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​Alla Bce scoppia la guerra dei tassi. La Germania punta i piedi

L’economista Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo dell’Eurotower, risponde al rappresentante italiano nel board, Fabio Panetta, che chiedeva maggiore prudenza sui rialzi. L’inflazione è il nemico pubblico numero uno, la linea della Lagarde non è in discussione​

A Isabel Schnabel, economista ed esponente tedesca e dell’ala intransigente nel Comitato esecutivo della Bce, non devono essere andate granché giù le sortite di Fabio Panetta, che nel medesimo board parla a nome e per conto dell’Italia. La presa di posizione dell’ex dg di Bankitalia, che fanno il paio con quelle del governatore Ignazio Visco, è chiara: bisogna darsi una calmata sui tassi ed evitare l’isteria da inflazione. Perché stretta dopo stretta (a marzo Francoforte alzerà il costo del denaro di altri 50 punti base, totalizzando in appena tre mesi un aumento di un punto percentuale), si rischia di soffocare il seme più importante, quello della crescita.

Ma per la Germania le cose non stanno affatto così. Il costo della vita è il nemico pubblico numero uno e sembra che Christine Lagarde abbia deciso di seguire questa impostazione. Schnabel, intervistata da Bloomberg, non le ha mandate a dire, ribadendo in maniera inflessibile la necessità di operare un rialzo dei tassi da altri 50 punti base alla riunione del Consiglio direttivo di marzo.

“I mercati ritengono che l’inflazione scenderà molto rapidamente verso il 2% e che rimarrà lì, mentre l’economia andrà benissimo. Questo sarebbe un ottimo risultato, ma c’è il rischio che l’inflazione si riveli molto più consistente di quanto attualmente valutato dai mercati finanziari”, ha detto Schnabel. “Non è facile giudicare se le nostre misure siano già restrittive, ma considerato l’attuale livello dei tassi di policy e il livello e la persistenza dell’inflazione di fondo, un rialzo dei tassi da 50 punti base è necessario virtualmente in qualunque scenario plausibile, per riportare l’inflazione al 2%”.

Insomma, avanti tutta, forti delle proprie convinzioni. “Non ci sono incongruenze tra il nostro principio di essere legati ai dati e queste intenzioni, perché è molto improbabile che i dati che perverranno metteranno in discussione questa linea”. E comunque, tanto per essere chiari, un raffreddamento dell’inflazione non sembra essere all’orizzonte. “Nell’area euro non è nemmeno iniziato un ampio processo di disinflazione”, ha sentenziato l’economista di Dortmund.

E pensare che ieri Panetta, intervenendo ad un dibattito a Londra, aveva invece affermato di considerare “imprudente muoversi molto velocemente ora, con l’inflazione che potrebbe evolversi in entrambe le direzioni. Penso che siamo di fronte a una incertezza molto elevata. Non dico che dobbiamo fermarci, ma di prenderci il tempo che serve per valutare meglio l’economia”. Un chiaro suggerimento sulla necessità, quantomeno, di moderare la portata dei rialzi dei tassi. Vano, almeno per il momento.


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