli stessi giorni per tentare un re-start delle comunicazioni. Il nuovo oggetto è un altro sistema di spionaggio?

I funzionari hanno spiegato che, a differenza del pallone di sorveglianza cinese, questo nuovo oggetto era in balia dei venti, rendendo il suo percorso di volo imprevedibile e, vista anche la quota, più pericoloso per il traffico aereo. Biden ha dovuto affrontare le critiche di alcuni legislatori per non aver abbattuto prima il pallone cinese. Venerdì il senatore democratico Mark Warner, presidente della Commissione intelligence del Senato, ha commentato su Twitter: “Sono contento di vedere il presidente agire rapidamente su questa nuova intrusione nel nostro spazio aereo”.

Spionaggio nei cieli e operazioni invisibili

Mentre l’opinione pubblica si è chiesta perché il pallone non è stato subito abbattuto, mentre la vicenda è diventata oggetto delle polemiche politiche, e mentre la nuova storia dell’oggetto si fa largo sui media (destinata a diventare per qualche giorno il nuovo hobby di cittadini e commentatori), Mary Brooks del Wilson Center centra quel punto cruciale: “Quando si tratta di spionaggio cinese, ciò che gli americani possono vedere nel cielo spesso non è pericoloso quanto ciò che non possiamo vedere”, nota.

Si riferisce a quelle vastissime operazioni di cyber-spionaggio e dell’uso di risorse (umane e tecnologiche) civili per portare avanti osservazioni e raccolta dati. “L’America deve imparare a distinguere ciò che si vede da ciò di cui ci si deve preoccupare”, riflette Brooks. Una volta l’ex direttore dell’Fbi James Comey disse: “Negli Stati Uniti ci sono due tipi di grandi aziende: quelle che sono state violate dai cinesi e quelle che non sanno di essere state violate dai cinesi”.

Da anni, gli Stati Uniti (e non solo) hanno prodotto una serie di procedure e contro-mosse per proteggersi dalle operazioni di spionaggio nel campo digitale, quello meno visibile e meno spettacolare – eppure più produttivo per qualità e quantità. Ma l’attività cinese è molto intensa. Inoltre gli esperti di sicurezza cibernetica temono che i progressi dell’intelligenza artificiale e dell’informatica quantistica innescheranno un ambiente digitale ancora più difficile da gestire.

Cosa lega gli oggetti aerei a TikTok?

Ma non si tratta solo di spyware. Il rischio è ulteriormente aggravato se si considera l’ampia diffusione di device cinesi sui quali esistono forme di controllo del Partito/Stato (Huawei insegna) o network come appunto TikTok. Sono emerse prove concrete dell’uso improprio dei dati da parte dell’azienda e di vere e proprie bugie su chi vi ha accesso, ma i tentativi di regolamentare o controllare la proprietà di TikTok si sono rivelati difficili. E non risolvibili con un missile Sidewinder.

“La scorsa settimana, quando un pallone aerostatico in lento movimento ha attirato tutti gli sguardi, la domanda principale è stata perché il governo non ha fatto qualcosa al riguardo. ASAP”, spiega Brooks. “Questa settimana, la domanda che dovremmo porci è perché non stiamo facendo di più per fermare l’invadente spionaggio cinese che avviene ogni giorno. ASAP”.

Dati e operazioni

La raccolta di informazioni attraverso app come TikTok crea big data che disegnano perfettamente interessi e comportamenti – ossia quel che c’è di più intimo di una collettività. In mano a un attore statale come la Cina sono un tesoro preziosissimo. Sulla cui base si creano le campagne di infowar. Attività invisibili (è la prerogativa: per essere efficaci e funzionali devono non essere notate) in grado alterare dibattiti e muovere scelte. Ossia, di indirizzare sentimenti e dunque esasperare divisioni e vulnerabilità.

Shou Zi Chew, ceo di TikTok, dopo il mini-tour a Bruxelles in cui non ha affrontato nessuna delle criticità dell’app, a marzo sarà in audizione davanti al Congresso americano. I parlamentari probabilmente gli chiederanno che tipo di influenza esercita sulla piattaforma il Partito Comunista, che ha il controllo su qualsiasi società cinese (i casi Tencent e Alibaba, e la fine ingloriosa di Jack Ma, hanno rimosso ogni velo di ipocrisia). In particolare, sull’algoritmo che determina quali video diventano virali, e sui criteri di moderazione che decide quali contenuti sono censurati o limitati nella diffusione. TikTok non è solo uno strumento di raccolta dati, ma una potenziale e potentissima arma di propaganda: basterebbe promuovere video che criticano le democrazie occidentali, la legittimità del processo elettorale, il funzionamento delle economie liberali, per condizionare le visioni politiche di decine di milioni di giovani europei e americani.

A Los Angeles la società ha appena aperto il “centro di trasparenza” che aveva annunciato nel 2020, una specie di museo didattico in cui racconta le proprie attività e prova a respingere le critiche sulla sua opacità. Permette anche, dopo aver lasciato fuori dalla porta ogni device elettronico, di accedere a una stanza in cui leggere il codice sorgente. Un gesto soprattutto mediatico, visto che gli algoritmi che regolano la scelta dei contenuti possono cambiare in pochi secondi (e i criteri di moderazione non sono certo nel codice sorgente). Con lo stesso obiettivo, è in discussione il cosiddetto “Progetto Texas“, per portare i dati dei cittadini americani nei server di Oracle, mentre l’Unione europea non ha in programma nessuna strategia di friendshoring sui dati dei suoi cittadini.

Tutto questo avviene sulla terraferma mentre gli occhi del mondo sono stati puntati per una settimana su un pallone aerostatico grande come tre autobus. Ma per ora l’app di video-sharing si è rivelata un’arma di intelligence molto più potente, in grado di raccogliere informazioni sui rivali al fine di poterle usare a proprio vantaggio.

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