Dal giorno in cui Vladimir Putin ha invaso Kiev, Mosca ha provato ad assediare Roma ritenendo che fosse l’anello debole del fronte occidentale. Mentre l’ambasciata russa agiva per sviare l’opinione pubblica, muoveva quasi un milione di euro in contanti in poche settimane. Il Corriere racconta la segnalazione dell’ufficio antiriciclaggio
Soldi che vanno, soldi che vengono. Dal giorno in cui Vladimir Putin ha invaso Kyiv, Mosca ha provato ad assediare Roma ritenendo che fosse l’anello debole del fronte occidentale. Da allora il capo della diplomazia russa in Italia, Sergej Razov, si è segnalato per una serie di iniziative provocatorie che hanno indotto più volte la Farnesina a convocarlo. In principio inviò una lettera intimidatoria ai parlamentari che stavano per votare i primi aiuti militari all’Ucraina.
E siccome, racconta oggi il Corriere della Sera, i presidenti delle Camere del tempo non intervennero a difesa di deputati e senatori, ritenne di poter proseguire indisturbato: pagò biglietti aerei a leader politici che s’inventarono mediatori; chiamò ex premier per spiegare loro che “era tutta colpa di Volodymyr Zelensky“; s’incuneò tra le pieghe di quei partiti che non volevano più mandare armi in nome di un riscoperto pacifismo; tenne una conferenza stampa davanti alla Procura romana dopo aver presentato un esposto contro un articolo di giornale.
La novità, come scrive il quotidiano di Via Solferino, è contenuta in un report del 5 gennaio 2023, in cui l’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia ha descritto una serie di operazioni in contanti sospette, con al centro i conti correnti dell’ambasciata. Tra il 17 e il 20 ottobre del 2022, per esempio, furono versati sul conto in valuta della sede diplomatica russa 400 mila dollari americani. Soldi “che in base alla documentazione fornita derivavano da giacenze per attività regolari e giornaliere dell’ambasciata. Appena quattro giorni dopo, da quel conto, venne trasferita su uno degli altri due conti una cifra pari a 403 mila euro. E da lì, nel giro di un mese, furono effettuati cinque prelievi di contante per complessivi 410 mila euro”.
Pochi giorni dopo una società di security «consegnerà presso l’ambasciata russa di via Gaeta 5 a Roma» una sovvenzione di danaro di 600 mila euro, «composta da seimila banconote di 100 euro». «La provvista appare anomala per il valore totale richiesto, se analizzata nel contesto della guerra in corso tra Russia e Ucraina», scrive l’agenzia antiriciclaggio, che ha potuto documentare il giro di un milione di euro in contanti nell’arco di poche settimane.
Nello stesso periodo, l’Unità antiriciclaggio siglava un nuovo protocollo d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia, per affinare i meccanismi di condivisione dei dati sulle operazioni sospette e ottimizzare l’uso delle informazioni provenienti dalle Financial Intelligence Unit estere.