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Il riformismo alla prova delle Europee 2024. Parla Danti (Renew)

L’eurodeputato di Renew Europe: “Se il Pd ha deciso di abbandonare il riformismo, la vicenda Giarrusso è sufficientemente eloquente, non significa che i riformisti hanno deciso di abbandonare la politica”. E su conservatori e popolari: “Il popolarismo non è la destra europea, ma l’idea dei padri fondatori di un’Europa solidale e federale che è il contrario di quella nazionale”

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Gli assetti europei stanno mutando. Il progressivo consolidamento della leadership di Giorgia Meloni anche oltre i confini nazionali – oltre ai contatti sempre più stretti tra lei e il leader dei popolari Weber – sembra far profilare uno scenario nel quale i conservatori avranno uno peso specifico preponderante. Nel frattempo, l’area liberale e riformista non sta a guardare e pianifica le prossime mosse da mettere in campo. Ne abbiamo parlato con Nicola Danti, eurodeputato capodelegazione per il Terzo Polo Azione-Italia Viva al Parlamento europeo e vicepresidente del gruppo Renew Europe.

Il progetto Renew Europe in ottica elezioni europee 2024 che obiettivi si propone?

Se alle politiche con il Terzo Polo abbiamo già dato un segnale importante con un ottimo risultato, alle europee dovremo essere capaci di segnare la svolta. Non faccio pronostici, ma il nostro obiettivo è costruire una lista ambiziosa e vincente. Anche perché c’è davvero bisogno di dare un’alternativa a chi non ne può più di populismi e sovranismi e non trova risposte in una sinistra arroccata in dinamiche interne e crisi di identità. Il 2024 sarà l’anno in cui prevarranno le posizioni riformiste come fu nel 2014, esattamente dieci anni dopo. E se il Pd ha deciso di abbandonare il riformismo, la vicenda Giarrusso è sufficientemente eloquente, non significa che i riformisti hanno deciso di abbandonare la politica. E noi sapremo rappresentarli, a partire dalle europee.

Si profila un rassemblement tra conservatori e popolari. Voi avete avuto contatti in questo senso?

È chiaro che in questi anni il Partito popolare europeo ha visto crescere alla sua destra una serie di forze politiche che gli hanno tolto spazio, marginalizzandolo politicamente e anche nei numeri all’interno del Parlamento Europeo. Ma il tentativo di creare oggi una maggioranza di destra non farà altro che snaturare per storia, cultura e tradizione il popolarismo europeo, i cui valori sono in contrasto con quelli di Ecr e Id. Il popolarismo non è la destra europea, ma l’idea dei padri fondatori di un’Europa solidale e federale che è il contrario di quella nazionale. Un tentativo che farà quindi molto male al Ppe, perché non gli consentirà di avere i numeri sufficienti per governare e nel frattempo gli creerà forti opposizioni interne. Insomma, perderanno anima e pezzi e a trarne vantaggio sarà chi, come Renew Europe, da sempre in modo chiaro tutela i valori europei liberali e democratici.

Come pensa possa incidere sullo scenario politico interno l’esito europeo?

Io credo sarà molto utile a chiarire tante questioni. Dalla Pandemia alla guerra in Ucraina i cittadini sono sempre più convinti dell’importanza dell’Europa. A chi ha sempre fatto dell’euroscetticismo il proprio cavallo di battaglia non basterà qualche photo opportunity per riscattare la propria immagine. I cittadini premieranno quindi chi ha sempre avuto una posizione chiara ed europeista come noi del Terzo Polo. Emergeranno tutte le contraddizioni e la debolezza di un governo che tiene insieme sovranisti e ormai ex liberali moderati. È in Europa che oggi l’Italia affronta le sue sfide più importanti e con le europee abbiamo l’occasione di mandare a casa un governo che già si è dimostrato incapace di affrontarle.

A che punto è la “federazione” tra Italia Viva e Azione a livello interno?

Direi che la federazione è ormai una realtà consolidata e concreta che sta lavorando bene e seriamente all’interno delle istituzioni, da Roma a Bruxelles. Così come inizia ad ingranare nei territori. Sono ormai cosa frequente iniziative, riunioni, momenti di confronto che tengono insieme i due partiti di Italia Viva e Azione. Continueremo a rafforzare la nostra organizzazione, perché i nostri iscritti e militanti stanno dando la risposta migliore a chi diceva che eravamo solo un cartello elettorale. Abbiamo messo insieme forze politiche che condividono idee e visione, senza fare accozzaglie come hanno preferito fare altri. Così dovrebbe sempre essere e quindi questa funziona. L’orizzonte è il partito unico, è il nostro destino, e al momento delle elezioni europee saremo già pronti.

Cosa c’è da aspettarsi dalla presidenza svedese del Consiglio Ue?

Come ho detto quando sono intervenuto a Strasburgo di fronte al primo ministro svedese Kristersson mi aspetto che si affrontino portandoli a compimento due dossier fondamentali in questo momento storico: la direttiva sulle rinnovabili e quella sull’efficienza energetica. È questa la strada per contenere la crisi dei prezzi dell’energia e per affrancarsi dal gas russo. Mi aspetto anche però che si mettano da parte posizioni sovraniste sul tema dell’immigrazione. La gestione comune dei flussi è l’unica soluzione.


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