Secondo una nota al Congresso del Comando strategico Usa, la Cina avrebbe più lanciatori di missili balistici intercontinentali rispetto Stati Uniti. Il vantaggio nucleare americano resta, dal numero di testate, ai missili sottomarini e aerei, ma la notizia accende il dibattito a Capito Hill, tra repubblicani che spingono per aumentare gli arsenali e i Dem che frenano
Il Comando strategico degli Stati Uniti (Stratcom) ha comunicato al Congresso che la Repubblica Popolare Cinese ha un numero maggiore di lanciatori per i missili balistici intercontinentali (Icbm) rispetto a quelli a disposizione dell’arsenale nucleare statunitense. La nota di Stratcom, il comando unificato combattente delle Forze armate a stelle e strisce che si occupa di gestire il deterrente atomico degli Stati Uniti, ha evidenziato anche i rapidi progressi nella modernizzazione cinese del proprio programma nucleare militare. Il rapporto del Pentagono, inoltre, avverte che Pechino starebbe non solo incrementando il numero di lanciatori, ma anche delle testate, potendo arrivare a metterne in campo circa 1.500 entro il 2035.
Gli Usa restano in testa
Le scorte Usa, comunque, contengono oltre 3.700 testate, di cui un migliaio dispiegate sui lanciatori Icbm, missili balistici sottomarini e sui bombardieri pesanti dell’Usaf. Nel complesso, dunque, gli Stati Uniti hanno una forza nucleare molto più grande della Cina e stanno modernizzando tutti e tre gli elementi del loro arsenale nucleare basato su terra, mare e aria. Molti dei lanciatori terrestri cinesi, inoltre, sono ancora costituiti da silos vuoti. Il Comando strategico ha inoltre notificato al Congresso che gli Stati Uniti hanno più missili a gittata intercontinentale basati a terra e più testate nucleari montate su tali missili rispetto alla Cina. La notifica di Stratcom, tra l’altro, non include nella considerazione i missili lanciati dai sottomarini e dai bombardieri a lungo raggio, dove gli Stati Uniti hanno un netto vantaggio rispetto a Pechino.
Le preoccupazioni del Congresso
La notifica ha comunque preoccupato i legislatori di Capitol Hill, con i repubblicani in particolare pronti a chiedere un aumento dell’arsenale militare americano sia nel numero che nelle capacità. “Non è un eufemismo dire che il programma di modernizzazione nucleare cinese sta avanzando più velocemente di quanto molti credessero possibile”, recita una nota congiunta dei leader del Gop del Comitato per le Forze armate e strategiche del Congresso, “non c’è tempo da perdere per adeguare il nostro assetto di forze nucleari per scoraggiare sia la Russia che la Cina”.
Evitare una corsa al riarmo
Frenano invece i democratici, che sottolineano come i lanciatori siano solo uno dei parametri per misurare l’espansione nucleare di un Paese. Piuttosto che cercare di superare le forze nucleari di Cina e Russia, gli Stati Uniti avrebbero più da guadagnare nel cercare di preservare i limiti imposti dai trattati con la Russia, cercando di attirare anche Pechino in una discussione sul controllo degli armamenti nucleari. La modernizzazione delle forze nucleari Usa, inoltre, darà a Washington la possibilità di aggiungere altre testate ai propri missili e bombardieri nel caso in cui la crescita della Cina proceda più velocemente del previsto negli anni 2030. Altri strumenti di vantaggio oltre alla semplice corsa al riarmo vengono soprattutto dai nuovi domini operativi, lo spazio in primis. Avere il dominio della dimensione extra-atmosferica permetterebbe a Washington non solo di sorvegliare costantemente lo stato di preparazione, ed eventualmente di allerta, delle forze strategiche cinesi, ma anche di privare Pechino della sua capacità di comando e controllo.