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Paper week, l’importanza del riciclo della carta nell’economia circolare

“La Paper Week per noi di Comieco è un appuntamento per informare e sensibilizzare i cittadini sull’utilità del loro impegno quotidiano nel fare la raccolta differenziata, primo step del ciclo del riciclo”, spiega Carlo Montalbetti, storico direttore generale di Comieco

La novità più importante di Paper Week, la “settimana della carta”, che ogni anno organizza Comieco, il consorzio che da oltre trent’anni si occupa del riciclo di carta e cartone, che quest’anno si terrà dal 15 al 21 aprile, è la possibilità di partecipare, da parte di chiunque sia interessato, con iniziative che parlino “del valore della carta e cartone e del loro riciclo, ma anche del ruolo di Comuni e cittadini che fanno la raccolta differenziata e della filiera industriale che ne garantisce il riciclo”. L’obiettivo è di coinvolgere il maggior numero di persone possibile e “migliorare la consapevolezza in materia di sostenibilità della filiera produttiva e dell’economia circolare di carta e cartone”.

Perché questa scelta lo spiega a Formiche.net Carlo Montalbetti, storico direttore generale di Comieco, “La Paper Week per noi di Comieco è un appuntamento ormai consolidato per informare e sensibilizzare i cittadini sull’utilità del loro impegno quotidiano nel fare la raccolta differenziata, primo step del ciclo del riciclo. L’Italia è saldamente ai vertici in Europa per volumi di carta e cartone avviati a riciclo. Ma non dobbiamo pensare che non si possa fare di più”.

Tanto per dare qualche numero sui risultati del Consorzio: nel 2021 è stato già superato l’obiettivo dell’85% del riciclo degli imballaggi in carta e cartone stabilito dall’Unione Europea per il 2030; sono stati erogati ai Comuni italiani oltre 218 milioni di euro a fronte di poco più di 2 milioni e mezzo di tonnellate di imballaggi provenienti dalla raccolta differenziata. Nei ventiquattro anni di operatività dell’Accordo Anci-Conai, il Consorzio ha trasferito ai Comuni 2 miliardi di euro per la raccolta degli imballaggi, 200 milioni per le cosiddette “frazioni merceologiche similari” (carta grafica) e 200 milioni per l’attività di selezione.

Il conferimento della raccolta di carta e cartone è stato possibile grazie alla presenza di 361 impianti di gestione dei rifiuti, dal ritiro alla selezione, distribuiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale e che ha consentito di limitare i costi e l’impatto sull’ambiente del trasporto, “garantendo lo scarico dei mezzi a breve distanza dai bacini di raccolta (mediamente 16,3 km)”. E ridando slancio alla ripresa della produzione cartaria che nel 2021 ha superato i 9 milioni e mezzo di tonnellate (+ 12,5% rispetto al 2020).

È di questi giorni la pubblicazione da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica la graduatoria definitiva del Pnrr relativa al finanziamento di 70 progetti della filiera della carta per circa 130 milioni di euro, 90 dei quali destinati al Centro-Sud. Si attende adesso il decreto di concessione dei contributi ai quali si andranno ad aggiungere gli investimenti delle aziende interessate: “risorse preziose per il comparto, utili anche a ridurre il divario tra Nord e Sud del Paese e rinnovare l’impiantistica”.

Che l’industria cartaria italiana sia campione di economia circolare lo dimostrano i dati contenuti nel Rapporto di sostenibilità ambientale di Assocarta, l’associazione di Confindustria alla quale aderiscono le aziende che producono carta e cartoni. “Il settore cartario, si legge nel rapporto, è un attore sia della bioeconomia che dell’economia circolare. Nell’ambito della bioeconomia è il settore economico più rilevante dopo l’agroalimentare e prima del settore della lavorazione del legno, mentre all’interno del complesso dell’economia circolare, il cartario (considerato solo per la quota parte basata sul riciclo) è il settore industriale più rilevante, dopo il siderurgico, e primo negli imballaggi”.

E così, grazie all’impiego di fibre di cellulosa ottenuto da legno proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile, l’industria cartaria “mette a disposizione di imprese e cittadini un materiale caratterizzato da una bassa impronta di carbonio e in grado di sostituire i materiali di origine fossile e minerale”. Va inoltre ricordato che le foreste italiane occupano quasi il 40% del territorio nazionale e assorbono circa 40 milioni di tonnellate di CO2, cioè fino al 10% dei gas serra nazionali e offrendo un contributo fondamentale allo sforzo di de carbonizzazione del Paese.

“Potendo contare su una materia prima intrinsecamente decarbonizzata, sottolinea Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta, l’attenzione del settore si è rivolta alla riduzione delle emissioni di gas serra del proprio processo produttivo, con l’obiettivo ultimo della decarbonizzazione. L’industria cartaria è quindi ora impegnata nell’adeguamento della propria dotazione impiantistica per poter impiegare i combustibili rinnovabili, la parziale elettrificazione dei processi e il recupero dei propri scarti di lavorazione”.

Un esempio di come il riciclo della carta possa rappresentare una straordinaria opportunità di sviluppo è rappresentato dalla riconversione dello stabilimento della Burgo di Avezzano, in provincia dell’Aquila. Avviata nel 2018 con un investimento di decine di milioni di euro, ha permesso il passaggio alla produzione di materiali per il cartone ondulato per l’industria dell’imballaggio, con il reintegro di oltre 130 posti di lavoro. Oggi la cartiera garantisce una produzione annua di 220 mila tonnellate di carta realizzata al 100% con fibre secondarie: carta da macero proveniente dalla raccolta differenziata, dal recupero degli imballaggi e da sfridi di lavorazione.

Intervenendo alla presentazione sul Rapporto sul riciclo in Italia, Ignazio Capuano, Ceo di Borgo Group, ha ricordato che il nostro Paese “nel 2021 è diventato il secondo produttore di carta e il secondo riciclatore, dopo la Germania, grazie anche alla conversione di stabilimenti di produzione di carte patinate a quelle per imballaggio come ad Avezzano. Un posizionamento eccellente a livello europeo che va necessariamente mantenuto vivo e potenziato. La mancanza di infrastrutture al servizio del riciclo incide fortemente sulla competitività del settore e sugli obiettivi industriali di decarbonizzazione”.

“Dal 15 al 21 aprile con la Paper Week, ha concluso Montalbetti, metteremo in luce anche le potenzialità che il comparto ancora può esprimere; e in quest’ottica saranno fondamentali le risorse del Pnrr ma anche la consapevolezza che fare la raccolta differenziata è conveniente sia sotto il profilo economico che ambientale e di comunità. Un’occasione per far vedere da vicino, in particolare ad alunni e insegnanti, con la manifestazione “Ricicloaperto”, cosa succede alla carta e al cartone che quotidianamente vengono separati dai cittadini”.


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