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La recessione può attendere. L’Europa evita il burrone

La Commissione europea aggiorna le stime per il 2023 e certifica lo scampato pericolo per la zona euro, la cui crescita si porterà sullo 0,9%. Bene anche l’Italia, che quest’anno scatterà dello 0,8%, allungando il passo sulla Germania. Gentiloni festeggia, il Vecchio continente ha retto all’urto della guerra. Ma non è finita

Chi la temeva sarà rincuorato, chi non l’ha mai prevista potrà sembrare indifferente. No, l’annunciata recessione in Europa, non ci sarà. In quelle aggiornate e presentate dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, Bruxelles ha alzato le stime di crescita dell’area euro nel 2023, portandola allo 0,9% dal precedente 0,6%. E questa è la prima prima buona notizia.

Poi ce ne sta un’altra buona e una terza meno. In ordine, il pil dell’Italia aumenterà dello 0,8% nel 2023, dopo il più 3,9% del 2022. Nelle precedenti previsioni, la crescita tricolore era stata stimata nell’ordine dello 0,3% per l’anno in corso. Dunque, c’è stato in questi mesi uno scatto dello 0,5%. La brutta notizia è che nel 2024 l’Italia sarà il Paese dell’Ue con la minore crescita economica, all’1%. Dall’altro lato della scala, Irlanda e Malta saranno i Paesi dell’Ue correre di più sia nel 2023 che nel 2024, rispettivamente del 4,9% e del 3,1% per quest’anno e del 4,1% e del 3,7% per il prossimo.

Tornando al 2023, sembra proprio che Berlino, ormai ex locomotiva d’Europa, continuerà a passarsela male, anche se non così come previsto lo scorso autunno. La Germania, insieme all’Austria, sono gli unici Paesi in cui si è registrata una contrazione del Pil di due trimestri consecutivi, circostanza che configura una recessione tecnica, anche se alla fine, il 2023 dei due Stati dovrebbe chiudersi con il segno più, seppur con modesti + 0,2 e + 0,5%. La Francia dovrebbe registrare invece un Pil in salita dello 0,5%, la Spagna dell’1,4%.

Fuori dall’area euro l’unico Paese con il segno meno è la Svezia per cui è attesa una contrazione del Pil dello 0,9%. La Commissione europea ha ridotto anche le proiezioni sull’inflazione, attesa al 5,6% nel 2023 per l’eurozona (6,4% nell’Ue) e al 2,5% nel 2024 (2,8% nell’Ue). Nelle precedenti previsioni economiche d’autunno l’inflazione era attesa al 6,1% nell’eurozona (7% nell’Ue) nel 2023 e al 2,6% nel 2024 (3% nell’Ue).

Gentiloni si è mostrato comunque contento. “L’economia dell’Ue ha superato le aspettative lo scorso anno, con una crescita resiliente nonostante le onde d’urto della guerra di aggressione russa. Siamo entrati nel 2023 su basi più solide del previsto: i rischi di recessione e penuria di gas sono svaniti e la disoccupazione rimane ai minimi storici”. Ciò detto, il peggio non è passato. “Gli europei devono ancora affrontare un periodo difficile, in quanto la crescita dovrebbe ancora rallentare sulla scia di forti venti contrari e l’inflazione abbandonerà la sua presa sul potere d’acquisto solo gradualmente nei prossimi trimestri”.

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