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Lo smacco su Zelensky e i messaggi di Mattarella al governo. Dago su Sanremo

Secondo il fondatore e direttore di Dagospia, Roberto D’Agostino, l’assenza del premier ucraino è una brutta immagine agli occhi degli alleati internazionali di Meloni, che ha voluto dare una forte identità filo-atlantica al suo governo. E Mattarella avrebbe fatto capire, attraverso Benigni, di non aver gradito i passaggi del governo su presidenzialismo e autonomia differenziata

Non è il Festival della canzone italiana, ma “la grande iperbole del nostro Paese”. Non mancano metafore nel vocabolario di Roberto D’Agostino che nel suo essere osservatore abrasivo, tratteggia le luci e le ombre della prima serata di Sanremo. Ovviamente il punto cruciale, al netto delle polemiche sul calcio ai fiori di Blanco, è la (sostanziale) assenza del premier ucraino Volodymyr Zelensky. 

Prima l’annuncio in pompa magna, poi le polemiche. Sulla partecipazione di Zelensky, un pasticciaccio brutto. 

Ma sì, dopo tutta questa agitazione scatenata a seguito dell’annuncio, arrivata anche a Kiev, il presidente ucraino ha declinato. D’altra parte è apparso in ogni parte del mondo, da Cannes ai Golden Globes (e anche in Italia, con un video-messaggio al Festival di Venezia) ma senza tutte queste divisioni.

È nato, dunque, un problema diplomatico?

Questo è evidente, il problema si è creato per l’Italia. Perché per un Paese guidato da una fedele alleata dell’Ucraina, filo-atlantica, come è Meloni, l’assenza del premier ucraino è una sconfitta. Poi hanno cercato di metterci una toppa, grazie al lavoro dell’ambasciatore ucraino a Roma Yaroslav Melnyk, facendo leggere ad Amadeus la lettera di Zelensky. Ma forse la toppa è peggio del buco. D’altra parte Meloni si è trovata “accerchiata” anche da alleati che probabilmente si sono dimenticati della grande vicinanza espressa dalla premier alla causa ucraina. Insomma il tira e molla sulla partecipazione di Zelensky è stato masochismo puro.

E l’operazione Benigni-Mattarella?

È stata tenuta coperta fino a poche ore prima dell’annuncio della loro partecipazione. Ma è evidente che a un certo livello istituzionale i contenuti del discorso di Benigni fossero stati prima concordati con il Colle. Tanto più che è stata la prima volta nella storia di Sanremo con un Capo dello Stato in sala. Non abbiamo infatti assistito al “solito” Benigni che fa il folle, tocca le palle ad Amadeus o prende in braccio quello o quell’altro. Il suo intervento è stato sulla Costituzione.

Joe Biden sullo stato dell’Unione e Mattarella a Sanremo. 

Biden ha fatto un discorso molto energico, ha fatto capire di poter essere ricandidabile nonostante ci sia una larga parte del suo partito che preferirebbe un leader più giovane. Ha dunque fatto capire di avere ancora la verve e di essere capace. Mattarella, dal canto suo, aveva bisogno di lanciare segnali chiari alla politica.

Di che tipo?

Ha fatto capire di non aver gradito che Meloni sul presidenzialismo sia disposta ad andare avanti nonostante la contrarietà dell’opposizione. Tant’è che Benigni, nel suo intervento, ha calcato la mano sull’unità dei padri costituenti e sul fatto che tutti, nonostante le divergenze politiche, l’hanno sottoscritta e controfirmata. Così come il Colle non ha gradito l’Autonomia differenziata. Che, a ben guardare non piace neanche a Meloni.

C’è però un disegno di legge, che il Cdm ha avallato. 

Si, ma in sostanza è fuffa. In parlamento mancheranno i numeri e prima dell’approvazione di questo disegno di legge passerà diverso tempo. È stata un’operazione per tenere a bada Salvini e dargli qualcosa di spendibile per le regionali in Lombardia.

Sul piano internazionale, che riverberi avrà la mancata partecipazione di Zelensky a Sanremo?

Per Meloni è, come ho detto, una cattiva immagine agli occhi degli alleati internazionali. Zelensky sta girando mezzo mondo, spiegando a tutti la situazione per ottenere gli aiuti che lo tengono in vita. Ma sa perfettamente che questi aiuti arriveranno fino a quando Putin si indebolirà. A quel punto, verrà aperto il tavolo per la trattativa di pace. Il nostro Paese sostiene l’Ucraina e il fatto che il premier non sia intervenuto a Sanremo è uno smacco.

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