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Piano Mattei? Italia in sicurezza e… a tutto gas. Parla il ministro Pichetto Fratin

Gli accordi con Libia e Algeria, il ruolo fondamentale del nostro Paese nel Mediterraneo e il lancio del piano Mattei. I rigassificatori (che verranno) e l’impatto della transizione sulle nostre imprese. Conversazione di Formiche.net con il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Il gas? “Ci siamo candidati a diventare in pochi anni l’hub energetico del Mediterraneo. Siamo l’unico Paese europeo che può farlo”

L’esigenza di una politica energetica a medio-lungo termine assume un rilievo fondamentale nell’agenda del governo. I riverberi del conflitto in Ucraina hanno riacceso prepotentemente i riflettori su un vulnus storico che scontava il nostro Paese. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in esclusiva a Formiche.net, spiega quali sono le strategie che l’esecutivo intende attuare. Partendo, fra l’altro, da una prospettiva sfidante e al contempo nevralgica per il Paese: “Ci siamo candidati a diventare in pochi anni l’hub energetico del Mediterraneo. Siamo l’unico Paese europeo che può farlo grazie alla sua posizione geografica strategica”.

Ministro, partiamo dall’analisi della direttiva europea sulle case green. Quanto può essere una risorsa in termini di ricadute positive sia ambientali che economiche per le nostre imprese? 

Lo può essere, ma nei tempi e nei modi più coerenti con la storia del patrimonio immobiliare del nostro Paese. Rinnovare il nostro parco immobiliare, attraverso l’efficienza energetica e la promozione delle rinnovabili, è una strada che dobbiamo percorrere per ridurre il nostro fabbisogno energetico, ma a patto che l’approccio europeo non diventi un vincolo. Gli Stati devono restare liberi di definire la traiettoria nazionale con cui conseguire un obiettivo comune. Sarà il governo italiano e nessun altro a decidere tempi e modi per rendere sostenibile il patrimonio immobiliare del nostro Paese.

Quali le strategie future per la “sicurezza energetica” italiana? 

La strategia deve essere unica e non può tralasciare alcuna possibilità. Quindi ridurre i consumi, tramite l’efficienza energetica non solo nelle case ma anche nei processi produttivi, nei servizi e al contempo investire su una crescita esponenziale delle rinnovabili, che ci permette di non dipendere da paesi esteri. È un percorso di medio lungo termine, che non possiamo realizzare in maniera ideologica e neppure senza prendere in considerazione gli sviluppi che ha fatto e sta continuando a fare la ricerca sulla produzione di nuove fonti energetiche.

A che punto siamo con la diversificazione dei fornitori di gas per il nostro Paese? 

È il piano Mattei che sta portando avanti il nostro governo. Lo stiamo impostando con grande attenzione, per non correre il rischio di smettere la dipendenza da un Paese, la Russia, e avviarla con un solo altro. Per questo ci siamo candidati a diventare in pochi anni l’hub energetico del Mediterraneo. Siamo l’unico Paese europeo che può farlo grazie alla sua posizione geografica strategica.

In che modo?

Possiamo ricevere gas da sud, ed è quello che il governo ha fatto negli ultimi mesi grazie ai nuovi accordi sottoscritti con Algeria e Libia; abbiamo dato la nostra disponibilità a raddoppiare il gas che arriva da est, tramite il Tap; continuiamo a ricevere gas da nord, perché non si è ancora interrotto il flusso dalla Russia; garantiremo nei prossimi mesi l’entrata in funzione del rigassificatore di Piombino e, nel 2024, di quello di Ravenna, ognuno dei quali fornirà 5 miliardi di metri cubi l’anno. Stiamo programmando la costruzione di rigassificatori fissi, sia a sud che a nord. Una strategia di diversificazione, in parte da tubo e in parte di gas liquido da rigassificare, che ci garantirà nei prossimi anni l’autonomia dell’Italia.

Ma tutto questo gas che viene da Sud come arriverà in Europa?

Con quella che io chiamo “alta velocità del gas”, una nuova infrastruttura che va a rafforzare la linea adriatica e che dovrà essere costruita, come opera strategica del Paese, negli stessi tempi che servono per realizzare il resto delle opere citate. Io penso che si potrà fare in 4/5 anni. Bisogna avere la lungimiranza di guardare al futuro e il coraggio di pensare e costruire nuove opere. Questo governo è dotato di lungimiranza e coraggio.

Investimenti sulle rinnovabili. Riusciremo a essere un hub come promesso dal premier, rilanciando in questo modo anche il Sud?

Si, ci riusciremo. Come per il gas, anche le rinnovabili verranno prodotte soprattutto nel sud Italia, perché è lì che ci sono le condizioni più favorevoli, se ci vogliamo anche solo limitare al sole e al vento. È chiaro che, come per il gas, serve adeguare la capacità di trasporto dell’energia elettrica da sud, principale produttore, al nord, principale consumatore.

Metodologia di lavoro. Per le nostre imprese (per lo più micro e piccole), a volte il green è visto più che altro come una spesa. È immaginabile pensare a una transizione sostenibile e a prova di micro imprese?

Credo che il forte incremento dei costi dell’energia dell’ultimo hanno abbiano dato evidenza, anche alle micro imprese, che il green possa rappresentare un elemento di stabilità in mercati energetici che si sono dimostrati fortemente volatili. Dobbiamo promuovere l’auto produzione e quindi l’auto consumo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, anche grazie alle comunità energetiche che molto presto garantiranno benefici ambientali, economici e sociali rilevanti alle famiglie e alle piccole imprese italiane.

La transizione esce accelerata o rallentata dalla ricerca di nuovi fornitori e dunque dallo ‘sganciamento’ dell’Italia dalla Russia?

Accelerata senza dubbio. Al netto della necessità, causata dalla guerra, di garantirci altri fornitori per la sicurezza energetica dell’Italia, è sempre più evidente che serve ridurre la nostra dipendenza dall’estero anche grazie alle rinnovabili, fondamentali per contribuire a contrastare i cambiamenti climatici in corso a livello globale.


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