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L’incursione europea di Zelensky e i rapporti Roma-Parigi secondo Varvelli

“Ognuno ha opinioni pubbliche diverse: la nostra ad esempio non è tra le più convinte del supporto militare. Mentre gli altri discutevano per 15 giorni di quanti Leopard mandare, in Italia discutevamo se ospitare ad uno show Zelensky. Mi sembra che siamo un po’ su due pianeti diversi”. Conversazione con il Direttore di Ecfr Roma

“Non penso che Zelensky abbia percepito un minor supporto da parte europeo o l’immagine di un’Europa poco unita. Il problema è, come al solito, che ognuno ha opinioni pubbliche diverse: la nostra ad esempio non è tra le più convinte del supporto militare”. Lo dice a Formiche.net il direttore di Ecfr Roma, Arturo Varvelli commentando il Consiglio Ue alla presenza del Presidente ucraino (occasione caratterizzata dalle frizioni sull’asse Roma-Parigi) e sottolinea perché occorre continuare a spiegare pubblicamente quanto sia importante sorreggere l’Ucraina e non farla crollare sotto gli attacchi della Russia.

La cena ad excludendum organizzata da Macron con Zelensky e Scholz è stata un errore, una scivolata o una provocazione?

Non ho sufficienti elementi per dirlo, onestamente. Io sono sempre per cercare di evitare i tavoli bilaterali, quando ci sono meccanismi multilaterali in azione, perché sostanzialmente non aggiungono nulla, se non un po’ di foto opportunity. Quindi diciamo che fare una bella foto, anche per questioni interne, magari poteva essere utile alla Francia che mi sembra non abbia giocato un ruolo in prima fila sulla questione Ucraina.

Ovvero?

Macron ha cercato, più di altri, di tenere un tavolo di trattativa aperto con la Russia ma non è stato certamente un successo. In seguito, la leadership del supporto all’Ucraina era andata nelle mani dei britannici, degli americani e l’anno scorso anche di Mario Draghi: un passaggio che va ricordato. Fu lui a lanciare con decisione e convinzione l’idea della necessità dell’ingresso ucraino nella Ue. Di contro, c’è probabilmente anche un minor peso specifico del governo italiano: non dico tanto della sua premier, ma sicuramente dei suoi alleati. Ci sono elementi piuttosto scettici sul supporto all’Ucraina, primo fra tutti Salvini e tutto sommato anche la leadership di Berlusconi da questo punto di vista si sente un po’ azzoppata in questa vicenda.

Tra Roma e Parigi come finirà?

Difficile capire chi tra Meloni e Macron abbia fatto male, probabilmente entrambi non hanno fatto benissimo secondo me e anche in questo contesto la posizione italiana lo testimonia con la questione ridicola e farsesca di Sanremo: insomma, mentre gli altri discutevano per 15 giorni di quanti Leopard mandare, in Italia discutevamo se ospitare ad uno show Zelensky. Mi sembra che siamo un po’ su due pianeti diversi: mentre gli altri sono su Marte noi siamo su Venere.

In un momento in cui i player europei sono in difficoltà, quanto sarebbe servito lo sforzo per dare un’immagine più granitica? L’occasione di oggi è stata forse sprecata oppure di più non si poteva fare?

Secondo me alla fine non c’è stato un grande danno. Non penso che Zelensky abbia percepito o ricevuto nella sua complessità un minor supporto da parte europeo o l’immagine di un’Europa poco unita. Il problema è, come al solito, che ognuno ha opinioni pubbliche diverse: la nostra ad esempio non è tra le più convinte del supporto militare. Per cui ognuna delle opinioni pubbliche rappresenta un limite.

L’Europa che ha accolto Zelensky, quindi, è unita? E come potrà esserlo ancora di più, guardando alle grandi sfide “parallele” alla guerra in Ucraina?

Sono convinto che ancor una volta inciderà l’opinione pubblica ed è vero che più andremo avanti più l’opinione pubblica tenderà a essere stanca. A maggior ragione, questo elemento offre lo spunto per riflettere su un’esigenza: occorre continuare a spiegare pubblicamente perché è importante sorreggere l’Ucraina e non farla crollare sotto gli attacchi della Russia. Questo aspetto mi sembra evidente per cui sarà importante prevedere qualsiasi spostamento dell’opinione pubblica.

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