La sfida dell’Europa “e che l’Italia deve guidare è quella di far crescere la ricchezza e le condizioni di vita in Africa”. Il ministro della Difesa è intervenuto oggi alla Luiss al convegno “Italia, Somalia. Una relazione speciale”, organizzato dalla Fondazione Med-Or. “Abbiamo pensato di aiutare i somali in una loro base navale, per formare le loro forze armate e frenare così i pirati ed i terroristi”. E in questo progetto “l’Italia potrebbe tirarsi dietro tutta l’Europa”, ha affermato
“Se la Nato si è posta il problema della sicurezza della Russia e poi della Cina, allora il primo luogo dove si combatte la prima battaglia con la Russia e la Cina è l’Africa”. È quanto ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo oggi a Roma presso l’università Luiss al convegno “Italia, Somalia. Una relazione speciale”(leggi qui cosa si è detto). L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Med-Or con la partecipazione del suo presidente, Marco Minniti e del presidente della Repubblica della Somalia, Hassan Sheikh Mohamud. Per il ministro quindi: “L’Italia deve scegliere da che parte stare”.
Inoltre il modo migliore per difendere i nostri confini “è quello di non avere grandi differenze con i Paesi vicini, a partire dall’Africa”. Questo perché “se l’Africa non crescerà economicamente, se non sarà in grado di assicurare condizioni di vita dignitose ai suoi abitanti, due miliardi e mezzo di persone dovranno rivolgersi all’Europa che non sarà in grado di accoglierle tutte”.
La sfida dell’Europa quindi “e che l’Italia deve guidare è quella di far crescere la ricchezza e le condizioni di vita in Africa. La Somalia è uno dei partner con cui partire immediatamente con questa nuova linea che si rivolge all’Africa come a un continente non da depredare, ma a cui dare qualcosa”, ha proseguito Crosetto. L’Italia sta assistendo la Somalia con la formazione delle forze dell’ordine e delle forze armate e con un contingente europeo e italiano, ma “il passaggio fondamentale per la sicurezza è creare le condizioni perché le persone non finiscano nelle mani dei gruppi terroristici o della pirateria che offrono alternative economiche non legali dove c’è la possibilità di vivere legalmente”, ha spiegato.
Parlando durante il convegno della sicurezza nel Corno d’Africa, Crosetto ha ricordato l’importanza del sostegno offerto dall’Italia al governo somalo. Questo perché il gruppo terrorista “Al-Shabaab non mina solo il destino dell’Africa ma dell’intero mondo. È una battaglia che la Somalia fa anche per la nostra difesa”.
Il futuro prossimo dirà di una Somalia “post-Shabaab”, liberata dalla presenza della milizia. L’Italia, anche in virtù della sua storica “relazione speciale” con il Paese, deve avere un ruolo chiave nella stabilizzazione e nella costruzione di questo nuovo scenario, a partire delle sue imprese.
Per questo è necessario che l’Italia “partecipi di più” alla lotta contro il terrorismo tramite le missioni di pace di cui fa parte in Africa e nel mondo. Crosetto ha invitato a lavorare per “mettere al sicuro i nostri figli” in un mondo in cui “i confini sono sempre più labili” e le insoddisfazioni “sempre più forti”.
“Abbiamo pensato di aiutare i somali in una loro base navale, per formare le loro forze armate e frenare così i pirati ed i terroristi”. E in questo progetto “l’Italia potrebbe tirarsi dietro tutta l’Europa”.
I terroristi di Al Shabaab, ha spiegato Crosetto, “minano non solo in destino dell’Africa e noi europei dobbiamo impegnarci di più. Nelle missioni non devono esserci solo militari ma anche persone che creino le condizioni per realizzare in Africa infrastrutture, scuole, università, l’industrializzazione dell’agricoltura. Far crescere economicamente l’Africa significa mettere in sicurezza l’Europa”.
Il ministro è intervenuto anche sul sisma che ha colpito la Turchia e la Siria assicurando il contributo dell’Italia alla macchina dei soccorsi. “Quando un Paese è in difficoltà l’Italia è in prima linea: siamo stati i primi a mandare più voli aerei e navi alla Turchia e alla Siria, perché di fronte alle difficoltà non esistono Paesi di serie A o B, e anche l’embargo l’abbiano messo da parte e abbiamo aiutato entrambe le popolazioni”. Il ministro ha aggiunto che “il legame con la Turchia è sempre stato forte e abbiamo voluto dimostrarlo non soltanto a parole ma anche nei fatti”, ha concluso.
La conferenza organizzata dalla Fondazione Med-Or è stata dedicata al peculiare legame tra Italia e Somalia. All’evento erano presenti anche il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il rettore della Luiss Andrea Prencipe. Hanno fatto parte della delegazione somala presente anche il ministro degli Affari Esteri, Abshir Omar Jama, il ministro della Difesa, Abdulkadir Mohamed Nur, e il ministro del Commercio, Jibril Abdirashid Haji.
Risultato dell’eccellente rapporto tra Med-Or e Repubblica della Somalia, la conferenza fa seguito al Memorandum d’Intesa siglato nel 2021 tra la Fondazione e il Ministero degli Affari Esteri della Somalia per la realizzazione di iniziative culturali e educative, con particolare attenzione alla promozione della lingua italiana e al sostegno dell’alta formazione.
L’iniziativa si inquadra nel più ampio impegno della Fondazione volto a rafforzare i rapporti con un Paese di cruciale importanza per l’Italia, che gode di una strategica posizione mediana tra i destini incrociati di Africa, Medio Oriente e Oceano Indiano – regioni oggi più che mai al centro delle attenzioni del mondo.