La tv pubblica ha deciso che il presidente ucraino interverrà con un testo letto dal conduttore Amadeus. Un compromesso al ribasso che fa felice il leader della Lega
Il video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella serata finale di Sanremo non ci sarà. Ad annunciarlo è stato Stefano Coletta, direttore dell’intrattenimento di prime time Rai, alla prima conferenza stampa della 73° edizione del Festival di Sanremo.
“Siamo in contatto quotidiano con l’ambasciatore [Yaroslav] Melnyk”, ha spiegato Coletta. “Siamo giunti alla definizione dell’intervento del presidente ucraino ieri: non invierà un video, ma un testo” che sarà letto sul palco dal presentatore, Amadeus. “Riguardo al controllo preventivo, mi pare una boutade, credo che ai nostri tempi sia complicato poter censurare un presidente, ovviamente il controllo è relativo alla messa in onda di qualsiasi programma televisivo prima di essere trasmesso, ma sorrido all’idea che un direttore Rai possa censurare un presidente”, ha aggiunto Coletta.
La notizia che Zelensky avrebbe partecipato con un intervento registrato aveva causato proteste tra politici e personaggi pubblici, che hanno accusato il presidente ucraino di eccessivo protagonismo mediatico. Tra gli altri, in Italia aveva protestato Matteo Salvini, leader della Lega e vicepresidente del Consiglio, contrario all’inclusione di temi politici nel Festival di Sanremo.
Ma così non è. Qualche esempio. Nel 1984 fecero irruzione gli operai dell’Italsider che rischiavano il licenziamento. Nel 1989, Beppe Grillo, allora soltanto un comico, attaccò ferocemente cantanti, giornalisti, vertici della Rai e pure l’allora leader della Democrazia cristiana Ciriaco De Mita. Nel 1999 arrivano a Sanremo l’ex leader sovietico Michail Gorbaciov e la moglie. Nel 2000 il leader degli U2, Bono, ringraziò il presidente del Consiglio Massimo D’Alema per il sostegno dato alla sua campagna per cancellare il debito dei Paesi poveri e invitò il leader dell’opposizione Silvio Berlusconi a unirsi.
Forse Salvini non ha mai visto Sanremo? Sicuramente la decisione della Rai è il primo vero danno inferto a Giorgia Meloni, che da quando è presidente del Consiglio – e già da prima all’opposizione – non ha mai fatto venire meno il proprio sostegno all’Ucraina davanti all’invasione russa. Un colpo assestato pochi giorni dopo la polemica riguardante l’anarchico Alfredo Cospito che ha interessato due meloniani doc come Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, e Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia.