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Prevenire è meglio che curare. Un convegno a Roma sulla cybersecurity

La cybersecurity, nella Pubblica amministrazione e nel settore privato, inizia finalmente a essere percepita come un processo indispensabile, trasversale e olistico. Ecco cosa si è detto all’evento “The day before a cybersecurity attack” tenutosi all’Università europea di Roma, con la collaborazione di KNOSSO® e di Assoinnovazione

Sicurezza, prevenzione, resilienza e formazione nella cybersecurity sono stati i temi al centro del convegno “The day before a cybersecurity attack” tenutosi lo scorso 16 febbraio presso l’auditorium dell’Università europea di Roma, a cura del corso di laurea magistrale in Management della transizione digitale, in collaborazione con l’associazione KNOSSO® presieduta da Biagino Costanzo e Assoinnovazione.

Si è discusso di awareness, formazione, sviluppo tecnologico e autonomia strategica, difesa e resilienza. La cybersecurity, nella Pubblica amministrazione e nel settore privato, inizia finalmente a essere percepita come un processo indispensabile, trasversale e olistico. La professore Matilde Bini, ordinario di statistica economica e direttrice del corso in Management della transizione digitale dell’Università europea di Roma, ha coniato il termine “Open Manager”, sottolineando la direzione del modello formativo da lei adottato, in grado di plasmare manager capaci di governare tale processo trasversale.

“È indispensabile dare una forte accelerazione sia sulla preparazione adeguata di risorse e skill da mettere in campo, sia sull’organizzazione dei processi e sulla sicurezza by design e resilienza cibernetica, con azioni concrete”, ha spiegato il promotore dell’evento, Felice De Pascale, docente dell’Università europea di Roma, nonché cybersecurity e digital transformation Pa Director e presidente vicario di Assoinnovazione. “Fornire servizi online a cittadini, imprese e professionisti deve avere come prerequisito quello di un poderoso rafforzamento olistico della sicurezza del dato prima, dopo e durante la sua interoperabilità. L’Italia deve contribuire alla realizzazione del Cyber Resilience Act”, ha aggiunto.

Il convegno ha messo intorno a un tavolo, con spirito di collaborazione, il mondo accademico, le Istituzioni, la difesa, la Pubblica amministrazione e le imprese private.

Dopo i saluti di benvenuto da parte del rettore pare Pedro Amador Barrajòn Muñoz, sono intervenuti il professor Rocco De Nicola, rettore della Scuola di Alti Studi di Lucca, Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps, Maurizio Fatarella, direttore generale di PagoPa, Stefano Tomasini, chief innovation officer di Inail, l’ammiraglio Gianluca Galasso, direttore delle Operazioni e Csirt dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Alessandro Manfredini, presidente di Aipsa e direttore group security e cyber defence di A2A, Rocco Mammoliti, responsabile della sicurezza di Poste Italiane, Fabio Lazzini data protection officer e chief information security officer di Sogei, e Massimiliano D’Angelo, chief innovation officer dell’Inps.

Si è discusso sulla necessità di formare manager su esigenze reali, capaci di gestire la sicurezza informatica attraverso processi olistici di management, con l’impiego di risorse trasversali, mezzi e piani adeguati. Sono stati affrontati aspetti concreti di cosa significa mettere in protezione e rendere resiliente un patrimonio dati. Un appuntamento che ha ribadito la necessità, ha affermato Costanzo, in un momento storico così delicato, di intendere la sicurezza come un unicum a protezione dei bei tangibili ed intangibili di una Organizzazione sia essa pubblica o privata e di diffondere capillarmente la cultura della sicurezza, dell’etica e della legalità.

Inoltre, l’ammiraglio Galasso, ha illustrato nel dettaglio questioni rilevanti della Strategia nazionale connessi all’azione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale: protezione, risposta e sviluppo sono “un affare di tutti, nessuno si salva da solo”.

Ha portato i suoi saluti anche il generale Franco Federici, consigliere militare della Presidenza del Consiglio, che ha sottolineato l’importanza della convinta e piena collaborazione tra settore pubblico, quello privato, istituzioni e il mondo accademico perché appunto è nelle università che si formano i giovani che governeranno gli equilibri nei prossimi decenni. Era presente il generale Davide Pilatti, comandante del comando trasmissioni dell’Esercito, in rappresentanza del capo di stato maggiore dell’Esercito Italiano (generale Pietro Serino).

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