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Elly Schlein è la fine del Pd riformista. La profezia di Rosato (Iv)

Il deputato renziano: “Conte ha l’ambizione di diventare il nuovo leader della sinistra. Sarà una competizione da una parte (in Europa, ad esempio) e, forse, un’alleanza sul piano interno. Quel che è certo è che non mollerà l’idea di diventare il capo della sinistra tanto facilmente”

“Non chiamatelo Partito Democratico. L’elezione di Elly Schlein, che rispetto, ha messo fine alla storia del partito fondato da Veltroni”. Il punto di vista di Ettore Rosato, esponente di spicco di Italia Viva parte da un assunto: “Questo nuovo corso segna l’uscita definitiva del Pd dall’alveo dei riformisti e ha l’ambizione di trasformarlo nella casa della sinistra italiana. Vedremo se ne Schlein ne sarà capace”.

Rosato, con queste affermazioni mi pare che i margini di dialogo tra Terzo Polo e Pd siano sostanzialmente azzerati. 

Non abbiamo preclusioni verso nessuno, ma è evidente che si parta da punti di vista diametralmente opposti su tante questioni: dall’economia ala giustizia, passando per la politica internazionale. Con questa scelta il Pd ha deciso di giocare nel campo del Movimento 5 Stelle.

I 5 Stelle saranno un alleato del Pd o no?

Conte ha l’ambizione di diventare il nuovo leader della sinistra. Sarà una competizione da una parte (in Europa, ad esempio) e, forse, un’alleanza sul piano interno. Quel che è certo è che Conte non mollerà l’idea di diventare il “capo” della sinistra tanto facilmente.

Schlein si è presentata come una novità, ma chi la sostiene sono vecchie guardie del partito. Non le sembra una contraddizione?

Staremo a vedere quali saranno i nuovi componenti della segreteria nazionale e francamente non mi meraviglia sapere che persone come Goffredo Bettini, Dario Francescini e Nicola Zingaretti sostengano Schelin.

La vocazione maggioritaria è definitivamente tramontata?

Ma certo. D’altra parte il Pd ha impostato la campagna elettorale sulla divisione tra rosso e nero. In questo senso penso che Schelin riesca a interpretare questo approccio politico anche meglio di Enrico Letta. Certo, è una posizione comoda e che confina il Pd a una dimensione minoritaria. Una posizione rispettabile, ma che ha ben poco a che vedere con le basi su cui è nato il Pd.

Però questo sbilanciamento a sinistra per voi potrebbe essere un’opportunità. 

Italia Viva e Azione rappresentano uno spazio politico appetibile per tutta quella parte di elettorato che non si rispecchia nel Pd (ora meno di prima) e che ritiene poco credibile un partito come Forza Italia. Per noi, però, questa è una grande sfida. Sta a noi porci in maniera credibile e appetibile agli occhi di questo elettorato.

Diciamo che alla luce di questi presupposti risulta difficile immaginare una minoranza unitaria in chiave anti governativa. 

Valuteremo attentamente tutti i movimenti che si concretizzeranno nell’alveo del centrosinistra. Le prossime elezioni politiche sono molto lontane e mi aspetto una piccola “rivoluzione” anche nel centrodestra da qui ad allora.

A proposito di elezioni, a che punto siamo con la costituzione del partito unico tra Italia Viva e Azione?

Mancano solo da definire alcuni dettagli formali. Ma ormai l’iter è avviato, ed era naturale che succedesse. Due partiti come i nostri, che credono nelle stesse cose e che hanno valori comuni, non potevano altro che unirsi in una sola formazione.

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